Qoelet |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
1 Io ho detto in cuor mio: « Vieni, dunque, ti voglio mettere alla prova con la gioia: Gusta il piacere! ». Ma ecco anche questo è vanità. |
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2 Del riso ho detto: « Follia! » e della gioia: « A che giova? ». | |||||
3 Ho voluto soddisfare il mio corpo con il vino, con la pretesa di dedicarmi con la mente alla sapienza e di darmi alla follia, finché non scoprissi che cosa convenga agli uomini compiere sotto il cielo, nei giorni contati della loro vita. | |||||
4 Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti. |
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5 Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto d'ogni specie; |
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6 mi sono fatto vasche, per irrigare con l'acqua le piantagioni. | |||||
7 Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa e ho posseduto anche armenti e greggi in gran numero più di tutti i mie predecessori in Gerusalemme. | |||||
8 Ho accumulato anche argento e oro, ricchezze di re e di province; mi sono procurato cantori e cantatrici, insieme con le delizie dei figli dell'uomo. |
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9 Sono divenuto grande, più potente di tutti i miei predecessori in Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza. |
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10 Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavo, né ho rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d'ogni mia fatica; questa è stata la ricompensa di tutte le mie fatiche. | |||||
11 Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo durato a farle: ecco, tutto mi è apparso vanità e un inseguire il vento: non c'è alcun vantaggio sotto il sole. | |||||
12 Ho considerato poi la sapienza, la follia e la stoltezza. « Che farà il successore del re? Ciò che è già stato fatto ». |
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13 Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre: |
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14 Il saggio ha gli occhi in fronte ma lo stolto cammina nel buio. Ma so anche che un'unica sorte è riservata a tutti e due. |
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15 Allora ho pensato: « Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Allora perché ho cercato d'esser saggio? Dov'è il vantaggio? ». E ho concluso: « Anche questo è vanità ». |
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16 Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto. |
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17 Ho preso in odio la vita, perché mi è sgradito quanto si fa sotto il sole. Ogni cosa infatti è vanità e un inseguire il vento. |
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18 Ho preso in odio ogni lavoro da me fatto sotto il sole, perché dovrò lasciarlo al mio successore. | |||||
19 E chi sa se questi sarà saggio o stolto? Eppure potrà disporre di tutto il mio lavoro, in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il sole. Anche questo è vanità! |
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20 Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che avevo durato sotto il sole, | |||||
21 perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare i suoi beni a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e grande sventura. |
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22 Allora quale profitto c'è per l'uomo in tutta la sua fatica e in tutto l'affanno del suo cuore con cui si affatica sotto il sole? | |||||
23 Tutti i suoi giorni non sono che dolori e preoccupazioni penose; il suo cuore non riposa neppure di notte. Anche questo è vanità! |
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24 Non c'è di meglio per l'uomo che mangiare e bere e godersela nelle sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. |
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25 Difatti, chi può mangiare e godere senza di lui? |
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26 Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre al peccatore dà la pena di raccogliere e d'ammassare per colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un inseguire il vento! |
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Indice |
2,1-11 | Vanità dei piaceri, delle ricchezze e del lavoro |
2,2 | Perché il riso è una follia e la gioia non giova? |
2,3 | soddisfare. Invece di leggere limeshôk, alla lettera « esercitare » ( da cui deriverebbe « soddisfare » ), alcuni correggono in lisemôk e traducono: « ho sostenuto il mio corpo con il vino ». |
2,8 | con le delizie dei figli dell'uomo: BC non traduce le due parole shiddah e shiddôt perché ritenute una dittografia di sharah e sharôt; BJ traduce: « cofanetto dopo cofanetto », secondo il significato della parola nell'ebraico postbiblico. Altri traducono: « una principessa, molte principesse » oppure « una concubina, molte concubine », e pensano all'harem di Salomone. |
2,12-16 | C'è una stessa sorte per tutti 2,12 ciò che è già stato fatto: conget.; il TM ha: « ciò che gli è già stato fatto ». La sapienza non procura alcun vantaggio, nemmeno quello di un ricordo duraturo; ciononostante vale più della stoltezza, come il giorno vale più della notte. |
2,14 | gli occhi in fronte: alla lettera « ha due occhi nella testa », per esprimere che ha gli occhi ben aperti. |
2,17-26 | Perché faticare, per poi lasciare tutto a un altro? |
2,24 | mangiare e bere: tra le modeste gioie della vita, la più frequentemente ricordata è la gioia della tavola, intesa come benedizione predisposta dal Signore per l'uomo ( Qo 3,12-13 ). Questa massima, di colore epicureo, è offerta come argomento in una polemica. Benché l'autore ripeta questo paradosso come un ritornello ( Qo 3,12-13; Qo 5,17; Qo 8,15; Qo 9,7 ), non vi racchiude la sua concezione della vita, come se consigliasse di porre il piacere come scopo dell'agire ed escludesse il senso del dovere. 2,24-26 Insegna l'edonismo? |
2,25 | godere: con i LXX ( feisetai ), volg. ( deliciis affluet ); BJ con versioni traduce: « bere »; il TM ha: « affrettarsi ». - senza di lui: con molti mss e versioni; il TM ha: « senza di me ». |
2,26 | che è gradito a Dio: così si esprimevano i sapienti per giustificare lo scandalo delle ricchezze concesse ai cattivi ( cf.
Pr 11,8;
Pr 13,22;
Gb 27,16s ). Qo ironizza di sfuggita sulla insufficienza di questa dottrina. |