Frère Athanase - Emile S. C.

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Un grande, generale rimpianto ha destato la subitanea scomparsa dell'On.mo Fr. Athanase - Émile, Superiore Generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

Giustamente il suo Istituto andava fiero di un capo così eminente, la cui statura fisica era come un simbolo della statura morale; la cui fisionomia grandemente espressiva irradiava la luminosa ricchezza interiore di saggezza e di forza, di tenerezza e di nobile passione.

La sua parola facile e calda non lasciava nessuno indifferente o incerto.

Il suo gesto imperioso non permetteva esitazioni o sbandamenti.

Tutte le risorse di una gran mente e di un gran cuore erano tese a realizzare un grande disegno: il disegno indicato dal Santo Fondatore, al quale sempre si riferiva, con assoluta fedeltà.

In questo disegno apostolico, di cui Dio stesso è l'autore ed i suoi Santi sono i profeti, egli vide il posto spettante all'Istituto Secolare dei Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata: lo riconobbe e lo sanzionò.

Egli resterà per sempre il Superiore che aprì le braccia ai catechisti per stringerli al cuore dei Fratelli e collocarli ufficialmente nella grande famiglia lasalliana.

Già il suo predecessore, l'indimenticabile Fr. Junien Victor, aveva concesso ai catechisti l'eccezionale privilegio dell'affiliazione all'Istituto dei Fratelli: a questo provvedimento non era stato estraneo l'allora Assistente Fr. Athanase - Émile, come egli stesso amava ricordare.

Salito poi alla direzione, suprema dell'Istituto diramò quella circolare del 19 Marzo 1949 con cui presentò e raccomandò l'Opera del SS. Crocifisso ai Fratelli di tutto il mondo.

A lui dunque si riferiscono quelle parole rivolte da Gesù a Fra Leopoldo e da questi segnate nel suo diario, che oggi, dopo la dipartita di entrambi leggiamo con compiacimento e con molta commozione: « Dirai al Superiore Generale delle Scuole Cristiane che se manda una sua circolare in tutte le case, Gesù non solo lo stringerà al Suo Cuore Divino, ma gli darà l'eterna gloria ».

Il primo incontro dei catechisti con il Fr. Athanase - Émile risale al 6 Gennaio 1936, nel qual giorno essi erano riuniti per il ritiro mensile alla Villa Nicolas Superiore.

Un gruppo di Assistenti, in viaggio per Roma, salì alla villa e comparve improvvisamente in mezzo a loro.

Erano il Fr. Athanase - Émile, il Fr. Dionysius attuale Vicario Generale, e il Fr. Francesco.

Parlò a nome di tutti il Fr. Athanase - Émile, dichiarando di volersi esprimere in francese, perché è la lingua di S. Giovanni Battista de La Salle, per raccomandare a tutti di curare la propria santificazione, che è la radice e la sorgente di ogni apostolato.

Il suo discorso fece un'impressione profonda e suscitò molto entusiasmo nei catechisti.

Da allora non cessò più un vivo affetto reciproco, che si accrebbe ancora, quando egli salì alla carica suprema dell'Istituto, e non tralasciò occasione per dimostrarlo.

Il 10 Febbraio 1949 l'On. Fr. Athanase - Émile venne ricevuto alla Casa di Carità Arti e Mestieri nella vecchia sede di Via Feletto e poi accompagnato alla nuova sede di Corso Benedetto Brin in corso di costruzione.

Fu un ricevimento cordialissimo, che gli diede occasione di esprimere il suo compiacimento e di lasciare preziosi consigli ed incoraggiamenti, assai opportuni nel momento difficile che i catechisti stavano attraversando.

Chi avrebbe immaginato che la sua fine fosse così prossima?

Si sapeva che un insidioso disturbo al cuore, effetto delle fatiche e degli eccessivi strapazzi, lo faceva soffrire, ma la sua vigoria e il suo coraggio illudevano tutti.

A Barcellona, durante il congresso Eucaristico Internazionale, ebbe un'accoglienza degna di un re e al pontificale di chiusura prese posto con gli arcivescovi e i Cardinali. Il Card. Frings, suo grande amico, volle celebrare in suo onore un pontificale solenne al Collegio di N. S. della Bonanova, in cui egli risiedeva.

Tutte le case della Catalogna andavano a gara a festeggiarlo ed egli passava dall'una all'altra come un padre amatissimo ed ammirato.

In un discorso a parecchie centinaia di Fratelli convenuti a Barcellona da tutte le parti del mondo, tenuto nella lingua ufficiale dell'Istituto, perché, secondo lui, nessuna circostanza avrebbe valso a far venir meno l'importanza di questo uso, dichiarò che tutti gli onori a lui tributati erano diretti esclusivamente al Santo fondatore.

Poi tracciò un magnifico profilo del Fratello delle Scuole Cristiane, come lo vuole appunto il Fondatore, insistendo sullo spirito di dedizione e sulla vita interiore.

Alla fine di un pranzo d'onore, rallegrato da musiche, discorsi e declamazioni, durante il quale volle che il presidente dei catechisti sedesse alla sua mensa, fra gli Assistenti e i Visitatori, egli fece salire l'entusiasmo alle stelle, riconoscendo ed esaltando il fervore dei Fratelli spagnoli: " Reims ha l'onore di aver dato i natali al S. Fondatore.

Altre città ne hanno accolto l'attività e le opere.

Roma ne custodisce le spoglie. Ma è la Spagna che oggi ne ha il cuore ".

Era la sua domenica delle palme.

Si vedeva che era affaticato e che faceva sforzi per tenersi sulla breccia.

Poco tempo dopo il male lo aggredì con estrema violenza e lui, così attivo, dovette lasciare ogni occupazione.

Era il tempo concesso per gli ultimi preparativi, nel raccoglimento e nel dolore.

Poi venne la chiamata ed il trapasso sereno, edificante.

Ora non è più con noi, ma la sua figura si è eretta e fissata per sempre nella storia dell'Istituto del SS. Crocifisso, come un monumento perenne, a segnare una delle tappe più importanti.

La sua memoria non si cancellerà più dal cuore dei catechisti.

Il Signore gli dia pace e gloria grande.