Il Figlio dell'uomo
27-9-2008
1) Nel Vangelo, quando Gesù parla di sé stesso si definisce Figlio dell'Uomo
2) Il peccato originale
3) Dio si fa uomo perché l'uomo possa partecipare alla natura divina
4) Proprio perché Gesù è vero uomo che noi tutti siamo salvati
5) Nel mistero dell'Incarnazione vero Dio che si fa vero uomo
6) Quindi Dio vuole essere uomo, ma uomo completo, con il suo corpo, con la sua mente
7) Far sì che lo splendore del mistero venga ad affascinare il nostro cuore
8) È solo questione di tempo, poi ciascuno di noi sperimenterà Dio
9) La speranza si alimenta dentro di noi quando accogliamo il mistero che Dio ci ha comunicato
10) Il termine sapienza vuol dire tante cose. Sapienza, è fare esperienza il gusto di Dio
Dal Vangelo secondo Luca ( Lc 9,44 )
"In quel tempo, mentre tutti erano pieni di meraviglia per tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: "Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'Uomo sta per essere consegnato in mano a degli uomini." Ma essi non comprendevano questa frase … "
Credo che abbiate notato che molte volte, nel Vangelo, quando Gesù parla di sé stesso si definisce Figlio dell'Uomo.
Questa espressione che ormai ci siamo abituati ad udire, non è così semplicemente abbordabile, non è subito comprensibile.
Perché Gesù chiama sé stesso, in terza persona, il Figlio dell'Uomo?
Perché proprio su questo fatto, cioè che Gesù sia il Figlio dell'Uomo, si gioca tutta la salvezza di tutti gli uomini.
È un modo, direi, forte per parlare del mistero dell'incarnazione, per suscitare della curiosità, perché Gesù è veramente Figlio dell'Uomo.
Ora dobbiamo capire bene che cos'è successo.
Certo noi veniamo dopo e sappiamo bene che Egli è nello stesso tempo Dio e uomo.
Sappiamo bene che il mistero dell'Incarnazione significa che Dio si è fatto uomo senza smettere di essere Dio, però quando sentiamo che Gesù si esprime in questo modo, non subito riusciamo ad intuire perché Lui dica così, non era più semplice che dicesse: il Verbo di Dio che si è fatto uomo? No dice: il Figlio dell'Uomo.
Perché è proprio l'uomo che ha bisogno di chiedere e di ottenere il perdono, ed è ancora l'uomo che ha bisogno d'imparare a rivolgersi al suo Dio.
Ora, per tanti secoli, tutti gli uomini avevano dimostrato ampiamente di non essere in grado di farlo, per tante ragioni, la più evidente di tutte è che a causa del peccato originale la natura umana si è così tanto corrotta, da non essere neanche più in grado di rivolgersi, con cuore sincero, verso Dio, ma sempre con un cuore contrito e umiliato, sempre pieno di fragilità e di peccato.
Ora il Verbo di Dio viene e si fa uomo per ristabilire la sorte dell'uomo, ma non solo, per portare a compimento il progetto che Dio aveva a proposito di tutta l'umanità, ogni singolo uomo.
E sappiamo bene che Dio non aveva semplicemente intenzione di fare esistere delle creature magari più perfezionate o particolari, il progetto di Dio, il desiderio di Dio, era avere delle creature che potessero partecipare della Sua stessa felicità, della Sua stessa gloria, del Suo stesso splendore.
Alcune creature c'erano già, ed erano gli Angeli, ma voleva anche che nell'ordine materiale, ci fossero delle creature che nella materia, potessero partecipare a ciò che è Dio nell'eternità; e fece esistere gli uomini, con uno scopo ben preciso: che diventassero Suoi figli.
Poi sappiamo come sono andate a finire le cose, si è messo di mezzo il tentatore, il divisore che ha creato ribellione.
E che gli uomini hanno accettato questa ribellione e si sono ribellati a Dio; si chiama: il peccato originale.
A causa di questo peccato originale non solo si è corrotta la relazione libera, intensa, tra Dio e l'uomo, ma si è corrotta la stessa natura umana.
Lo stesso essere umano ha visto tutte le sue facoltà, specie quelle spirituali, quasi dissolversi, restare solo quanto vi era di più essenziale, le cose che rendevano l'uomo ancora uomo e non ancora animale.
