La glorificazione suprema di due Discepole di G. C. |
B90-A3
La divozione a Gesù Crocifisso, praticata con fervore e perseveranza, forma i santi.
Infatti scrive S. Paolo: « Sono attaccato alla Croce di Cristo e allora non sono più io che vivo, ma è Gesù che vive in me ».
I divoti della Croce fanno rivivere in se stessi il Maestro Divino pendente dalla Croce, dalla quale Egli, come da una cattedra sublime, imparte loro le più alte lezioni di santità.
Che ciò sia vero ce lo dimostra la Santa Chiesa che sta per glorificare, con l'infallibile oracolo della Canonizzazione, due Discepole di Gesù Crocifisso, le quali, alla scuola della Croce, hanno imparato a far rivivere in se stesse il Maestro divino che ora le premia anche con la suprema glorificazione in terra.
Sono esse le due Beate Gemma Calgani e Maria Pelletier, che il Sommo Pontefice Pio XII inscriverà il 2 Maggio p. v. nel catalogo dei Santi, essendo ormai terminate tutte le procedure canoniche relative alla loro canonizzazione.
« L'una e l'altra - scrive il S. Padre - ci ripetono il segreto della santità, il segreto di tutti i Santi, di tutte le anime generose che conoscono la vita interiore di Dio: questo segreto è il Crocifisso, la Passione redentrice del Salvatore.
Gemma Galgani e Maria Pelletier furono due appassionate amiche di Gesù Cristo e della sua Croce; due insaziabili partecipanti ai dolori, alla Passione di Gesù Redentore, sempre vivendo ed operando per raccogliere appunto più largo frutto dalla Redenzione che costò il Sangue di un Dio, e perché fosse sempre più largamente benefico e perché a un più largo numero di anime questo stesso frutto fosse applicato ».
Queste due devote di Gesù Crocifisso non potevano restare inerti; la loro devozione non doveva rimanere circoscritta nel loro interno: doveva necessariamente trovare uno sfogo esteriore, uno sfogo di apostolato, « perché i divoti della Croce - scrive il S. P. Benedetto XV nel suo autografo ai nostri Associati - devono predicare con la voce e con l'esempio Jesum Christum et hunc Crucifixum ».
E infatti la Beata Gemma di Lucca offriva tutta se stessa, le sue pene, i suoi dolori, le sue penitenze, le sue ardenti preghiere per la conversione dei peccatori.
Circa l'anno 1900 ce n'era uno di questi sventurati di cui Ella sospirava la conversione, e un giorno conversando amabilmente con Gesù Crocifisso gli disse: « Gesù, dammi quell'anima; la voglio, la voglio! ».
« La vuoi? - le rispose Gesù - Comprala! ».
« E che devo fare per comprarla ? »
« Sappi, figlia mia, che le anime mi hanno costato dolori, umiliazioni, preghiere, lacrime e sangue.
Solo a questo prezzo le ho comprate ».
La generosa discepola di Gesù Crocifisso intese perfettamente il linguaggio divino, e diedesi a moltiplicare le privazioni, le penitenze, le umili suppliche in favore di quell'anima.
Per ultimo, vedendo che i suoi sforzi non valevano ancora a strappare da Gesù la sospirata grazia, interpose la mediazione dei meriti di Maria SS. Addolorata e disse al Divin Crocifisso: « Ti offro tutte le pene, le lagrime, i dolori della tua Immacolata Madre.
Oh, a Lei non vorrai resistere! ».
Le sante industrie della B. Gemma, ma più che tutto la sua insistenza nella mediazione di Colei che è chiamata la « Mater Crucifixa » ottennero la più completa vittoria; Gesù le fece comprendere che era riuscita a « comperare » quell'anima peccatrice, ma la Serva di Dio, umile sempre, attribuì la vittoria al SS. Crocifisso esclamando vivamente: « Gesù, hai vinto! Sei tu il Vittorioso! ».
Non altrimenti operò la B. Maria Pelletier per riuscire nella conversione delle anime traviate.
Fondatrice delle Suore del Buon Pastore, si era votata con le sue Consorelle alla Redenzione delle giovinette cadute nei lacci di Satana e alla preservazione delle pericolanti.
Ma spesso si trovava dinanzi ad anime riottose a convertirsi, e costretta ad impegnarsi in una lotta estenuante col nemico d'ogni bene, risoluto a non cedere così facilmente la preda.
Come riuscire vittoriosa in sì terribili frangenti?
Gesù le fece intendere che solo per mezzo della divozione al SS. Crocifisso avrebbe potuto ricomprare le anime e vincere l'ostinazione di Satana che non voleva cederle.
Allora Essa divenne una fervente amante di Gesù appassionato, si fece propagatrice della divozione al Divin Crocifisso tra le sue Suore e tra le giovinette dei suoi « Rifugi », camminò sulle orme sanguigne del Redentore con le penitenze, le lagrime e le preghiere incessanti, e ottenne non solo conversioni, ma frutti insperati di santità, là dove non c'era che degradazione morale e fango di peccato.
Con la glorificazione di queste due Discepole della Croce, Gesù Crocifisso vuoi farci comprendere che la Divozione alle Sue Sante Piaghe è fonte di santità, di fratellanza cristiana, di pace e di benessere sociale.
È il gran mezzo di combattere e vincere il nemico dell'uman genere che si sforza di seminare invidie, cupidigie, errori, discordie e guerre fratricide.
Lo aveva compreso anche il grande scrittore Chateaubriand, l'autore delle due opere famose: « I Martin e il Genio del Cristianesimo ».
A Parigi nel Luglio del 1848, l'illustre letterato di Francia era agli estremi, e dopo aver ricevuto con edificante pietà i Santi Sacramenti, stava attendendo tranquillamente la morte.
Ad un tratto giunse al suo orecchio un rombo di cannone.
Chiese cosa fosse e gli fu risposto che era la rivoluzione che trionfava per le vie di Parigi.
Allora il vecchio morente, avvicinando alle labbra il Crocifisso che teneva fra le mani, esclamò sospirando: « Povera umanità, se non torni al Crocifisso, tu sei perduta! ».
Il monito del grande scrittore lo ripete novant'anni dopo all'umanità sconvolta e inquieta il Santo Padre Pio XII e additando le due Beate che Egli si accinge a glorificare con l'aureola dei Santi, ammonisce quale Padre e Maestro: « Nel Crocifisso la Santità, nel Crocifisso la salvezza ».
Fr. Ernesto.