Vita dell'Unione |
B135-A5
Ci era già stata la Madonna Pellegrina.
L'8 di aprile del 1949 vi aveva sostato a sera inoltrata, in un serto di luce, tra le fiammelle tremolanti dei ceri e le lingue ardenti delle fiaccole, durante il Rosario meditato e precisamente all'ultimo mistero doloroso.
La nuova sede dell'Unione Catechisti e della Casa di Carità Arti e Mestieri non era ancora stata occupata.
Per farlo, si doveva ancora attendere un anno e mezzo.
Quella visita e quella sosta furono dunque come l'avvio definitivo verso l'apertura.
La Madonna prepara sempre le vie.
Ed ora la visita e la sosta sono state fatte da Nostro Signore, sotto le adorabili Specie Eucaristiche, durante la solenne processione parrocchiale del Corpus Domini, svoltasi la sera del 22 giugno ultimo.
È stata una vera e propria presa ufficiale di possesso.
Da un altare degnamente improvvisato ed eretto contro la parete esterna dell'edificio che dà sullo spiazzo d'accesso frontale, ha avuto luogo all'aperto il rito commovente della Benedizione Eucaristica, impartita dal caro Don Vittorio Ferrero, curato della Parrocchia di San Giuseppe Benedetto Cottolengo e già allievo ( simpatica coincidenza fortuita ) della Scuola di via delle Rosine e perciò assiduo dell'Unione Catechisti.
Nell'animo del nostro buon Parroco di N. S. della Salute, Rev. P. Mario Cugnasco dei Giuseppini, che per circoscrizione territoriale presiedeva alla manifestazione eucaristica, quella benedizione voleva essere, con pensiero piamente felice, non soltanto simbolo di possesso e di pace cristiana per la nostra nuova sede, ma anche simbolo di possesso e di pace cristiana per tutta l'area circostante, sulla quale sorgono massicce grandi industrie cittadine: La Fiat Ferriere Piemontesi, la Michelin, la Pirelli-Superga.
In quell'area arroventata di odi di parte, si è levata benedicente l'immacolata Vittima dell'amore per gli uomini, nel silenzio immoto, tra la folla dei fedeli raccolta sulla via lungo il fosso erboso, inginocchiata, di cui una siepe si avanzava lungo il muro dell'edificio, formata dal gruppo serrato dei Catechisti e dei loro allievi: operai e figli di operai.
Quella processione si rinnova ogni anno. Fa del bene.
È uno spettacolo di fede, che nel nostro rione operaio fa comporre sorrisi increduli e tacere frizzi ignoranti.
Ma è una manifestazione eccezionale per eccessivo intervallo di tempo, anche se regolare per periodicità.
In questa zona, che quel braccio di ferrovia ( Ciriè-Lanzo ), avvallato lungo la via Stradella, praticamente esclude gli abitanti dalla loro chiesa e parrocchia di N. S. della Salute, ci vuole una manifestazione pubblica di fede, stabilmente.
Ci vuole una Cappella, che richiami e solleciti la frequenza della popolazione che vi abita, offrendole comodità di funzioni religiose.
Ci vuole in sostanza una Cappella che faccia, per così dire, da succursale alla Parrocchia.
Il Rev. Signor Parroco non chiederebbe di meglio, per il bene delle anime in prevalenza assenti che gli sono affidate.
D'altra parte, otterremmo, noi, due vantaggi, con l'apertura della Cappella, la quale è già in corso di costruzione e fa corpo col nostro edificio di corso Benedetto Brin, con accesso però da via Orvieto.
Il primo vantaggio è questo; che verrebbe restituito ad uso di aula il vano che attualmente è adibito ad uso di Cappella per gli allievi.
Ed il secondo vantaggio è quest'altro: che nella nuova Cappella potrebbero essere accolti tutti quanti insieme per una unica funzione gli alunni di tutte le classi di un corso, diurno o festivo che sia, con la celebrazione di una sola Messa ( invece di due ), con economia di tempo e con beneficio della disciplina scolastica.
Il più è già fatto. Abbiamo bisogno della spinta finale.
Chi ci vuole aiutare in questa opera assolutamente necessaria per la salute morale della nostra periferia?
Il capitale mancante è cosa da poco in confronto alla spesa totale.
Chi ci vuole aiutare? Ispiri Iddio!
In questo quadro di Carità, i sacerdoti non mancano.
Sono i bravi PP. Giuseppini della Parrocchia, naturalmente, ed il nostro sempre faceto Cappellano, il Rev. Prof. Don Corrado Casalegno dell'Ateneo Salesiano, che ne ha una sempre pronta per tutti e che sa caritatevolmente scendere come allievo tra allievi.
Se ne è già diffusamente parlato sul Bollettino, anche dedicando a quest'opera dei numeri unici.
Ma non sarà male mettere nuovamente a fuoco quest'Opera, negli scopi e nell'espletamento, per quel numero non trascurabile di lettori che si è andato via via aggiungendo ai fedelissimi delle origini.
L'opera è patrocinata dall'Unione Catechisti e particolarmente affidata alle cure dei Catechisti anziani.
Lo scopo, come tutti sanno o immaginano, è quello di fare regolarmente celebrate nei giorni di precetto delle Messe, la cui assistenza sia composta soltanto di poveri, affinché essi non siano allontanati dall'osservanza dei doveri religiosi festivi per la vergogna della miseria della loro presenza e del loro abito.
L'Opera non consiste in una sola sede, come più d'uno erroneamente ritiene, ma si compone attualmente di tre sezioni, due maschili ed una femminile, con un totale di almeno duecento poveri.
Le due sezioni maschili trovano generosa ospitalità presso due case di quella Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, che non è mai sorda al gemito.
E sono, una intitolata a « Bice Boggio », in via Cibrario, 20; l'altra, intitolata a « Suor Luisa Montaldo », in via Villa della Regina 20.
La sezione femminile, invece, ospitata dal Ricovero Municipale ed intitolata a « Fra Leopoldo » è in via Moncrivello 3.
Come si vede, anche in questo campo del dolore e della pazienza uno sviluppo c'è stato.
Nella sezione di « Suor Luisa Montaldo » i Catechisti, coadiuvati da assistenti, provvedono ogni sabato pomeriggio a radere la barba ed a tagliare i capelli ai poveri che si presentano.
In tutte le sezioni si celebra la Messa nei giorni festivi, si commenta il Vangelo della festività, si spiega qualche brano del Catechismo, adatto il più possibile alla qualità dei presenti.
Si conclude sempre con la distribuzione di pane e minestra, che vengono consumati in sezione.
Quando si può, si consegnano pure capi di vestiario e somme purtroppo limitate di denaro.
La Divozione a Gesù Crocifisso non viene mai trascurata.
Viene anzi recitata ad ogni riunione.
Questo Gruppo, di cui demmo notizia nel Bollettino N. 3 del maggio-giugno 1951, ha già raccolto un buon numero di francobolli italiani e stranieri, usati, per farne cambio e commercio, devolvendone il ricavo a favore dell'attrezzatura dei laboratori della Casa di Carità Arti e Mestieri.
Lo rammentiamo ai collezionisti principianti affinché ci consultino, ed ai sostenitori affinché continuino nell'invio di francobolli, di qualunque entità, epoca o paese. Grazie.
Si ricorda che per le offerte fino a L. 300 ( trecento ) non emettiamo ricevuta per economia di spese postali.