Pazienza Coraggio e Confidenza |
B77-A6
Amatissimi Catechisti, Zelatori e Zelatrici, forse il nostro zelo ci porta a desiderare che la nostra cara « Divozione a Gesù Crocifisso », la quale tanta luce di bene e di consolazione, apporta a tutti coloro che la praticano, si diffondesse in un subito come il sole d'un getto profonde i fasci dei suoi raggi, e che essa si propagasse con la velocità del suono.
Eppure il SS. Crocifisso dice a noi di diffondere i grandi ideali con pazienza, con coraggio e con illimitata confidenza.
Il nostro indimenticabile Fra Leopoldo avrebbe voluto essere in grado di scrivere parole di fuoco, per far conoscere al prossimo la grandezza e la bontà di Dio.
Avrebbe voluto che la cara « Divozione » alle sacratissime piaghe, si spandesse con la rapidità del lampo; e invece trovava tanta difficoltà.
E il Signore lo rincuorò con dolci parole: « Lascia fare al Signore Iddio, Lui stesso difenderà la sua causa ».
Studiamoci dunque, dal canto nostro, di amare Gesù Crocifisso, di consolarlo col profumo delle nostre virtù specialmente con quella carità che Egli volle come movente primo della sua vita, della sua morte di croce e della sua dimora nel S. Tabernacolo; e per il resto abbiamo pazienza.
Il Signore vede la nostra buona volontà nella diffusione della « Divozione alle cinque Sacratissime Piaghe di Gesù » e nel propagare le Sue sante Verità mediante l'insegnamento del Catechismo; e se tutto non procede come vorremmo, attendiamo con pazienza.
Anche questo è per nostro bene.
Quando il Signore per nostro meglio crederà che i nostri ideali siano concretati, farà anche degli strepitosi miracoli.
Per darci il premio del nostro lavoro, non chiederà a noi il risultato che ne abbiamo avuto, ma l'ardore di che lo abbiamo animiate.
Quindi alla pazienza nel nostro lavoro giornaliero, aggiungiamo il coraggio.
Non dobbiamo credere che la via nostra sia senza spine, senza ostacoli, anzi più avanziamo per l'erta via della perfezione e più si addensano le pene e le contrarietà; perciò se desideriamo che nostra sia sempre la vittoria, bisogna venire ad atti positivi di coraggio. « Agisci virilmente, ingagliardisci la tua anima e conta nel Signore » dice Dio per la voce di Davide. ( Sal 27,14 ).
E S. Ignazio: « Quando si lavora per la gloria di Dio bisogna lottare contro i venti e le maree », e quindi dobbiamo avere nell'animo nostro un coraggio a tutta prova come se dipendesse ogni cosa da noi e nel tempo stesso somma confidenza in Dio, come se dipendesse tutto da Lui solo.
Esclameremo sovente, come il grande apostolo delle Indie, S. Francesco Saverio: « Ho tanta confidenza in Dio, che affronterei anche, con debole barca, tutte le bufere dell'oceano; perché la mia speranza non è nelle sue vele, nel suo timone, neppure nella perizia dei marinai, ma nel Signore, unico mio pilota, sola ancora di mia salvezza ».
Abbiamo quindi confidenza!
Leggiamo nella vita di S. Giov. B. La Salle, che negli anni terribili della carestia, rivolgeva ai suoi discepoli le memorabili parole: « Più ci abbandoniamo alle cure paterne della Divina Provvidenza, più ella è sollecita a non lasciarci mancar nulla; - e aggiungeva - Gesù provvederà a tutto ciò che vi occorre se voi sapete santificarvi e compiere il meglio possibile i doveri del vostro stato ».
« Rianimate sempre più la vostra confidenza nella bontà infinita di Dio e fategli onore, abbandonandovi completamente in Lui », ripeteva egli in altra circostanza.
Dopo le parole del Signore, l'esperienza di tutti i santi, i miracoli della Divina Provvidenza, non ci resta, nel nostro apostolato di bene, che ripetere all'animo nostro le tre grandi parole che possono compendiare tutte le virtù dei santi: « Pazienza, Coraggio, Confidenza ».