Scuola Professionale |
B60-A19
Quando penso alla presente condizione dell'industria e della meccanica e domando quale sarà l'avvenire di queste, bello! - mi rispondono i giovani e gli anziani studenti delle scuole professionali così laboriose, così popolate e pensose.
Non promettono forse un bell'avvenire questi giovani seri?
Che le scuole diurne siano ben frequentate - almeno nel nostro Paese - piace, ma questo fatto non suscita tanta ammirazione, perché - si sa - molti in quelle studiano forzatamente; ma che le scuole serali abbiano quali cinquecento, quali seicento allievi fa' stupire ed ammirare: sono dunque molti i giovani che di giorno lavorano nelle fabbriche e negli stabilimenti industriali e di sera studiano, e che meritano perciò l'universale plauso e la riuscita che vogliono.
E avremo tanti meccanici bravi perché tanti ce ne daranno queste scuole ( benemerite per la moralità e la cultura dei tecnici che preparano ) che lavorano attivamente.
Una di queste scuole, che si presenta come ottimo esempio, è la « Casa di Carità » fondata da un gruppo di volonterosi Catechisti, membri dell' « Associazione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata ».
Questa scuola accoglie cinquecentocinquanta allievi.
Di questi allievi alcuni lavori esposti in una sala della II « Mostra della Meccanica » di Torino, interessarono il pubblico, tanto che io, nella mia breve visita, sentii parecchie esclamazioni di maraviglia come: « Bei lavori! », « Li fanno gli allievi della scuola, sai? » e altre frasi nelle quali si notavano evidenti la sincerità e l'ammirazione.
Era tempo di mostrare alla luce del giorno, i lavori di questi studenti delle scuole serali i quali si direbbe che vogliano nascondere il loro valore nelle ombre della sera.
Nella sala cui ho accennato, erano disposti, fra decorazioni d'arte ( ben riuscite anche queste ), statistiche, disegni originali, oggetti d'acciaio accuratamente lavorati, ed il pensiero della buona volontà degli artefici commosse ed edificò.
Vicine a questa sala, altre custodivano i lavori degli allievi delle Scuole Salesiane e di quelli della Scuola Arti e Mestieri dei Fratelli delle Scuole Cristiane: tutti allievi che camminano fidenti in Dio e nella Divina Provvidenza.
Invito agli Industriali
Raccomando la Scuola Professionale « Casa di Carità » a tutti gli Industriali, perché sono convinto che quanto occorre all'elevazione intellettuale, e più ancora morale, degli operai, riesce di grande giovamento all'ambiente industriale.
Giovane ancora di età, questa Scuola dà affidamento per la buona attrezzatura didattica e per la passione dei suoi dirigeniti: invito quindi ad appoggiarla affinché possa perfezionarsi, continuando la sua rapida ascesa.
F.to: Ing. Pietro Bertolone Dirett. S. A. Off, Villar Perosa
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Deus Charitas est
È ammirabile e consolantissima questa prova dell'infinito ed inesaurible amore divino che si comunica alle creature con queste opere ammirabili.
Fra queste non ultima la Gasa di Carità.
È sorprendente l'attività svolta da questo Istituto.
Dio lo protegga e benedica sempre.
7-IV-1934 Teol. Emilio Vacha
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Ammirato per l'opera di fede e di educazione svolta nella Scuola Professionale « Casa di Carità » faccio voti per un più radioso, avvenire.
26-VII-1933-XI.
Fr. Edoardo Milanese delle S. C. Dirett. dell'Istit. « Umberto di Savoia » in Tripoli Italiana
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Con i migliori auguri che questo seme ( Casa di Carità ) diventi ben presto un albero su cui vengano a posarsi tutti gli uccelli della barriera e degli altri rioni.
20-IX-1933-XI
Fr. Corrado delle S. C. Dirett. Scuola tecnica industriale « S. Giuseppe » a Roma
Ammirato dello sviluppo prodigioso che ha preso in otto anni questa « Casa di Carità » vedo avverarsi la predizione di Fra Leopoldo e benedico Iddio che si manifesta così palesemente nelle sue opere di illuminazione per la santificazione, e mi sento in dovere di pregarlo perché muova i cuori al soccorso di ogni opera veramente sua per l'acquisto di santità che vi auguro.
Fr. Isidoro di Maria delle S. C.
Anche quest'anno Gesù Crocifisso ha voluto fare scendere sulla « Casa di Carità » la sua grazia, grazia incommensurabile che vale il sangue di un Dio Crociflsso.