Tutte le altre facoltà, quelle che vengono descritte nei libri di Teologia come facoltà preternaturali cioè oltre la natura, per esempio il dialogo diretto con Dio ecc… erano superate, facevano parte della natura prima del peccato originale.
E da quel momento, per tutti i secoli, gli esseri umani hanno vissuto sotto questa grande schiavitù.
Poi ci fu la pienezza dei tempi, Dio venne in mezzo a noi, senza smettere di essere Dio ma diventando realmente un essere umano.
Su questo concetto all'inizio della Chiesa ci furono alcuni secoli di grande confusione su chi fosse veramente Gesù Cristo.
Certo accettavano tutti che Egli fosse il Salvatore, però avevano qualche confusione nel pensare in che modo Lui fosse il Salvatore.
Per cui c'erano quelli che pensavano che Lui sì era un essere umano che poi era stato adottato al rango divino, oppure altri che pensavano che Lui era veramente Dio fatto uomo però, nel momento poco prima, qualche istante prima, della flagellazione, da Lui si ritirò la divinità.
Perché Dio, perfettissimo, creatore e signore del cielo e della terra, non poteva, secondo questa concezione, subire la morte, la sofferenza, quindi in quel momento di passione era come se la divinità si fosse ritirata dall'umanità, ci fosse solo stata l'umanità.
Ci furono diversi secoli di grande confusione, volarono anche parole grosse, perché c'era questa diatriba in atto.
Si giunse finalmente alla definizione, che noi conosciamo da sempre, nella quale noi sappiamo che Gesù Cristo è nello stesso tempo vero Dio e vero uomo.
Quando dico vero uomo, dico veramente vero uomo, perché alcune persone per eccesso di zelo, oppure per un senso buono, di adorazione, di rispetto, fanno un po' fatica a pensare che Gesù Cristo fosse veramente un essere umano, e quindi pensano che sì come un essere umano, ma un po' come un superuomo, in fondo non camminava sopra le acque?
E quale essere umano lo faceva? Solo Pietro, solo San Mauro, quindi l'hanno fatto anche altri esseri umani, perché?
Ma è il mistero dell'Incarnazione.
Sono tutti sviluppi che nel corso di quest'anno potremmo anche vedere ed affrontare, però c'è qualche cosa che ci fa capire come mai Gesù, va bene è vero Dio, ma come vero uomo camminava sulle acque, come mai ha camminato anche Pietro?
Come mai, si dice, che anche San Mauro Abate camminò sopra l'acqua per salvare un suo confratello che stava annegando?
Quindi se questo è avvenuto vuol dire che c'è un messaggio anche in questo che è avvenuto, questi miracoli, questi prodigi, e il messaggio è questo: che il mistero dell'Incarnazione coinvolge Dio, siamo d'accordo fino a qui?
Chi è che si è fatto uomo? Dio, però coinvolge anche l'uomo, perché chi ha visto la natura umana essere pervasa e riempita da Dio?
L'uomo, quindi il mistero dell'Incarnazione è come una medaglia a due facce: Dio si fa uomo perché l'uomo possa partecipare all'esperienza di Dio, alla natura divina; non gli appartiene per essenza, però per partecipazione.
E allora di tanto in tanto ci sono stati questi segni, questi prodigi, questi miracoli, per indicare, in modo evidente, che da quando Dio si è fatto uomo per la natura umana si è inaugurato un nuovo tempo, una nuova situazione.
L'umanità dopo la venuta di Gesù Cristo non è più la stessa umanità che c'era prima della venuta di Gesù Cristo, è una nuova alleanza, un nuovo patto, un nuovo testamento, una nuova realtà, non è solo un ragionamento: prima c'era l'insegnamento di Abramo, adesso c'è l'insegnamento di Gesù.
No, non è solo un ragionamento o una serie d'insegnamenti.
La Nuova Alleanza è una nuova realtà, è qualche cosa che è capitato, che ha trasformato la creazione, e tutta la creazione aspetta che questa trasformazione diventi concreta in tutti, così dice San Paolo.
Ora questa creazione ha avuto la sua origine nel cambiamento ri-creazione proprio nel fatto che Gesù è nello stesso tempo vero Dio e vero uomo.
Ed è, per quanto ci possa sembrare particolare, strano ecc… proprio perché Gesù è vero uomo che noi tutti siamo salvati; perché Dio non aveva bisogno di chiedere perdono a sé stesso, giusto?
