Saggezza: il tesoro dell'esperienza |
"La vecchiaia, come osserva san Girolamo, "accresce la sapienza, dà più maturi consigli".
In un certo senso, è l'epoca privilegiata di quella saggezza che in genere è frutto dell'esperienza, perché "il tempo è un grande maestro".
( … ) Gli anziani aiutano a guardare alle vicende terrene con più saggezza, perché le vicissitudini li hanno resi esperti e maturi.
Essi sono custodi della memoria collettiva e perciò interpreti privilegiati degli ideali e dei valori comuni che guidano e reggono la convivenza sociale.
Escluderli è come rifiutare il passato, in cui affondano le radici del presente, in nome di una modernità senza memoria" ( Giovanni Paolo II, Lettera agli anziani, 1999, n. 5, 10 ).
Se nel 1961 si contavano 42 anziani ( 65 anni e oltre ) su 100 giovanissimi ( sotto i 15 anni ), nel 1995 su 100 giovanissimi si contavano 113 anziani.
Questo dato ci pone di fronte al fenomeno sempre più vistoso della presenza dell'anziano nella famiglia come supporto all'educazione dei nipoti.
"Supplenti", a volte, per la poca presenza dei genitori in famiglia per motivi di lavoro o per problemi di conflittualità ( esperienze di separazioni, convivenze, divorzi, malattie… ).
Una esperienza tra le tante: una mamma, dedita al lavoro e alla famiglia, dopo la nascita del figlio che tanto desiderava, improvvisamente, per cause psicologiche ancora da comprendere, si diede all'alcolismo, rendendo la situazione familiare invivibile fino a portare alla separazione dal marito.
Vivendo poi in comunità non riuscì a superare la forte depressione, morendo a soli 37 anni.
Il marito ha trovato nei nonni paterni l'ancora di salvezza per questa condizione, che lo aveva portato a non trovare più uno scopo alla sua vita e a quella del figlio appena nato.
I nonni, dunque, diventano strumento importante di trasmissione di fiducia, portano agli altri il tesoro dell'esperienza nella vita, sono casa che accoglie e che dà speranza per il futuro, grazie anche alla loro grande Fede.
"ll giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio.
Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi, per annunziare quanto è retto il Signore: mia roccia, in lui non c'è ingiustizia". ( Sal 92,13-16 )
"Sono stato fanciullo e ora sono vecchio, non ho mai visto il giusto abbandonato né i suoi figli mendicare il pane". ( Sal 37,25 )
"Grande è il Signore e degno di ogni lode, la sua grandezza non si può misurare.
Una generazione narra all'altra le tue opere, annunzia le tue meraviglie.
Proclamano lo splendore della tua gloria e raccontano i tuoi prodigi". ( Sal 145,3-5 )
Oggi ci sono dei ragazzi che conoscono a malapena i loro nonni, e quindi non ne fanno esperienza.
D'altra parte oggi ci sono dei ragazzi che non fanno l'esperienza dei genitori: stanno in affido dai nonni. Forse c'è anche qualche famiglia che abita con i nonni in uno stesso stabile, o come vicini di casa.
In questa pluralità di situazioni occorre tenere ben presente che i nonni non sono i genitori.
E non si può pensare che, siccome le famiglie giovani sono in crisi, allora spetta ai nonni educare i nipoti.
Occorre poi che nonni e genitori rispettino reciprocamente il diverso ruolo che hanno.
Ci sono situazioni in cui i genitori diventano "amiconi" dei figli perché l'esercizio dell'autorità e il dialogo educativo diventano molto difficili.
Solo quando i genitori sono una presenza che aiuta i figli a distinguere tra le esperienze della vita, a districarsi tra bene e male, i nonni diventano allora presenza affettuosa che accoglie di più, presenza che media, che spiega con affetto le posizioni dei genitori, che cerca di far capire, che diluisce magari le decisioni che i genitori devono prendere con fermezza.
Non è giusto che i nonni si sentano e vivano come "supplenti" dei genitori che non riescono o non vogliono educare alla fede i loro figli; né devono essere le presenze che rischiano di mettersi in conflitto in alcuni momenti.
Gli anziani hanno il compito di essere testimoni della fede, cioè di quello che Dio ha fatto nella loro vita.
Si devono tenere presenti queste attenzioni: è importante che i nonni abbiano sempre la discrezione di non sostituirsi ai genitori, anche quando possono essere più credenti dei genitori; mai creare conflitti quando i genitori sono su posizioni diverse, mai creare conflitti tra ragazzi e genitori.
