Questo non è un brano difficile da capire, ma difficilissimo da mettere in pratica.
Ma ci sono alcuni punti da prendere in considerazione.
Prima di tutto, non dobbiamo rinunciare ai diritti degli altri.
Se vediamo qualcuno fare del male ad un'altra persona, non dobbiamo aiutare il malvagio, né dargli il mantello dell'altra persona, né fare niente.
Come Cristiani, dobbiamo difendere i deboli contro l'ingiustizia, ma non badare ai nostri diritti; purtroppo di solito facciamo il contrario e difendiamo i nostri diritti mentre non ci interessiamo dell'ingiustizia fatta agli altri.
Secondo, se questo comportamento fa male a qualcuno, è meglio non lasciare il mantello.
Per esempio, se diamo tutto e non possiamo più provvedere alla nostra famiglia ( 1 Tm 5,8 ), abbiamo costretto altri a rinunciare a qualcosa per dare a chi ci chiede, che non è quello che Gesù insegna in questo brano.
Inoltre, il contesto è di non fare la vendetta contro chi ti fa del male, ma invece di amare e fare del bene al nemico.
Dare soldi sempre a chi chiede non sempre gli fa del bene, per esempio se non vuole lavorare ( 2 Ts 3,10 ).
Ma in un tale caso, dobbiamo attivamente cercare un modo per aiutare l'altro.
Non possiamo semplicemente dire "Lasciare il mantello o fare due miglia gli farebbero del male, quindi non faccio niente".
Questo non è "amare i vostri nemici, fare del bene a quelli che vi odiano".
Invece dobbiamo dire "Lasciare il mantello gli farebbe del male, quindi farò un'altra cosa in modo sacrificale per fargli del bene".
Un altro atteggiamento da evitare è porgere l'altra guancia di mala volontà, cioè solo perché Gesù ce lo comanda, perché ci sentiamo obbligati.
Dobbiamo invece porgere l'altra guancia a causa dell'amore che abbiamo verso chi ci percuote ( dove l'amore cristiano non è un sentimento come l'innamoramento, ma il desiderio che l'altro stia bene soprattutto quando ci costa qualcosa ).
Vedi il commento su Romani 12,20.