Casa di Carità Arti e Mestieri |
B98-A7
Scuola festiva e serale
È quasi l'ora dell'entrata, gruppi di giovani e di uomini aspettano fuori nella via: chi parla, chi ride e chi si diverte.
Appena aprono il cancello si vuol entrare tutti insieme, come se si andasse ad una festa.
Poi, chi va a prelevare il necessario per il disegno o per la sua lezione, chi va per la giustifica delle assenze o chi va direttamente in classe.
Sono sempre molti gli alunni che, prima di poter entrare in classe, debbono munirsi del consenso del Signor Direttore, che non si accontenta di parole, ma vuole la giustificazione scritta o la presenza dei parenti.
Nella nostra classe nei primi giorni c'era sempre molto baccano durante l'ingresso: fischiavano, cantavano e volentieri giocavano col feltro della lavagna, finche si ruppe e si dovette pagare da tutti un bel vetro.
Ora invece non più baldoria: c'è un Insegnante che ci tiene duri, alla morsa, non transige più uno scherzo se no ci sospende.
Prima che suoni il campanello ci siamo già abituati a mettere fuori i nostri libri e a studiare con buona volontà e a finire i compiti che ci assegnano ogni settimana.
In questa Scuola della « Casa di Carità » le aule si debbono rispettare, tener pulite, perché sono mantenute con i soldi di buoni cristiani, che con le loro offerte hanno fatto fiorire una così bella Scuola.
I nostri Insegnanti vengono volentieri, e senza farsi pagare, ad insegnarci per metterci sulla buona strada e farci divenire buoni operai e specialmente buoni cristiani.
Aldo Crotto - I B. Serale