Essere educatori adulti, testimoni della discrezione e della pazienza di Dio.
Questi i valori che la terza età può trasmettere:
- essere attenti ai bisogni dei figli e dei nipoti che non possono far a meno della disponibilità e del tempo dei nonni;
- condividere le scelte dei figli o dei nipoti adulti che vanno per la loro strada senza esperienza né consigli;
- essere punto di riferimento nella soluzione dei conflitti o dei problemi nel rispetto della persona, apprezzando le cose belle e buone, senza rimproverare gli errori;
- mostrare il volto di Dio, testimoniando la speranza nei confronti di chi soffre, di chi è solo, emarginato o non ha fede;
- accettare le situazioni di malattia o di incomprensione spesso presenti nell'altro coniuge.
- Come possono nonni e zii anziani collaborare alla trasmissione della fede ai bambini in famiglia, senza urtare i genitori o scavalcarli?
- Come avviamo ed educhiamo i bambini alla lettura della Parola di Dio?
- Come si può essere attenti, tolleranti, disponibili, ma non invadenti verso le famiglie giovani così fragili, insicure, instabili per tante ragioni ( lavoro, casa, falsi valori, ecc. )?
Gli anziani possono fare molto bene, ma anche provocare guasti seri o ampliare dissensi fra i coniugi se giudicano, se cercano di sostituirsi ai figli, ecc.
Nelle prime comunità cristiane, così come in tante culture, e ancora oggi in varie parti del mondo, l'anziano è testimone di una saggezza che si prolunga nelle pieghe della vita.
È testimone prima di tutto nella propria famiglia, ma non solo.
Leggendo la Sacra Scrittura e l'ultimo Magistero della Chiesa, sembra di poter affermare che la saggezza nell'età anziana è una virtù che la caratterizza principalmente, è la risposta alla chiamata che Dio rivolge a questa età della vita.
Riprendiamo alcune espressioni veramente efficaci e importanti della Lettera agli anziani di Giovanni Paolo II.
"La comunità cristiana può ricevere molto dalla serena presenza di chi è avanti negli anni.
Penso soprattutto all'evangelizzazione: la sua efficacia non dipende principalmente dall'efficienza operativa.
In quante famiglie i nipotini ricevono dai nonni i primi rudimenti della fede! ( … )
Quanti trovano comprensione e conforto in persone anziane, sole o ammalate, ma capaci di infondere coraggio mediante il consiglio amorevole, la preghiera silenziosa, la testimonianza della sofferenza accolta…
In ogni età il Signore chiede a ciascuno l'apporto dei propri talenti.
Il servizio al Vangelo non è questione di età!".
Il Pontificio Consiglio per i laici, nel documento "La dignità dell'anziano e la sua missione nella Chiesa e nel Mondo", afferma sulla stessa linea: "È dovere della Chiesa far prendere agli anziani viva coscienza del compito che anch'essi hanno di trasmettere al mondo il Vangelo di Cristo, rivelando a tutti il mistero della sua presenza nella storia.
E renderli consapevoli della responsabilità che deriva loro dall'essere testimoni privilegiati - per la comunità umana e cristiana - della fedeltà di Dio, che mantiene sempre le promesse fatte all'uomo".
O Signore, tu ci hai donato i figli.
Ci hanno dato tante preoccupazioni, ma anche tante gioie.
Questi figli sono più tuoi che nostri.
Donaci la sapienza per guidarli, donaci la pazienza per incitarli, donaci la sollecitudine per educarli, donaci la delicatezza per amarli, donaci l'amore per accompagnarli alla virtù e alla sapienza.
Tu mi hai dato i nipoti e con essi molta gioia.
Posso partecipare alle loro preoccupazioni e ai loro successi e riviverli interiormente.
Proteggili e conservami questa gioia.
I giovani sono esposti a molte difficoltà e pericoli.
Il loro cuore è facilmente impressionabile e non può distinguere con chiarezza tra apparenza e verità, tra inganno e sincerità.
Perciò proteggili e preservali.
Conserva loro innocenza e gioia, riconoscenza e un carattere lieto.
Apri il loro cuore e l'anima alle buone amicizie, perché gli incontri e le conoscenze siano fonte di bene e non di male.
"Quando tuo figlio diventa grande, fanne un tuo fratello" ( Proverbio arabo ).
"I figli sono un ponte verso il cielo" (anonimo).
"Non è bello essere bambini; è bello in vecchiaia pensare al tempo in cui eravamo bambini".
(Cesare Pavese).
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