La Famiglia Cristiana |
B64-A2
( Continuazione v. num precedente )Coloro che credono che l'amare una creatura sia solo un ornamento, uno svago della prima gioventù, un diversivo in mezzo alla vita che trascorre difficile, non hanno capito e non hanno penetrato a fondo il cuore umano e non sono a conoscenza dei tratti più squisiti dell'amore, che, per essere vero amore, importa sacrificio.
E per questo vediamo purtroppo nel mondo delle anime che dopo aver passato in una certa, diciamo quasi felicità puerile, i primi tempi della loro unione sentono subito troppo duro il peso di quello che credevano felicità perenne ed i loro sogni vengono così ad essere infranti troppo presto.
Non è il matrimonio soltanto libero sfogo d'amore, non è esso soltanto un fascino pieno di malìa che un cuor giovane può sentire davanti ad una bellezza che incanta, ma è amore eterno che si sono giurato due cuori e non si spezzerà mai davanti a qualsiasi ostacolo: amore che si tempra nel crogiolo del sacrificio, e non semplice e capriccioso affetto.
Dove noi possiamo più che mai provare la sincerità d'un affetto se non attraverso alle pene, al sacrificio?
E quel sacrificio che accompagna tutte le opere dell'uomo s'incontra specialmente presso il focolare domestico.
Dice il mondo che le catene del matrimonio sono catene di rose; e va bene, ma sono sempre catene.
L'uomo, pieno di libertà, libero da qualsiasi preoccupazione, passava le sue serate con gli amici più intimi dedicandosi onestamente ai suoi svaghi preferiti; ora non è più così:
addio ha dato a tutto quello che gli parlava di giovinezza gaudente;
diventato poi padre, la sua fronte non è serena come allora, ci sono i doveri della paternità che richiedono le sue fatiche, i suoi pensieri, ci sono i figli che deve vigilare attentamente per portarli ben corazzati nelle lotte della vita: povero padre! quanti dolori! quante sofferenze!
verrà la vecchiaia: l'attendi serena, felice, ti vedi alla sera attorniato dai tuoi figli che saranno il tuo sostegno, la tua ultima gioia; vedi pure i nipotini che accorreranno a te, sulle tue ginocchia, ai tuoi piedi … non t'illudere troppo presto, o povero padre! che forse allora raramente potrai trovare nella gratitudine dei figli una ricompensa che adegui il tuo passato!
Il sacrificio continua e pertanto ti consolerà negli ultimi istanti della tua esistenza se avrai saputo fare dei tuoi figli degli uomini che, se forse per necessità di cose non potranno farti felice coll'essere a te vicino, saprai, però, buoni cristiani, e buoni cittadini che seguono la via del bene.
E la madre? « non vuoi forse madre dir martire? ».
Essa che tutto da ed è disposta sempre a dare per i suoi figli, quanti sacrifici deve compiere: ha iniziato la sua maternità col dolore, e questo dolore lo continua nelle notti insonni, nelle veglie prolungate dell'infanzia dei suoi piccoli, più tardi saranno le ansie dell'adolescenza, il pensiero della rovina dell'anima dei suoi tesori; nell'età della giovinezza quando purtroppo in certe ore tristi non sanno più comprendere cosa si sta svolgendo nel cuore dei suoi figli, quante sofferenze!
Dodici, tredici anni sono passati e la mamma tutto sapeva, il suo piccino, la vita di lui era cosa sua, ora non più, regna il silenzio attorno a lei, non può più capire il suo piccolo ed io vedo quella povera donna tutta in ansie correre, raccomandarsi ai medici delle anime per cercare di guarire quel suo figliuolo che forse s'incammina su una falsa via …
E il sacrificio continua, e quando la sventura viene a colpire quello che per lei era la vita, quando viene la morte a rapirgli forse il suo unico figlio oh ! allora qui si vede che cosa vuoi dire sacrificio, sacrificio di madre: si dice che col tempo la ferita sarà rimarginata! ah! non è vero, purtroppo! poiché il ricordo di quell'unica gioia le sarà dappertutto, nelle più piccole cose, in quei piccoli indumenti o in quella ciocca di capelli che ella ha voluto conservare e che si sente spinta a rimirare spesso sebbene sia questo il rinnovamento dell'acerbo dolore!
E ancora più grande sarà il dolore se non la morte ma la colpa, il disonore verrà a colpire quella povera madre!
Ricordiamo sempre quando pensiamo alla famiglia cristiana che cosa racchiude la maternità: sono sacrifici gravi, si comprende benissimo, ma sono sacrifici che ci apporteranno delle gioie che ogni mamma saprà con grande soddisfazione in certe ore della vita e delle quali m'intratterrò più oltre.
Non avvenga però mai come purtroppo avviene talvolta di sentire nel mondo, che delle creature legate dal sacro vincolo del Matrimonio per liberarsi dal sacrificio desiderino o vogliano la mancanza dei figli: sarebbe la più grave delle colpe, poiché « il fatto della maternità si deve considerare per una giusta stima della donna, per fissare la sua posizione nella umanità, per stabilire la sua importanza nella coltura e nella vita dello spirito.
Una donna, la quale non abbia nessun desiderio di figli, ha qualche cosa di spezzato nell'anima, oppure essa è stata snaturata nella sua educazione e nel suo sviluppo ».
Teol. L. C.
( Continua )