Quando Mica rubò il denaro da sua madre, la madre maledisse il ladro sconosciuto.
Mica poi confessò di aver rubato il denaro ( forse per paura della maledizione ), e sua madre lo benedisse ( forse perché non voleva che suo figlio fosse maledetto ).
La spiegazione semplice è che né Mica né la madre fecero una cosa giusta.
Non seguivano né adoravano il Dio d'Israele.
Questo è evidente dal seguito: la madre fece un idolo dall'argento del denaro e Mica nominò un suo figlio come sacerdote ( Gdc 17,3-5 ), tutte e due pratiche illecite.
Perché fecero così?
Il prossimo versetto spiega: "ognuno faceva quello che gli pareva meglio" ( Gdc 17,6 ).
A Mica pareva meglio rubare e fare di suo figlio un sacerdote, alla madre pareva meglio benedire il ladro e fare un idolo, perché seguivano i propri desideri.
Dobbiamo imparare da questo racconto quello che succede quando si segue se stessi invece di Dio, non come noi dobbiamo comportarci.
Lo stesso discorso vale per il seguito: il Levita che diventa sacerdote di un idolo ( Gdc 17,7-12 ), Mica che crede che Dio gli farà del bene perché ha un sacerdote ( Gdc 17,13 ), i Daniti che rubano l'idolo ( Gdc 18,14-17 ), e il sacerdote che abbandona Mica per i Daniti e aiuta a rubare l'idolo ( Gdc 18,18-20 ).