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B135-A10
Il giorno 18 maggio di quest'anno è salita all'onore degli altari la beata Raffaella Maria, Fondatrice dell'Istituto delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù.
Nacque a Pedro Abad ( Cordova, Spagna ) nel 1860. Morì a Roma nel 1925.
Il suo Istituto ha fatto proprie le Costituzioni di Sant'Ignazio, opportunamente adattate alla condizione e agli scopi della nuova Congregazione Religiosa.
L'osservanza di tali Costituzioni non fu ritenuta troppo ardua per delle donne.
A questo proposito il Rev. Padre Generale della Compagnia di Gesù si pronunciò allora in questi termini: « Le Costituzioni del nostro Santo Padre sono piene dello Spirito di Dio, e lo Spirito di Dio non fa distinzione tra uomo e donna ».
L'azione della Madre Sacro Cuore ( così veniva abitualmente chiamata la Beata Fondatrice delle Ancelle ) fu linearmente rapida.
Innanzi tutto, attendeva che le si dichiarasse la volontà di Dio.
Come fa il soldato che attende l'ordine di marcia.
Poi questa mirabile Stratega di Cristo distribuiva le urgenze del piano di azione.
1° ) Dare all'Istituto solido corpo fisico vitale.
2° ) Plasmarne a perfezione l'anima.
La prima fase intercorre tra il 1877 e il 1893. Sedici anni giusti.
Sei case fondate in Spagna: Madrid, Cordova, Jerez, Saragozza, Bilbao, Cadice.
Le radici nella Patria d'origine sono assicurate.
Ci vogliono radici nella Patria comune: Roma.
E viene fondata la sede romana.
La seconda fase intercorre tra il 1893 ed il 1925. Esattamente trentadue anni. Il doppio di tempo.
La Fondatrice pensa all'anima propria che trasfonderà nell'Istituto, come l'esempio della madre si riflette nei figli.
Nel 1893 ella rassegna le dimissioni da Superiora Generale della Congregazione Religiosa e si ritira nel nascondimento più assoluto, non più distinta da incarico di sorta: l'ultima tra le minime.
Fino alla malattia che la conduce alla tomba.
L'esercizio della vita interiore è pure incontrastabile impulso alla vita versò l'esterno.
È il miracolo, ordinario se così si può dire, dello Spirito di Dio.
In quell'intervallo di tempo di trentadue anni, le case della Comunità si quadruplicano: ne sorgono altre ventitré.
Tredici in Spagna, tre in Italia, due in Argentina, due in Inghilterra, una a Cuba, due nel Perù.
Ora sono, estese a sedici Stati ed a tre Continenti.
L'opera-fulcro sulla quale viene sollevato a luce l'Istituto, è la riparazione.
Da questa irradiano tutte le altre.
Quelle preferite, anzi predilette dalla Madre Sacro Cuore, sono due: i cicli preparatori alla Prima Comunione e le scuole gratuite per ragazze povere.
Alle due povertà, spirituale e temporale, opponeva il benessere di due rimedi: Eucaristia ed assistenza al lavoro.
Con quei rimedi si sarebbero formate le generazioni nuove.
La sua ansia trepidante era per le anime.
Ninguna se pierda. Non se ne perda nessuna.
Il nomade
Per raggiungere quel profondissimo silenzio d'anima, la Madre Sacro Cuore meditava spesso, giornalmente, sul testo di un libretto, del formato di quelli da messa, intitolato Mese di Maria delle Anime di vita interiore ossia la Vita di Maria posta per modello alle anime di vita interiore e tradotto dal francese ( Marietti, Torino, ultima edizione 1935, 50° migliaio, pp. 436, L. 50. ).
Il capitolo più gustato era il XXII: Silenzio di Maria - Modello della vita silenziosa.
Il silenzio della Madre Sacro Cuore era giunto a tal grado che lo stesso suo direttore spirituale ignorava che ella fosse la Fondatrice dell'Istituto.