Di paese in paese |
B134-A12
Questa rubrica appare normalmente come un codicillo, o appendice che dir si voglia, del nostro Bollettino.
Quindi ciò che ci si scrive, cade in angolo di scorcio.
Ma è pur vero che quanto si legge per ultimo incide di più nella memoria, quando abbia vigore di accenti espressivi di vita.
Nessuna meraviglia perciò, se i dati che sto per citare, trovano posto in quest'ultima pagina.
Essi si riferiscono alla Divozione a Gesù Crocifisso.
Non occorre dar loro colore di commenti o far rullare tamburi di sensazionalità.
Bastano i dati nella loro asciutta, scarna presentazione. Eccoli.
Secondo le nostre statistiche aggiornate, sono stati stampati finora 8.293.000 ( a nostra conoscenza ) foglietti di quella santa preghiera, diffusa nelle seguenti quattordici lingue: latino, italiano, francese, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese, fiammingo, polacco, ungherese, rumeno, greco, arabo, malgascio, ( Madagascar ).
In poco più di quarant'anni. È molto.
Tuttavia può essere considerato un movimento iniziale, se si pensa che con questo primo quadrimestre 1952, sull'esempio del Centro Lasalliano di Canoas ( nello Stato Brasiliano del Rio Grande do Sul ), altri Centri Lasalliani hanno assunto in proprio la stampa e la diffusione della Divozione allo scopo di permearne il più possibile ogni strato sociale dei loro Distretti: la Casa Romana del Colle La Salle, per il Distretto Italiano centro-meridionale, e quella Tarragonese di Cambrils, per tutta la Spagna.
Alla quale non tarderà a seguire un Centro ufficiale Colombiano.
Dico ufficiale, perché esiste già in quel paese un centro promotore che fa capo ( sia consentito di nominarlo ancora ) al caro ed infaticabile Hno. Justo Angel di Barranquilla ( l'ultima sua tiratura, in una volta sola, fu di quarantamila esemplari ).
Codesta non è unica eccezione privata tra i Fratelli delle Scuole Cristiane.
Il numero delle loro iniziative va sempre crescendo, sotto tutte le latitudini.
È dell'anno scorso, nel tricentenario lasalliano, quella singolare impresa di quattro Fratelli Canadesi, di seguire per tutto il territorio del loro distretto ( Montreal ) un itinerario, che durò cinque mesi e mise in mostra, a migliaia di sacerdoti e di religiosi e a diecine di migliaia di allievi e familiari, la storia del loro Istituto, le sue opere, i suoi monumenti, tra i quali, in particolare rilievo, la Divozione.
È di questi giorni la richiesta di quei salutari foglietti pervenuta dall'isola Maurizio ( Oceano Indiano ), da un Fratello che se ne vuol fare propagatore per il bene delle anime che gli sono affidate, d'ogni razza e condizione.
E nel prossimo giugno la preghiera fraleopoldina sarà solennemente recitata, per ordine del Rev. Fratel Visitatore di quelle lontane terre di missione, per le celebrazioni centenarie del primo sbarco dei Fratelli in Malesia.
E da poco è noto il caso di quell'umile ed esemplare campagnola Brasiliana che, pur abitando in una fattoria sperduta e lontana da ogni centro popolato, viene a conoscenza della Divozione, se ne fa zelatrice attiva e riesce - chissà con quale sacrificio di tempo e di strada - a mettere insieme un primo elenco di cento Ascritti.
Non è tutto qui. La Divozione è entrata in altre comunità, che l'hanno adottata diffondendola.
Poiché la preghiera fraleopoldina appartiene ormai alla Chiesa.
Ed è certo singolare questa notizia che deduco da un preziosissimo documento dell'On.mo Fratel Superiore Generale dell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, vertente sull'Unione Catechisti ( cfr. circ. 328 del 19 marzo 1949, pag. 22 ): " Senza che alcuna pratica sia stata svolta prima, essa ( la Divozione ) fu inserita dalla S. Penitenzieria nell'edizione delle Preces et Pia Opera, a sostituire una preghiera simile, che tuttavia era assai venerata per origine ed antichità, essendo attribuita a Santa Chiara d'Assisi ".
Tutta questa eco prodigiosamente immensa ha avuta la sua prima onda di suono dal cuore di un povero frate laico francescano, sconosciuto, il nostro Fra Leopoldo, il quale affidava ad alcuni intimi le prime copie della sua preghiera, trascritte a mano, continuando ad eleggere per sé l'ombra ed il silenzio.
Quell'ombra di Dio è luce solare. Quel silenzio e eloquenza di Spirito che echeggia ben più alto e più lontano di qualunque nostro strepito, di poveri flati di un giorno.
Il nomade