A volte la prima metà di Qo 2,24 è strappata da suo contesto per giustificare la ricerca del piacere sopra ogni cosa - "non c'è nulla di meglio per l'uomo del mangiare, del bene e del godersi il benessere in mezzo alla fatica che egli sostiene".
Questa interpretazione ignora prima di tutto il messaggio di tutto il libro, che niente ci soddisfa tranne Dio, neanche il piacere ( Qo 2,1-11 ).
Invece il paragrafo che contiene il versetto lo spiega nel modo giusto.
In mezzo alla fatica dell'uomo ( perché il mondo, essendo caduto con il peccato dell'uomo, non può mai dare una soddisfazione completa ), dobbiamo godere il benessere, perché tutto il benessere viene da Dio.
Senza di lui non possiamo godere niente ( Qo 2,24-25 ), perché ci dà ogni cosa che ci dà gioia ( Qo 2,26 ).
Dio ci dà ogni piacere, ma è sempre un piacere limitato, affinché cerchiamo il donatore invece del dono.