La missione della Chiesa, opera di Dio |
Fino al Concilio Vaticano II il termine "missione", declinato spesso al plurale, veniva usato prevalentemente per indicare quelle attività ecclesiali riservate ad una cerchia di specialisti, come le "missioni estere" per diffondere la fede cristiana tra gli infedeli o le "missioni al popolo" per risvegliare la fede e la pratica cristiana di una parrocchia, di una città o di una regione.
Si era perciò ancora distanti dall'assioma: "Dove c'è la Chiesa, ivi è la missione".
La missione, infatti, è un elemento costitutivo della Chiesa stessa.
Dobbiamo all'ultimo Concilio Ecumenico e poi a due grandi documenti magisteriali l' "Evangelii nuntiandi" (1976) di Paolo VI e la "Redemptoris missio" ( 1990 ) di Giovanni Paolo II la reimpostazione radicale del tema della missione, considerata ormai come facente parte dell'identità della Chiesa al punto che una Chiesa non missionaria rinnegherebbe in pratica la sua stessa identità.
In questo modo la "missione" non si presenta più come una delle tante attività della Chiesa, ma è l'essenza della Chiesa stessa, voluta da Cristo per la missione, cioè per svolgere il compito di annunciare il Vangelo a tutti.
La "missione" ritrova così la sua giusta collocazione teologale ed ecclesiale.
Essa è collegata direttamente alla missione del Dio trinitario, nella quale affonda le sue radici e trova il suo fondamento: l'invio del Figlio nel mondo da parte del Padre e l'invio dello Spirito Santo da parte del Padre e del Figlio costituiscono l'origine della missione della Chiesa.
È necessario rileggere e meditare con cura quanto afferma il Decreto conciliare " Ad Gentes" n 2: "La Chiesa pellegrinante è missionaria per sua natura, in quanto essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il progetto di Dio Padre.
Questo progetto scaturisce dall'"amore fontale", cioè dalla carità di Dio Padre, il quale, essendo Principio senza principio, da cui il Figlio è generato e lo Spirito Santo attraverso il Figlio procede, per la sua sovrabbondante e misericordiosa benevolenza liberamente ci crea, ed inoltre gratuitamente ci chiama alla comunione con sé nella vita e nella gloria.
Egli ha generosamente effuso e continua ad effondere la sua divina bontà, in modo che colui che di tutti è il Creatore, diventi anche "tutto in tutti" ( 1 Cor 15,28 ), procurando simultaneamente la sua gloria e la nostra beatitudine.
Piacque a Dio inoltre chiamare gli uomini a partecipare della sua stessa vita non soltanto ad uno ad uno, senza alcuna mutua connessione, ma costituendoli come un popolo, nel quale i suoi figli, che erano dispersi, si raccogliessero in unità".
Questo bel testo, al quale potrebbero essere affiancati i primi numeri della "Lumen gentium", ci consente qualche breve annotazione.
La missione della Chiesa non è in primo luogo messa in rapporto con la necessità degli uomini, bisognosi di salvezza, ma scaturisce, per così dire, da un'esigenza interna a Dio stesso, perché Colui che nella sua essenza è comunione di amore è nello stesso tempo desiderio di donarsi e di comunicarsi.
In questa prospettiva la missione della Chiesa è molto di più di un compito da attuare o di un ordine cui obbedire.
La sua origine non va collegata soltanto all'invio degli Apostoli da parte di Gesù, dopo la sua risurrezione ( Mt 28,19 ), ma si situa nel cuore stesso di Dio, e precisamente nell'amore trinitario che unisce il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, amore che relaziona le tre Persone divine e si effonde sulle loro creature.
Di qui emerge che la missione non consiste soltanto né in primo luogo in una nostra attività, nel nostro fare, in quanto essa è innanzitutto un dono da accogliere e dal quale lasciarsi penetrare profondamente: "Prima ancora di essere azione, la missione è testimonianza e irradiazione" ( Redemptoris Missio 26 ).
È a partire da questo punto che si dovrebbe operare un profondo ripensamento del nostro modo di concepire la missione della Chiesa, come suggerisce un teologo francese contemporaneo: "Prima di essere la nostra opera, la missione è l'opera di Dio.
Prima di essere un progetto, essa è una testimonianza.
Prima di essere un compito da realizzare, essa è un amore da accogliere" ( J. RIGAL, Découvrir l'Église, DDB, Paris 2000 p. 192 ).