La natura e il carattere di Gesù erano già perfetti, fin dalla sua preesistenza, come lo scrittore di Ebrei affermò implicitamente in Eb 1,2-3.
Però, l'opera di Gesù non era completa fin a quando era morto per salvare le persone.
Mentre Gesù non aveva sofferto, la sua salvezza era incompleta e lui era un Salvatore non perfetto, perché non aveva ancora sofferto al posto delle persone, e non poteva simpatizzare con noi nelle nostre sofferenze ( Eb 2,14,18; Eb 4,15 ).
C'è lo stesso concetto in Eb 5,8-9, con l'aggiunta che Gesù imparò l'ubbidienza dalle sue sofferenze, cioè imparò ad ubbidire in nuovi modi ( per esempio nonostante tutte le tentazioni umane ) che non aveva mai sperimentato quando era il Figlio eterno prima della sua incarnazione.
Non era un apprendimento teoretico di conoscenza, ma un apprendimento sperimentale di cosa vuol dire ubbidire nella sofferenza.
In altre parole, le sofferenze di Gesù non cambiarono il suo stato da imperfetto a perfetto, né da disubbidiente ad ubbidiente, ma manifestò la sua perfezione e la sua ubbidienza in nuovi modi.