L'arte di educare |
B64-A3
Poniamo che la pedagogia sia Veramente noiosa: non Sarebbe questa una ragione per trascurarla, come se l'anima vivesse di sole facili letture; ma abbiamo posto un assurdo, perché questa scienza è noiosa per chi non la sa rallegrare come vedremo, o non guarda alla grandezza dei fini che essa si prefigge, o non vuoi cercare specialmente lo spirito che l'informa.
Ho detto « questa scienza »: infatti la pedagogia è la scienza dell'educazione; ma io qui, senza pretese scientifiche, cercherò soltanto di illuminare i punti principali dell'educazione.
Osserviamo che cos'è l'educazione: chi ha visto il fuoco nascere nelle cucine di campagna e crescere, al soffio del contadino, ha visto educare il fuoco, cioè trarre fuori dal fiammifero, che la conteneva in potenza, la fiamma viva, calda, luminosa.
Così gli uomini hanno il potere di crescere in sapienza, in età ed in grazia, ma bisogna che siano aiutati dall'Educatore.
L'educazione è in antitesi con il formalismo; mira all'essere, non al parere, è nemica dell'incompiuto e dell'instabile, non plasma creta esteriore, ma giunge nella profondità del cuore e della mente: al centro della città dell'anima, nella rocca della volontà; e qui soffoca i germi cattivi e alita sulle buone fiammelle, promovendo così anche lo sviluppo del corpo: essa è difficile, bisogna riconoscerlo.
Ma « Quei che seminano tra le lacrime, mieteranno con giubilo » ( Sal 126,5 ).
Gli Educatori devono badare alla religione, all'esempio, all'ambiente, all'ordine, alla conversazione domestica, all'autorità affettuosa, a tutto quel complesso di piccole cose ( piccole apparentemente ) che fanno l'educazione.
Perciò nelle famiglie veramente buone l'educazione è molto più facile.
Per essere Educatore ci vuole bontà, osservazione di sé e degli educandi, buon senso, intuizione, ci vuole l'impiego di tutta l'anima.
È anche indispensabile leggere buoni libri e conoscere le norme principali della sana pedagogia, delle quali appunto vogliamo arricchire questa rubrica.
Leggete e fate leggere: confido che infine voi e noi ci rallegreremo di aver compito questo studio, che ci avrà avvicinato sempre più a Dio ottimo massimo.
Mario Sancipriano