Perché Dio non aveva bisogno di fare comunione con sé stesso, perché Dio è già comunione.
Era l'uomo che ascoltando il tentatore era caduto nella trappola della ribellione, e che quindi si era staccato da Dio.
Se dovessimo parlare nell'ordine della necessità anche se, detto tra di noi, parlare solo di necessità è un po' riduttivo, però affrontiamo anche questo discorso in questo modo: era necessario che fosse l'uomo a chiedere perdono a Dio, e che fosse l'uomo a chiedere comunione con Dio; perché Dio, con l'uomo, non ha mai ritirato la Sua mano di misericordia, Dio non si è allontanato dall'uomo è l'uomo che si è allontanato da Dio, siete d'accordo con me?
Allora nel mistero dell'Incarnazione vero Dio che si fa vero uomo, perché da vero uomo Gesù il Cristo vada verso Dio.
Da vero uomo chieda perdono a Dio perché vuole di nuovo stare in comunione con Lui, da vero uomo mette Dio al primo posto.
Per noi non è facile capire questo, perché se abbiamo l'intuizione che diciamo che nello stesso tempo è Dio e uomo, facciamo fatica a pensare che le due cose fossero distinte.
Sono distinte ma anche unite allo stesso tempo.
Gesù, il Cristo, è il Verbo di Dio, cioè la seconda persona della Santissima Trinità.
Come persona della Santissima Trinità ha la sua intelligenza?
Ha anche la sua volontà? Che tipo di volontà è quella? Volontà divina.
Quindi Dio in sé stesso vuole qualche cosa, e vuole essere uomo, ma non uomo apparente, uomo completo, con il suo corpo, con la sua mente.
Cosa c'è nella mente? C'è l'intelligenza? La fantasia? La creatività? Ci sono le emozioni? Sì.
C'è anche la volontà? Che tipo di volontà? È una volontà divina o una volontà umana?
Una volontà umana e proprio perché c'è quella volontà umana allora noi siamo stati salvati, perché Gesù come vero uomo, senza dire che era anche vero Dio, ma come uomo Lui ha voluto prendere su di sé tutti i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi, Lui ha voluto che questi peccati fossero distrutti.
Non che si sollazzasse sulla croce ma ha voluto una cosa più difficile, e come vero uomo e cioè da Figlio dell'Uomo, ha voluto amare Dio prima di ogni cosa, sopra di ogni cosa più della sua stessa vita, al posto di tutti quelli che non l'avevano fatto.
Allora la Redenzione ci è operata perché il Figlio dell'Uomo ha voluto bene all'Onnipotente Dio Padre e Creatore, e la vita divina è confluita dentro tutta l'umanità perché il Figlio dell'Uomo oltre che essere uomo era anche Dio.
Questo è il mistero dell'Incarnazione.
Non abbiamo capito il mistero dell'Incarnazione, ne abbiamo avuto qualche luce, qualche riflessione, qualche provocazione, perché è importante che noi pensiamo a questi grandi misteri della fede cristiana?
Perché, è evidente, quando il mistero entra nel nostro cuore lo affascina, lo riempie di gioia, lo riempie di attesa, lo riempie di stupore.
È importante per noi accostarci ai misteri della nostra fede.
Però non dobbiamo cadere nella trappola di pensare che qui al sabato mattina noi studieremo.
Ma certo che studieremo anche queste cose, ma con un solo scopo: quello di far sì che lo splendore del mistero venga ad affascinare il nostro cuore, e anche la nostra mente.
Perché quando il nostro cuore e la nostra mente sono affascinati da ciò che Dio ha fatto e continua a fare per ciascuno di noi, la nostra vita cambia.
Per esempio, dato che nessuno di noi è privo di difficoltà, e anche vero però che quando tu hai dentro di te una speranza, la difficoltà riesci ad affrontarla.
La speranza che ci viene comunicata è: che Dio vuole farci parte della Sua stessa esperienza.
Guardate è solo questione di tempo, poi ciascuno di noi sperimenterà Dio, lo vedrà, così come Egli è.
Ciascuno di noi troverà le risposte che qui sulla terra hanno continuato ad essere dei punti interrogativi, ciascuno di noi troverà la soddisfazione, troverà la pienezza di tutte le aspirazioni buone che aveva dentro di sé, ciascuno di noi potrà vedere finalmente tutta la propria umanità realizzata in pienezza, non condizionata dalla cultura, dal tempo, dalla salute e dal peccato.
