In 2 Re 3 c'è il racconto di come i re di Israele, Giuda e Edom sconfissero Moab, come il profeta Eliseo aveva promesso ( 2 Re 3,18-19 ).
Quando tutto Moab fu conquistato, tranne le mura di Chir-Areset, il re di Moab prese il figlio primogenito e lo offrì in olocausto sopra le mura.
Quando gli Israeliti lo videro, un profondo orrore si impadronì di loro.
Forse era un orrore del dio di Moab a cui il figlio era sacrificato e gli Israeliti avevano paura ( erroneamente ) di quel dio, o forse era un orrore della malvagità dell'atto che aveva contaminato il paese.
In ogni caso, gli Israeliti poi si allontanarono da Moab.
Quindi in un certo senso il sacrificio funzionò - ma non nel senso che riuscì a convincere il dio di Moab ( e sicuramente non YHWH il Dio di Israele ) a aiutare i Moabiti.
Riuscì invece a convincere gli Israeliti a ritirarsi, o per la paura o per l'orrore.
La parola di Dio tramite Eliseo era comunque adempiuta, tranne una città non distrutta - possiamo affermare che essenzialmente era tutta adempiuta, o forse meglio che anche l'ultima città sarebbe stata distrutta se Israele fosse stato ubbidiente invece di allontanarsi per la paura.