Questo è la domanda più comune sull'esistenza di Dio, non solo adesso ma da migliaia di anni.
E in tutto questo tempo, altri hanno dato risposte più complete e migliori di quanto io posso dare qui.
Quindi scriverò solo qualche indicazione generale.
Questa domanda di solito ha una di due forme.
Prima di tutto c'è la domanda filosofica o logica, che il fatto che il male esiste sembra contraddire l'esistenza di un Dio buono e sovrano.
Poi c'è anche la domanda personale o esistenziale: perché Dio ha permesso che questo male particolare sia successo a me?
Anche se la risposta alla seconda domanda è uno sviluppo a un caso particolare dei principi della prima, è utile dividere le risposte alle due domande.
La domanda filosofica fa, in poche parole, questo ragionamento: Il male esiste nel mondo, per cui Dio non vuole oppure non può rimuoverlo.
Nel primo caso, non è buono; nel secondo caso, non è onnipotente.
Quindi se Dio esiste, non può essere perfettamente buono e sovrano, come la Bibbia insegna.
Ci sono vari modi di rispondere a questo ragionamento, sia al livello filosofico ( come può essere definito "il male" se non esiste qualcosa di supremo e assoluto che definisce il giusto; oppure il fatto che Dio non ha ancora distrutto il male non significa che non lo farà mai ) sia al livello personale ( se Dio dovesse distruggere il male, dovrebbe distruggere me e te perché facciamo cose sbagliate, è quello che veramente vuoi? ).
Ma ci sono alcune riflessioni sulla questiona che mi colpiscono in modo particolare.
Nella prima, la causa del male è vista nella ribellione da parte delle sue creature, prima di Satana ed alcuni angeli, poi di ognuno di noi che non viviamo sempre sotto il governo di Dio.
Questa ribellione trascina anche tutta la creazione alla maledizione, alla vanità e alla corruzione ( Gen 3,17-18; Rm 8,19-22 ).
Quindi il male è il risultato della nostra ribellione, o direttamente o indirettamente, e non possiamo biasimare Dio.
Ma perché Dio non fa qualcosa?
In realtà l'ha fatto.
Entrò nella sua creazione che noi abbiamo fatto maledire, come l'uomo Gesù Cristo, e soffrì terribilmente l'effetto del male, fino alla crocifissione nelle mani di persone malvagie.
Quindi Dio non ha una soluzione filosofica o disinteressata al problema del male, ma si tuffò dentro per sperimentare tutto quello che soffriamo e così simpatizzare con noi nel nostro combattimento contro il male ( Eb 4,15 ).
Poi, con la sua morte e risurrezione Gesù sconfisse il male, anche se la sua vittoria sarà completamente manifestata solo al suo ritorno.
Perché Dio non distrugge subito il male?
Non perché non gli interessa che soffriamo in questi millenni fino al ritorno di Gesù, perché avendo sofferto in Gesù lui sa che è difficile.
È invece perché non vuole distruggere tutti noi, che non siamo perfetti.
Invece è paziente, per darci l'opportunità di ravvederci a così essere perdonati ed evitare la distruzione ( 2 Pt 3,9; Lc 13,1-5 ).
Infatti, per me molto più difficile da capire del problema del male è il problema del bene.
Dato che Dio è perfettamente buono e sovrano, lui deve e può togliere ogni male, ossia ogni cosa che non è perfetta.
Cioè, anche noi.
Eppure, non siamo già morti, anzi godiamo ancora tante benedizioni da Dio, di cui una è il fatto che siamo ancora vivi.
Questa dovrebbe essere la nostra difficoltà.
La risposta a questa difficoltà, che è già stata accennata, è che Dio nella sua grazia e misericordia può rimandare quello che sicuramente farà, cioè distruggere ogni male, affinché lui sarà glorificato da ancora più persone quando sono salvate dal suo giudizio.
Per quanto riguarda la domanda personale - perché questo male particolare è successo a me? - bisogna ammettere che di solito non possiamo sapere il motivo e spesso non lo sapremo mai.
In base a quanto scritto nel paragrafo precedente, possiamo affermare che quello che è successo è una conseguenza della ribellione a Dio.
A volte è la conseguenza della mia ribellione, per esempio come conseguenza naturale di un comportamento sbagliato oppure come castigo da parte di Dio.
Ma spesso è la conseguenza della ribellione in generale, del fatto che viviamo in un mondo caduto.
Per esempio, il comportamento sbagliato di qualcuno ha conseguenze naturali su di noi, oppure un disastro naturali perché la terra è stata maledetta.
Quindi non possiamo dire che Dio ha mandato questo male ingiustamente, ma possiamo dire che Dio ha permesso che questo male ci succedesse, come permette ogni cosa nella sua sovranità.
Avrebbe potuto non permettere che questo male succedesse, come i tanti mali da cui ci protegge ogni giorno.
Infatti, quando permette un male a noi, di solito non permette che succeda agli altri.
"Perché quindi proprio a me?" a questo punto è una domanda sincera.
E una domanda a cui senza l'onniscienza di Dio non possiamo dare una risposta.
Ma ci sono alcuni principi da ricordare.
Prima di tutto, Dio è buono e misericordioso, e permette molto più bene a noi di quanto meritiamo, come spiegato nel paragrafo precedente.
Invece di prendere per scontato tutte le buone cose e lamentarci del male, dobbiamo meravigliarci che riceviamo tante buone cose e accettare il male.
Abbiamo perso il lavoro?
Ricordiamoci che non l'abbiamo perso prima.
Questo non è per ingannarci riguardo al fatto che subiamo un vero male e che stiamo veramente soffrendo, ma per ricordarci che Dio è veramente buono nonostante la sofferenza.
Secondo, tutto quello che succede fa parte del disegno benevolo della volontà di Dio, di essere lodato e glorificato sempre di più e di raccogliere tutto sotto un solo capo, Gesù Cristo ( Ef 1,5-14 ).
Terzo, "tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio" ( Rm 8,28 ).
È vero che quasi mai possiamo capire in quale modo un certo male porterà più gloria a Dio o coopererà al nostro bene.
Una grave malattia potrebbe rafforzare la nostra fede, o aiutare qualcuno a imparare a curarsi degli altri, o impedirci di uscire ed uccidere qualcuno in un incidente, o aiutare un bisnipote a capire la sua malattia decenni più tardi, o uno fra milioni di altri motivi.
Non possiamo sapere quale sia quello giusto, possiamo solo sapere che Dio sa, non solo la nostra situazione ma anche gli effetti della nostra situazione sulla vita di tutte le altre persone presenti e future.
Infine, qualsiasi male attuale non è paragonabile alla gloria che deve essere manifestata ( Rm 8,18 ) e la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria ( 2 Cor 5,16-18 ).
Se stiamo soffrendo adesso per il male, dobbiamo essere spinti a cercare di evitare questa sofferenza in eternità.
Lo scrittore C. S. Lewis scrisse, "Dio ci sussurra nei nostri piaceri, ci parla nella nostra coscienza, ma ci grida nel nostro dolore: è il suo megafono per risvegliare un mondo sordo".
Se con il male che ci succede, capiamo che c'è qualcosa che non va con il nostro mondo, dobbiamo cercare il mondo in cui il male non esiste.
Il mondo in cui Dio avrà tolto ogni male ( Ap 21,1-4 ), perdonandolo e distruggendolo nella morte e risurrezione di Gesù.
Per alcune altre riflessioni sul rapporto fra Dio e il male, vedi i commenti su 1 Cronache 21,1; Isaia 10,5-6; Isaia 45,7; Abacuc 1,5-6.