S. Giovanni Battista De La Salle |
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Una fra le tante maniere di ritrarre la soave figura di S. Giovanni Battista De La Salle è quella di rappresentarlo in atto di preghiera, prostrato dinanzi a Gesù Crocifisso.
A prima vista, però, un conoscitore superficiale della vita di Lui potrebbe giudicar strano siffatto modo di ritrarlo, quasi che il glorioso Fondatore delle Scuole Cristiane sia vissuto come certi santi di vita puramente contemplativa, e non in mezzo al trambusto, alle faccende ed alle preoccupazioni che seco trae la vita di apostolato, specialmente di quello così attivo fra la gioventù.
Ma chi per poco ha approfondito la vita di questo Santo, non tarda a persuadersi che siffatta maniera di rappresentarlo gli è assai conveniente, poiché il De La Salle fu gran divoto del Crocifisso e vero amante della Croce.
Presa in senso generale, ossia come amore alla Passione di Gesù Cristo, la divozione al divino Crocifisso fu propria di tutti i Santi, che in mille diversi modi l'hanno coltivata e praticata.
E come, difatti, supporre un santo senza affetto per Gesù sofferente, senza attrattiva per Colui che è il modello e l'unico sostegno delle anime addolorate?
Ma se la prendiamo in senso particolare, cioè come speciale manifestazione di un profondo sentimento di pietà verso quanto Gesù Cristo ha patito per noi, la divozione al Crocifisso fu propria di alcuni Santi particolari, che ne fecero per così dire, come la nota caratteristica della loro vita, mediante pratiche esterne di culto è d'imitazione.
Nella schiera gloriosa di questi segnalati « divoti del Crocifisso », la quale ha in capo certamente S. Francesco d'Assisi e S. Paolo della Croce, è doveroso anche annoverare S. Giovanni Batt. De La Salle.
Il Canonico Blain, il più autorevole biografo del nostro Santo, ce lo fa apparire veramente tale quando ci dice: « Tutta l'ambizione del Fondatore delle Scuole Cristiane era di rassomigliare a Gesù Crocifisso.
Perciò portava sempre sopra di sé l'immagine adorata del Redentore confitto in Croce, la contemplava spessissimo e si sforzava continuamente di tenersi unito a questo divino modello, di ricopiarlo in se stesso, di vivere della sua vita, di trasformarsi in Lui.
No, egli non si limitava a una sterile contemplazione dell'oggetto del suo amore, ma giungeva sino all'imitazione più perfetta di esso, la quale ne è lo scopo e il frutto.
Talché, sia in piedi o seduto, sia giacendo o camminando, sia tacendo o conversando, sia mangiando o in qualsiasi altra occupazione, da solo o in compagnia di altri, egli s'industriava di copiare Gesù Cristo e dimostrarlo vivente nella propria persona ».
Siffatta testimonianza, che riassume in poche righe tutto un programma di vita interiore veramente intensa, ci rivela quanto fosse grande, solida e intimamente sentita nel De La Salle la divozione a Gesù Crocifisso.
Ogni divozione però, per quanto profondamente radicata nel cuore, ha bisogno di alimento esterno, affinché non vada affievolendosi a poco a poco, e magari non arrivi a spengersi del tutto.
Tale alimento consiste nelle pratiche esteriori di divozione che, simili all'olio d'una lampada, alimentano la fiamma della divozione interna dandole vita e calore.
San Giovanni Battista De La Salle, che conosceva l'utilità delle pratiche esteriori di divozione, se ne impose diverse e le raccomandò vivamente ai suoi discepoli, a fine di tenere accesa nel cuore una viva fiamma d'amore verso la Passione e Morte del Redentore.
Si fece dunque un dovere di portare sempre sopra di sé il Crocifisso, di contemplarlo e di abbracciarlo spesso, « affinché, lasciò egli scritto, coi suoi sguardi amabili e ulteriori, rinnovi in me la memoria dell'obbligo che ho di far penitenza ».
La stessa pia pratica l'impose ai suoi Fratelli, i quali nella vestizione religiosa e nella professione dei voti perpetui, ricevono un Crocifisso da portare sempre sopra di sé, uno dei pochi oggetti lasciati loro dalla Regola per uso strettamente personale.
L'unico arredo che il nostro Santo si permetteva di tener appeso alle pareti della povera sua cella era il Crocifisso, dinanzi al quale non mancava mai di prostrarsi, sia entrandovi che uscendone.
Così pure volle che la Santa immagine sì trovasse in ogni stanza, in ogni punto principale della casa, affinché i Fratelli la potessero facilmente salutare, e soprattutto volle che avesse il posto d'onore in ogni aula scolastica, « acciocché, diceva egli, gli alunni pensino sovente, a Gesù, loro buono ed unico Maestro, anzi non aspirino che a Gesù e non respirino che per Gesù ».