Un nostro allievo, nato nei tristi tempi in cui il socialismo imperava, nei giorni che videro miserabili traviati battezzare le creature col vino, dando loro nomi oltraggiosi alla fede, contrari al buon costume, nomi di rivoluzionari e di demagoghi, questo nostro allievo che per circostanze indipendenti dalla sua volontà ancora non aveva ricevuto alcun Sacramento, per la grazia di Dio e con grande gioia nostra, è entrato a fare parte della famiglia cristiana.
È commovente lo svolgersi delle fasi che preparano il grande evento.
Si presentò un giorno in Direzione la mamma di questo allievo, e con accorata parola descrisse il suo patema d'animo per non essere ancora riuscita a fare battezzare il figlio; raccontò di avere visto, in sogno la mamma sua e nonna del giovane, la quale la rimproverava per il ritardo frapposto nella esecuzione del suo dovere.
Questo la decise ad operare, ma per particolari e delicate ragioni, desiderò la funzione si compisse privatamente.
Col consenso di S. E. il Cardinale Fossati, Mons. Perrachon, Vescovo Missionario della Consolata si incaricò della funzione, che riuscì commoventissima, e intrecciata a un'altra luce di vita, cioè l'amministrazione della Cresima alla sorella del neofita.
Questi appariva raggiante e veramente tocco della bontà del Signore.
Manifestava la sua intima soddisfazione con frasi semplici: « Ora mi pare di volare! Come sono più leggero! Ora mi sento più felice! ».
S. Giuseppe Suo Protettore speciale lo preservi sempre da ogni pericolo.
Aveva ragione: il Signore lo aveva accolto nel suo abbraccio e, suggello d'amore, gli aveva impresso nell'anima, per l'eternità, il segno del Sacramento che è porta della salute.
Deo gratias!
Domenica densa di avvenimenti, domenica di letizia, domenica di trionfo della Fede, della Carità, dell'operosità guidata dal verbo divino.
Di buon mattino i solerti Missionari della Consolata già erano a disposizione della folla di allievi che si affrettavano alla Confessione, con zelo e fede.
Data la ristrettezza della Cappella, si fecero due funzioni: alle 8,15 e alle 9,30.
Riuscirono grandiose tutt'e due; chiara dimostrazione di fede e di fervore.
Il Signore avrà sicuramente, benedetto i nostri allievi e le loro famiglie.
Egli saprà pure nella sua bontà destare generosità di persone e favore di circostanze per attuare l'ampliamento della Cappella, dei laboratori e delle aule ormai insufficienti a contenere gli allievi il cui numero si è dovuto limitare a 600.
Ringraziamenti cordiali al Rev. Teol. Vacha che con la sua fervorosa parola aveva preparato i giovani del corso serale.
Il Rev.do Padre Enrico di Rovasenda tenne la predicazione per il corso festivo; gli allievi corrisposero tutti all'invito loro rivolto.
Questa sezione è maggiormente benedetta perché favorisce la santa abitudine di trovarsi la domenica mattina per l'assistenza alla S. Messa.
Con l'esempio reciproco si ottengono ottimi risultati e moltissime conversioni.
Mai in vita mia ebbi a provare sensi di tanta commozione e compassione, come nel pomeriggio di oggi!
Per tre ore mi fermai nella Casa della Divina Provvidenza.
Mai avrei creduto di vedere in quel sacro recinto, tante miserie umane, e dire che non ci fecero vedere tutto!
Vidi dei vecchi, giovani sciancati in carrozzella e colle stampelle, sordomuti, ciechi, bimbi ancora quasi lattanti, nel loro lettuccio bianco, forse questi, saranno privi dei loro cari genitori! Poverini!
Vi era una bambina, la quale era priva delle braccia, si serviva dei piedi per sviluppare le caramelle che le offrivano i visitatori.
Io avrei voluto donare a tutti dolci ecc. per sollevarli dalla loro tristezza, ma la mia possibilità tanto meschina non mi permise di contentarli tutti, come sarebbe stato il mio piacere.
Vidi inoltre ancora l'impianto della fabbricazione del pane, poi una grandissima cucina con le gru per sollevare i grossi pentoloni, insomma tutto sistemato con buon ordine e pulizia.
Tutto questo si deve attribuire alla Divina Provvidenza ed ai sacrifici di pie e generose persone.
È da lodarsi l'assidua cura delle Reverende Suore verso i ricoverati. Quanta carità!
Mai dimenticherò questo giorno, in cui per la prima volta, entrai nella Piccola Casa della Divina Provvidenza! …
Francesco Gariglio Allievo della « Casa di Carità ».