Il nostro dovere |
B99-A4
Ci riferiamo all'argomento di cui al numero precedente del nostro Bollettino: « Dirai ai Torinesi che io voglio loro bene; ed essi vogliono essere per me? ».
Ci pare che il Signore in questa frase, che il suo cuore ha dettato a Fra Leopoldo il 30 Aprile 1915, supplichi e domandi quello che sarebbe nostro dovere di dare.
Gesù non vuole imporre la sua volontà a dispetto degli uomini, ma vuole che siano essi ad accettarla volontariamente per dar loro la possibilità del merito; a questo proposito giova però ricordare che sarebbe sommamente pericoloso agire non conformemente al volere Suo.
Tacciano quegli insensati, che nelle mene e negli affanni della vita, fanno loro stessi e le loro possibilità di agire, responsabili massimi delle vicende umane.
È troppo evidente, per soffermarci, che la vita non è frutto esclusivo della volontà umana, ma piuttosto frutto dell'antiveggenza e della Provvidenza di Dio, malgrado l'affannarsi, spesse volte blasfemo, degli uomini stessi.
Nell'invito di Dio non ci sono né mezzi termini, né soluzioni intermedie: c'è soltanto l'adesione o l'atonicità completa, ed occorre scegliere tra l'uno e l'altro senza tergiversazioni di sorta.
Tra le due soluzioni vogliamo sperare, e per questo preghiamo ardentemente Iddio, che la parte eletta dei torinesi abbia scelto quella più consenziente alle sue tradizioni religiose e più conveniente per essa stessa.
Sarebbe una responsabilità troppo grande avere creato la propria infelicità, ma sarà una immensa gioia essersi aiutati nel raggiungimento dell'ideale che Dio, nella sua bontà ha voluto ancora proporci, ben sapendo che gli uomini nella loro stoltezza se ne erano dimenticati.
Accogliamo l'invito di Dio e non lasciamolo cadere nel vuoto; è l'imperativo categorico dell'ora ed è l'unica via di soluzione che resta, non soltanto ai torinesi, ma a tutta questa umanità sconsolata, che si affanna in contese per le quali ha dimenticato la sua origine e il suo fine.
Altre volte i torinesi hanno risposto all'appello di Cristo e si sono dimostrati degni dei favori che Egli ha loro elargite, ma mai come nelle storiche ore che la nostra cara Patria attraversa, l'invito suo ci viene direttamente al cuore, suadente e dolce, sforzandoci verso il nostro dovere, verso la dedizione piena ed assoluta, verso la riconoscenza filiale e l'obbedienza integrale.
Voglia Iddio accogliere il nostro voto e si degni per questo darci i lumi della sua grazia, unitamente a quelli della sua Madre Santissima, che preghiamo per mezzo del suo gran divoto, Fra Leopoldo, che è stato scelto da Dio quale trasmettitore dell'invito prezioso.
L. G.