Il Santissimo Crocifisso era il libro eloquente che il Santo Fondatore voleva far leggere incessantemente ai suoi Fratelli, il grande soggetto di orazione che loro proponeva.
A tal fine compose egli stesso numerose meditazioni sopra la Passione di Gesù, tutte riboccanti di teneri affetti, e sovente intratteneva i suoi discepoli intorno a così commovente soggetto, spronandoli all'amore e all'imitazione del Crocifisso Redentore.
Introdusse nelle sue Comunità la pia pratica di recitare tre volte al giorno le così dette Litanie della Passione, nelle quali sono compendiate le umiliazioni e le sofferenze di Nostro Signore, ed egli stesso le recitava sempre con una fede così viva e così profonda da ispirare, anche ai più tiepidi, teneri sentimenti di sincera compunzione.
Le feste della Santa Croce e quelle che si riferiscono più specialmente alla Passione di Nostro Signore, avevano per Lui un'attrattiva del tutto singolare.
Le celebrava con la più edificante pietà, ne faceva soggetto d'un fervoroso trattenimento ai suoi Fratelli e voleva poi che essi ne parlassero con grande amore ai loro scolari.
Ma il tempo in cui il nostro Santo manifestava più esternamente la sua divozione per Gesù Crocifisso, erano i giorni della Settimana Santa.
In questo sacro tempo, nel quale la Chiesa piange la morte del suo celeste Sposo, il De La Salle si compenetrava così vivamente dello spirito di Lei, da apparire anche esternamente commosso; anzi, il suo biografo ci dice espressamente: « Considerando il Crocifisso, sentiva un sì vivo dolore per l'insensibilità e l'ingratitudine degli uomini verso il loro amabile Salvatore, da non poter trattenere i sospiri e le lacrime ».
Gli ultimi tre giorni della Settimana Santa li passava, unitamente ai suoi Fratelli, come in una specie di Ritiro Spirituale, nel più profondo raccoglimento e fra gli aspri rigori d'una severa penitenza.
E allorché nel Venerdì Santo, dopo lo scoprimento della Croce, Egli faceva le prostrazioni di rito andando a baciare il Crocifisso, si vedeva pallido in volto in preda a una santa mestizia, assorto nella contemplazione del suo Diletto, che in quel giorno aveva voluto morire per amore degli uomini.
Dalla divozione poi del Santo Fondatore verso il Divin Crocifisso, ne scaturiva necessariamente e per conseguenza un'altra non meno profonda e sensibile: quella cioè verso la Santissima Eucaristia, che è il memoriale della Passione e Morte di Nostro Signor Gesù Cristo.
Per il De La Salle, l'altare non era altro che un nuovo Calvario su cui s'immolava la vittima divina e il tabernacolo un altro albero della Croce contenente il mistico frutto apportatore di grazia e di vita.
Quindi egli s'intratteneva volentieri davanti a Gesù Ostia, vittima di amore per noi, imitando in questo, la Vergine Santissima, San Giovanni Evangelista e la pia Maddalena, che stavano con grande affetto presso la croce del Redentore.
Celebrava ogni giorno la Santa Messa, che è la mistica riproduzione del sacrificio di Gesù sul Calvario, e durante la celebrazione di sì augusto mistero, appariva così visibile e manifesta la divozione del nostro Eroe verso il Santissimo Crocifisso, da restarne commossi e sommamente edificati tutti gli astanti.
Volendo poi alimentare e favorire la stessa divozione nei suoi Fratelli, compose per essi un metodo speciale per aiutarli ad assistere con frutto alla Santa Messa, e li esortava sovente a ben abituare i loro scolari ad ascoltare con lo stesso metodo il divino Sacrificio, se volevano destare in essi una soda pietà e un vero amore al Dio Crocifisso ed immolato per la nostra salute.
Esigeva infine da quelli che lo servivano all'altare il più grande spirito di fede e prove sensibili d'una pietà attenta anche alle più piccole cerimonie.
Ma più delle esortazioni, valeva il Suo esempio, poiché, scrive il Blain, « la maestà e la pietà con cui il santo Prete celebrava la Messa rendevano altamente manifesta,la sua santità, rianimavano la fede di coloro che vi assistevano e rimproveravano ad essi la loro poca divozione ».
Ecco le pratiche con cui questo infaticabile Apostolo della gioventù teneva desta in se stesso e dimostrava esternamente la propria divozione a Gesù Crocifisso.
Vedremo ora come esse abbiano saputo tener viva nel suo cuore generoso le fiamme dell'amore divino, tanto da caratterizzarlo come un vero amante di Colui che per nostro amore ha voluto morire sul più infame patibolo.
F. E.
( Continua )