Alla fine del suo insegnamento sul matrimonio, i discepoli dissero che, siccome non si poteva divorziare la moglie, non conveniva sposarsi.
Gesù rispose che non tutti erano capaci di vivere da singolo, senza sposarsi, ma solo quelli ai quali era data questa capacità.
Infatti, aggiunse, alcuni erano nati eunuchi, altri erano fatti eunuchi dagli altri, e altri si facevano eunuchi a motivo del regno dei cieli.
Non è difficile capire le prime due parti dell'affermazione.
Alcuni sono eunuchi dalla nascita, e rendere qualcuno un eunuco era una pratica conosciuta nell'antichità.
Possiamo capire la terza affermazione in uno di due modi.
Il primo è che è semplicemente un'affermazione riguardo a quello che alcuni fanno, senza dare un giudizio morale sull'atto ( come pure non Gesù disse che rendere un altro un eunuco fosse giusto o sbagliato ).
Per esempio, secondo Eusebio ( Storia ecclesiastica 6.8.2 ), Origene di Alessandria, un importante Padre della chiesa, si fece eunuco all'inizio del terzo secondo d.C., credendo che questo versetto fosse un comando letterale di Gesù.
Però più tardi nel suo commentario su Matteo, Origene respinse questa interpretazione che aveva ritenuto, e interpretò il brano nel modo spiegato qui sotto.
Il secondo modo per capire la terza parte dell'affermazione è in modo metaforico, come il "comando" di tagliare la mano o il piede oppure di cavare l'occhio ( vedi il commento su Mc 9,43-48 ).
Mentre le prime due parti sono letterali, e non hanno a che fare con la capacità data da Dio per vivere da singolo ( siccome questi diventano eunuchi involontariamente ), la terza parte descrive quelli che lo fanno "a motivo del regno dei cieli", cioè scelgono di diventare eunuchi per il bene del regno di Dio.
In senso metaforico, decidono di non sposarsi per dedicarsi di più al servizio della chiesa e della testimonianza nel mondo, senza la preoccupazione di dover servire Dio anche prendendo cura della famiglia.
Gesù disse che non tutti erano capaci a fare questa scelta; questa capacità era un dono da Dio.
Paolo disse le stesse cose in 1 Cor 7: la cosa normale è sposarsi ( 1 Cor 7,2 ), ma alcuni hanno il dono di rimanere non sposati ( 1 Cor 7,7 ), che concede più tempo per il servizio di Dio fuori del campo familiare ( 1 Cor 7,32-35 ).