Iniziative da suggerire in vista della missione |
La missione è un dono da testimoniare
La Missione, prima di essere un progetto, un insieme di iniziative e di azioni, è una testimonianza ( C.I. p. 20 ).
Per questo la missione non può che iniziare dalle nostre comunità ecclesiali, segno e strumento di Dio che salva il mondo ( C.I. p. 21 ).
Le iniziative, per avere successo, devono, infatti, essere presentate e sostenute dai gruppi dei giovani che, insieme, sapranno ritrovare la passione dell'annuncio e dare una testimonianza gioiosa della fede.
L’azione missionaria straordinaria ha valore di segno: non deve avere la preoccupazione di affrontare tutti i possibili problemi o esaurire tutti gli ambiti di intervento; è sufficiente scegliere anche solo un aspetto, un ambito, concentrando su quell’aspetto sia l’attenzione metodologica che le energie per realizzare obiettivi che siano specifici e precisi.
È opportuno che le iniziative da proporre o da suggerire nascano da sperimentazioni già esistenti e risultanti funzionanti, oppure, se sono nuove, dovrebbero scaturire da un buon lavoro di osservazione e di analisi e da una valutazione adeguata.
Un'iniziativa spirituale e una di servizio
Come criterio generale e orientativo suggeriamo che ogni comunità si indirizzi a scegliere un’azione significativa su un doppio ambito: quello della testimonianza esplicita di fede e quello del servizio e della gratuità; un'iniziativa quindi sul piano spirituale e una di natura aggregativa o di servizio.
Le proposte qui riportate sono appena accennate: è compito delle comunità parrocchiali, in confronto tra di loro nelle zone ecclesiali e con il gruppo interfaccia del distretto svolgere, preliminarmente alla individuazione delle azioni straordinarie, un serio lavoro di analisi che permetta di partire dai concetti giusti per arrivare a proposte efficaci.
Sul primo versante indichiamo alcune possibilità:
offrire l'opportunità di forme concrete di catecumenato: percorsi formativi che partano dal primo annuncio e lo presentino con un linguaggio adeguato;
organizzare momenti di presentazione e di approfondimento sull'essenzialità della proposta di Cristo ( farsi aiutare da esperti di comunicazione nel presentare nei modi più adeguati queste proposte );
prevedere celebrazioni mirate per vivere il triduo pasquale, come tempo forte dell'essenzialità della fede;
studiare e sperimentare qualcosa di nuovo nella preparazione e nella celebrazione dei sacramenti;
presentare tempi di preghiera o momenti celebrativi innovativi, particolarmente adatti ai giovani, che sappiamo coniugare l'essenzialità della Parola e dell'incontro con Cristo con la cura della celebrazione e l'adeguata valorizzazione della dimensione emotiva;
per i giovani della "cultura della notte" offrire luoghi di spiritualità notturna;
valorizzare luoghi di spiritualità ed iniziative ben studiate e significative per educare i giovani all’incontro con Dio;
non lasciare che la liturgia degeneri in forme ritualistiche, folcloristiche o poco curate, nella partecipazione e nei linguaggi, ma trovare i linguaggi più adatti ad aiutare l’esperienza della trascendenza e a trasmettere la dimensione del fascino e dell' incanto, che caratterizza tutto ciò che si riferisce a Dio.
Fare in modo che, anche per i giovani, il linguaggio liturgico possa attingere al ricchissimo patrimonio della tradizione cristiana, opponendosi alla sua secolarizzazione;
organizzare momenti di presentazione del Cristianesimo inteso come libera adesione a qualcosa di bello e significativo;
offrire la possibilità di luoghi intermedi ( famiglie o gruppi informali ) dove poter cominciare a riflettere in modo più sistematico sulla propria fede, andando verso un discernimento forte, senza ancora sentirsi costretti e giudicati dalla vita comunitaria;
approntare un sito web in cui presentare, in modo adeguato, il "sussidio della fede", aprendo forum e forme di comunicazioni dinamiche.
La missione deve costituire anche un momento di grande apertura al territorio, dove la comunità si impegna ad incontrare i giovani nei luoghi laici, uscendo dagli ambienti parrocchiali.
Alcuni suggerimenti:
interpretare le esigenze del territorio a proposito dei mondi giovanili, ascoltare le domande e le proposte dei giovani;
affidare a gruppi o persone esperte un'iniziativa che si affianchi agli sforzi delle singole parrocchie, per avviare, in ambito laico, un discorso culturale sulla condizione giovanile;
proporre ai giovani di vivere insieme con altri giovani e promuovere ed educare nuove capacità di empatizzare e vivere insieme esperienze positive ( ad es. una discoteca itinerante );
tentare nuove strade di avvicinamento dei giovani: forme di oratorio un po’ speciali, aperte anche e soprattutto il sabato sera, come spazi vivi e alternativi rispetto alla discoteca o birreria, dove trovare musica, divertimento e serenità, condotti e organizzati da persone significative e in ascolto della vita giovanile, nella cui gestione e progettazione anche le famiglie siano coinvolte e responsabilizzate;
offrire la possibilità di una aggregazione giovanile formativa di base, legata al territorio, come indicazione e segno che la Chiesa si cura dei giovani e ha volontà di spendersi per costruire speranza per tutti;
aprire, a livello zonale o interparrocchiale, dei laboratori o cantieri di formazione per giovani, dove ci si impegni, ciascuno nel proprio campo, a tenere relazioni sul territorio, offrire incontri di dibattito su problemi vari;
facilitare e promuovere luoghi e momenti per l’aggregazione etnica e multietnica, favorendoli sia sul piano sociale e culturale sia sul piano religioso;
prevedere percorsi differenziati per proporre ai giovani forme di impegno che li aiutino ad aprirsi al servizio ai poveri, ad una concezione del lavoro come valore della persona e della professione come vocazione di servizio, e li aiutino a rendersi disponibili verso chi è in difficoltà;
sostenere occasioni e stimoli di formazione alla politica;
coinvolgere nella Missione Giovani anche le famiglie del territorio.
Trovare forme creative e nuove perché ogni intervento sui giovani possa essere accompagnato da uno analogo con le loro famiglie.
La testimonianza cristiana non può essere che incisiva.
Gesù non garantisce tranquillità ed emozioni armoniose; Lui è venuto a “portare una spada” ( Mt 10,34 ), un fuoco che attende di divampare.
Il cristianesimo è apertura assoluta verso la novità che vince alla radice la paura dell'inedito e la tendenza alla quieta tranquillità dell'indifferenza, atteggiamenti che sono profondamente radicati nella persona umana.
Lo Spirito è Colui che "fa nuove tutte le cose": non si tratta di una cosa calata dall'alto, ma è il frutto di un lento lavoro, di Dio e dell'uomo: le doglie del parto.
Ma i cristiani, in particolare i giovani cristiani, sono quelli che “mettono sottosopra la città in nome di Cristo” ( At 16,20; At 17,6-7 ).