25 Agosto 1977
Figli carissimi!
Di che cosa possiamo, di che cosa dobbiamo parlarvi?
Della Chiesa, ancora e sempre della Chiesa!
Prima di tutto perché tale è la nostra missione.
Non ha detto il Signore di voler fondare su Simone, figlio di Giona, la sua Chiesa, dando a lui un nome nuovo, simbolico, quello appunto di « Pietro », cioè di base, di fondamento, nome questo che bene sappiamo spetta in modo primario ed assoluto a Cristo stesso, ch'è la « Pietra d'angolo », su cui posa tutto il disegno salvatore di Dio per l'umanità? ( Mt 21,42; Sal 118,22; At 4,11-12 )
Noi non ci possiamo esimere dalla funzione misteriosa e fondamentale che divinamente ci è stata affidata ( Cfr. Lc 22,32; Gv 21,15-23 ).
In secondo luogo perché la Chiesa è stata ed è l'oggetto dello sconfinato amore di Cristo stesso: « Egli amò la Chiesa - dicono le celebri e ineffabili parole di San Paolo - ed ha immolato se stesso per lei » ( Ef 5,25 ).
E perciò studiando la Chiesa, si scopre quale e quanto amore passò dal cuore del Redentore divino all'umanità eletta, non indarno chiamata la Sposa dell'Agnello ( Ap 21,9 ).
E poi ancora perché la meditazione teologica del tempo nostro si è imbevuta, prima e dopo il Concilio, di questo grande tema, la Chiesa; e l'Enciclica di Papa Pio XII, del 29 giugno 1943, seguita dalla Costituzione dogmatica conciliare « Lumen Gentium », del 21 novembre 1964, hanno rivelato alla Chiesa, come se essa si contemplasse nello specchio della divina rivelazione, il suo volto misterioso ( Cfr. C. Journet, L'Eglise, II, I, I; H. De Lubac, Méditations sur l'Eglise, 1 ).
E aggiungiamo anche un altro motivo, che consiglia di fermare l'attenzione, con la brevità e la semplicità d'un catechismo elementare; ed è la difficoltà di dare una definizione della Chiesa, o almeno di sceglierne una fra le tante, che ci vengono anche autorevolmente proposte ( Cfr. Lumen Gentium, 5ss ); come: Regno di Dio, Corpo mistico di Cristo, Popolo di Dio, « Chiesa del Dio vivo, colonna e fondamento della verità » ( 1 Tm 3,15-16 ).
Noi, in omaggio alla sua brevità, ci fermeremo alla definizione di S. Agostino, riportata dal Catechismo ai Parroci del Concilio di Trento; ed è questa: « la Chiesa è il popolo fedele sparso per tutto il mondo » ( S. Augustini In Ps. 149; Cath. Rom., de IX symb. art. 2 ).
A ben pensarci, uno sforzo mentale è reclamato: la definizione prescinde da ogni limite, quale di solito restringe il nostro pensiero rivolto all'umanità:
limite di tempo e di storia,
limite di sangue e di popolo,
limite di spazio e di luogo,
limite di particolare interesse e di classe.
Il pensiero rimane concreto, il concetto di Popolo solo resta oggetto della nostra considerazione, con una qualifica specificante e quindi discriminante e limitativa, quella di « fedeltà », cioè di adesione ad una Parola, la Parola di Dio: la Chiesa è il Popolo fedele, quello che accetta l'invito alla fede, non certo una fede vaga, incerta, esposta alle interpretazioni d'un libero esame, ma umilmente e gioiosamente soggetta ad un magistero qualificato e rassicurante: « chi ascolta voi, ascolta me » ( Lc 10,10 ).
Ne riparleremo, se Dio vorrà.
Ma intanto vorremmo che gli animi vostri, carissimi figli, fossero ripieni di interesse e di gaudio, nella ispirata certezza che Cristo, la Via, offre a noi la sua lampada che è la Chiesa.
Con la nostra Benedizione Apostolica.