È solo questione di tempo.
Allora dato che è solo questione di tempo, è evidente che il Signore ci ha dato delle possibilità per rendere la nostra vita qui meno pesante, meno difficile; siete d'accordo su questo?
Beati quelli che se ne ricordano, perché a ogni uomo Dio fa un dono speciale.
Lo abbiamo visto questa estate durante il corso degli esercizi, sono le virtù teologali, sono le virtù che ci parlano di Dio e nelle quali noi parliamo con Dio e sono: fede, speranza e carità.
Ora la speranza si alimenta dentro di noi quando accogliamo il mistero che Dio ci ha comunicato.
Quando lo splendore del mistero dell'Incarnazione, della Redenzione ecc… vengono ad effondere il loro splendore dentro di noi; magari non abbiamo capito tutto come funziona.
L'esempio classico è questo: fra poco ci sarà la celebrazione eucaristica, il Sacerdote presenta l'ostia consacrata e dice: "Il Corpo di Cristo", però tu vedi un'ostia bianca ecc… senti il sapore dell'ostia, però tu sai che è il Corpo di Cristo, quindi con la fede tu accetti, ma accettando il mistero e accogliendolo dentro di te, tu fai l'esperienza della pace, dell'edificazione, della consolazione.
Devi affrontare tempi difficili ma sorge dentro di te una forza che ti permette di andare avanti nonostante le difficoltà.
È la forza che sostiene la speranza.
Accogliere il mistero, in questo caso quello dell'Incarnazione, fa consolidare dentro di noi la tenacia della speranza.
La speranza l'abbiamo ricevuta, però ha bisogno di essere sostenuta come tenacia, come robustezza, e perché la nostra speranza diventi robusta l'unico modo è di accogliere i misteri della fede, lasciare che questi misteri entrino nel nostro cuore e possano irradiare quel senso di presenza che Dio vuole mettere nell'esistenza di ciascuno di noi.
Ora dire il Figlio dell'Uomo, vedete come una breve espressioni quante cose ha coinvolto.
Vorrei concludere questa riflessione pensando a come abbiamo pregato con il Salmo 90,12 dove abbiamo ripetuto insieme "donaci o Signore, la vera sapienza".
Dove il termine sapienza vuol dire tante cose.
Non vuol dire solo l'intuizione, la conoscenza di tutto quello che si riferisce al mistero di Dio; non vuol dire solo la capacità di mettere in atto in modo equilibrato tutto ciò che abbiamo imparato su Dio, ma vuol dire anche, secondo quel significato filologico della parola, il sapore di Dio.
Ricorderete, spero, che tra i sette doni dello Spirito Santo c'è la sapienza, da sapienza cordis da cui il termine sapienza ha in radice, dentro di sé, un'altra parola: la sapiditas, che vuol dire il sapore, cioè il gusto.
Allora sapienza dono dello Spirito, sapienza cordis che vuol dire lo sviluppo del dono dello Spirito e la sapienza, è fare esperienza il gusto di Dio, provare la dolcezza della presenza di Dio dentro di noi.
Non è qualcosa che tu puoi capire, ma è qualche cosa che tu puoi vivere.
Come puoi vivere? Aprendo il tuo cuore a lasciarti toccare dai misteri che sono stati introdotti, nella nostra vita, per la presenza nella Storia del vero Dio che si è fatto vero uomo, per amare Dio come gli uomini avrebbero dovuto amarlo, e perché gli uomini fossero amati da Dio con un cuore libero senza alcun tipo di impedimento.
Questo è quello che ci auguriamo, non solo come riflessione odierna, ma anche come cammino che ci sta dinnanzi in queste settimane, in questi mesi prossimi, che cioè quello che ascolteremo, quello che impareremo non si fermi a livello intellettuale, ma abbia la grazia per la potenza dello Spirito di scendere nel profondo del nostro cuore, affinché lo splendore dei misteri della salvezza possa arrecare alla vita di ciascuno di noi, quella speranza, quella tenacia, quella solidità di vita cristiana di cui noi abbiamo bisogno, il mondo ha bisogno, Dio si aspetta da ciascuno di noi.
Sia lodato Gesù Cristo.