In Gv 5,31 Gesù dice, "Se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza non è vera", eppure in Gv 8,14 dice, "Anche se io testimonio di me stesso, la mia testimonianza è vera".
Le frasi lette così si contraddicono, ma se esaminiamo i versetti nel contesto, vediamo che il significato delle frasi sono diverse e non c'è una contraddizione.
Nel capitolo 5, Gesù sta parlando delle testimonianze che dimostrano che quello che dice è giusto.
In questo senso, la sua testimonianza non valeva o non bastava, perché chiunque può dire le cose che Gesù disse, ma non per questo sono giuste.
Sono le testimonianze del Padre ( Gv 5,32 ), di Giovanni il battista ( Gv 5,33 ) e delle sue opere ( Gv 10,25 ) che convalidano e confermano Gesù.
Difficilmente questo versetto può essere interpretato in un altro modo, perché Gesù non avrebbe mai affermato di aver raccontato delle bugie riguardo a se stesso.
"Vera" in questa frase deve per forza aver il senso "valida".
Dall'altro canto, nel capitolo 8 il senso dell'affermazione di Gesù è che quello che dice di se stesso è infatti vero, e solo lui può testimoniare con la verità di se stesso, perché solo lui sa da dove viene e dove va.
Gesù aggiunge che comunque c'è anche la testimonianza del Padre che conferma quello che dice ( Gv 8,18 ).