Il Crocifisso tesoro dell'Umanità

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( Seguito - vedi num. precedente ).

I Vescovi del Medio Evo.

La Croce di Gesù, in mano ai Vescovi dell'età di mezzo, operò ogni sorta di prodigi.

È celebre il Vescovo S. Grato di Aosta, che per mezzo del segno della Croce debellò tante volte gli uragani, i fulmini, la grandine e altre spaventose intemperie che minacciavano le sue popolazioni.

S. Patrizio, Vescovo d'Irlanda, in virtù della Croce arricchì talmente di grazie e di portenti il popolo di quell'isola, da far giustamente pensare che il così detto « Pozzo di S. Patrizio », passato in proverbio per indicare un tesoro senza fondo, non fosse altro che la Croce di Gesù da cui egli sapeva attingere ogni celeste favore.

Ai tempi di Carlo Magno, un branco di empi e di assassini durante una rivoluzione scoppiata in Roma, cavò gli occhi e la lingua al Papa San Leone III, ma Gesù Crocifisso con un miracolo inaudito restituì al Santo Pontefice gli occhi e la lingua perché continuasse a governare la Chiesa.

S. Ubaldo, Vescovo di Gubbio, aveva la sua diocesi infestata da demoni che vi fomentavano discordie, malattie, devastazioni.

Ebbene, col segno della Croce e con la devozione a Gesù Crocifisso, il Santo Pastore riuscì a liberarla da questi diabolici malanni, e in modo speciale dal saccheggio che l'imperatore Federico Barbarossa le minacciava con le feroci sue soldatesche.

S. Giòsafat, Vescovo nella Polonia, fin da giovanotto si abituò ad onorare Gesù Crocifisso e ogni sera non si coricava mai senza averlo pregato e baciato con effusione.

Gesù premiò visibilmente questa sua devozione, perché una sera dal Crocifisso uscì come un dardo luminoso che ferì il cuore del pio giovane e tutto l'infiammò di celeste amore.

Divenuto Sacerdote e poi Vescovo, S. Giòsafat trovò nel SS. Crocifisso tanfo zelo industrioso e tal potenza di prodigi da convertire numerosi eretici, far tornare nel seno della Chiesa tanti poveri scismatici e piegare a penitenza innumerevoli peccatori.

E riuscì così bene in sì difficile impresa, da irritare contro di sé il nemico infernale, che gli suscitò persecuzioni d'ogni sorta.

Ma il santo Pastore, armato del suo Crocifisso, sostenne impavido ogni tribolazione per la causa delle anime, fino a offrire generosamente la vita per salvare il gregge spirituale a sé affidato.

I Vescovi dell'età moderna.

I Vescovi di questi ultimi secoli non furono degeneri dei loro predecessori in fatto di fiducia nella virtù possente della Croce di Gesù: essa è sempre stata il loro tesoro.

S. Carlo Borromeo lo si vede ognora effigiato col Crocifisso in mano o al suo fianco, perché lo meditava del continuo, attingendo da Lui quello zelo prodigioso, quella fortezza magnanima, quel sacrificio eroico che lo resero il più popolare dei Vescovi Santi.

Devotissimo della Passione di Gesù, diede prove di grande venerazione per la S. Croce, per il S. Chiodo, per la S. Sindone di Nostro Signore, animandosi con questa devozione a soffrire volentieri per amore delle anime.

E quando, scoppiata la peste, tutte le autorità erano fuggite da Milano per paura del contagio, egli rimase in mezzo al suo popolo e, armato della Croce, si gettò fra gli appestati, confortando, aiutando, operando prodigi d'ogni, genere, offrendosi al Signore vittima per i suoi fedeli.

Morì egli infatti, ma la peste cessò del tutto, e con essa, per l'opera e gli esempi del grande Arcivescovo, cessò un'altra peste ben più grave per la Chiesa: quella dell'ignoranza, degli errori e dei vizi che egli aveva sempre combattuto, appoggiandosi al Crocifisso.

( Continua )

Fr. Ernesto.