Casa di Carità Arti e Mestieri |
B139-A3
L'estate testé trascorsa reca in sé un'impronta che la contraddistingue, per quanto ci riguarda, sopra tutto per il fervore dei lavori di organizzazione e di orientamento dei nuovi corsi, le cui proposte relative attendevano nel tempo stesso a Roma l'approvazione del nuovo Governo nato dalle elezioni del 7 giugno.
E parallelamente, simile fervore si è pure applicato alla riorganizzazione razionale, da un lato, del ramo amministrativo-contabile, dall'altro del magazzino e dei laboratori secondo criteri tratti dalla pratica delle industrie, senza natuturalmente raffreddare in alcunché il clima pedagogico proprio della nostra Scuola.
La quale dev'essere scala gradualmente ambientale, che immette nell'industria le giovani reclute qualificate, quasi senza che esse si accorgano del trapasso, ma pronte e preparate, tuttavia, ad agire medicamente sul grosso dei veterani mediante la propria formazione umana, sociale, cristiana.
Si ha sempre e più che mai in mente questo principio:
1) la gratuità della nostra Scuola non deve in alcun modo pregiudicare la sua efficienza, che deve naturalmente valersi di tutto quanto è man mano offerto dal progresso tecnico;
2) in pari tempo dev'essere studiato a fondo ogni mezzo adeguato alle nuove esigenze sempre evolventi e tendente a concretare una sempre più efficace azione risanatrice del ceto operaio nell'officina e nella famiglia.
La grandiosità di simile impresa, messa in confronto principalmente col numero troppo esiguo di coloro che vi si dedicano, può impressionare.
Certo. Un passo dopo l'altro, noi andiamo comunque avanti con buona volontà, lasciando fare il resto al Signore, le cui benedizioni si traducono in atto con l'umano concorso intelligente di sforzi onesti.
Ed un passo dopo l'altro, dalla sempre più esatta coscienza dei complessi problemi ogni giorno insorgenti tra il mondo del lavoro e la Casa di Carità Arti e Mestieri, s'incomincia ad intravvedere il senso e la possibilità di attuazione del sogno di Fra Leopoldo, in relazione con quest'Opera che si dovrebbe estendere, dovunque, nel mondo.
Molto fruttuosa ed opportuna, anzi necessaria questa ripresa di contatti tra la Direzione e gl'Insegnanti nell'imminenza del nuovo anno scolastico: esattamente il 27 settembre scorso.
È il punto della situazione che doverosamente si fa in famiglia prima di accingersi ad una nuova fatica.
Ha diretto il Convegno il Presidente della Scuola.
Svolte, due relazioni: la prima, del Prof. Don Corrado Casalegno, Salesiano; la seconda, del Direttore Generale della Scuola, presentando in sintesi:
a ) il problema dell'istruzione messo in rapporto con quello dell'educazione
b ) la situazione odierna della Scuola.
La riunione è parsa così efficace e necessaria da far stabilire senz'altro che una relazione sull'andamento della Scuola dev'essere fatta nell'ultimo sabato di ogni mese, per gl'Insegnanti, e secondo quegli sviluppi che parranno di mano in mano utili e consigliabili.
Farà piacere di apprendere che il numero delle grandi Aziende che ci affidano figli di dipendenti è aumentato, con l'adesione della Viberti.
E non farà minor piacere la notizia che la qualità dei nostri rapporti con gli allievi e con le loro famiglie si fa migliore per approfondimento di conoscenza e per calore di relazioni.
Quest'anno, intatti, alla solita pratica per l'ammissione ai corsi si è aggiunto un colloquio informativo ed orientativo intrattenuto dal Direttore con ogni alunno di corso diurno.
E le lezioni sono state precedute da una presentazione illustrativa della Scuola ai nuovi allievi ed alle loro famiglie, con un successivo e separato invito a queste ultime, inteso a spiegare la necessità assoluta di uno stretto contatto tra famiglia e scuola ed a chiarire come la scuola non sia che la continuazione ed il completamento della famiglia, non solo nel campo dell'istruzione, ma anche, e forse sopra tutto, in quello delicatissimo dell'educazione formativa, specie quando essa intenda assistere giovani dai 14 ai 18 anni.
Contemporaneamente, non è stata certo trascurata un'iniziale presa di contatto con gli alunni dei corsi serali, i quali, lavorando di giorno, godono di assai minore disponibilità di tempo.
Questi ultimi ci sono pure particolarmente cari, perché, nella grande maggioranza, risiedono nello stesso quartiere della nostra Scuola oppure in rioni viciniori e perciò saranno praticamente quelli che ci frequenteranno di più, anche quando avranno lasciato le nostre aule.
Quest'anno, nel totale, è diminuita.
Essa infatti, astrazione fatta dalle dipendenze foranee, è così distribuita:
N°. 126 alunni di corsi diurni,
N°. 218 » » serali,
N°. 215 » » festivi
N°. 539 alunni.
Con mia diminuzione di circa 150 unità, sull'anno precedente, la quale incide unicamente sui corsi festivi, espressamente voluta secondo una reimpostazione di inquadratura, che appare rispondere molto meglio agli scopi proposti a questa nostra Scuola.
Gli addendi che riguardano gli altri due rami dei nostri corri, sono invece in aumento, specialmente quello dei corsi serali.
Eccole. Sono cominciati:
1) con la domenica 4 ottobre i corsi festivi;
2) lunedì 5 i diurni ed i serali;
3) il 12, il corso per i turbinisti di centrale termo-elettrica, con l'intervento dell'ing. Brunetti, direttore generale dell'Azienda Elettrica Municipale, attorniato da funzionari della stessa Azienda, per conto della quale il corso è fatto;
4) il 20, il corso serale biennale di qualificazione per elettromeccanici di cantiere, tenuto per conto del Collegio Costruttori Edili di Torino;
5) ed infine, il 20 stesso, il corso serale per saldatori elettro-ossiacetilenici.
Abbiamo testé nominato l'ing. Brunetti, il quale ha avuto parole di plauso per la formazione integrale che la nostra Scuola si sforza di ottenere negli alunni, e per la collaborazione di ceti prevista, desiderata ed inizialmente in atto.
Debbono poi avere particolare rilievo le visite del prof. Cavallari-Murat, docente di Scienza delle costruzioni .al Politecnico di Torino; del Rev. Don Ossola dell'Azione Cattolica Centrale; del Doti. Graglia, capo-personale della Nebiolo.
Il primo si rende subito conto dell'opportunità dei criteri pedagogici ed orientativi a cui si ispira la Casa di Carità Arti e Mestieri come Scuola, e Scuola di lavoro.
Il secondo rileva immediatamente la caratteristica fondamentale che deriva alla nostra Scuola per essere sostenuta ed alimentata da un Istituto Secolare, l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, apparendo così nuovo strumento di apostolato per l'avvento di una cristiana generazione di lavoratori e per la costruttiva rappacificazione tra ceti.
Ciò che fa auspicare la diffusione di questo tipo di Scuola nel maggior numero possibile di Diocesi e che offre motivo di particolare meditazione in un momento nel quale si dibatte il problema dei preti-operai.
Il terzo apre la via ad un approccio vèrso la probabile e successiva opera di qualificazione e di riqualificazione delle maestranze della Nebiolo.
L'attività fedele e tenace delle Patronesse ha avuto inizio con l'omaggio, fatto loro dalla Scuola, del quadro riproducente la visione di Fra Leopoldo, quella di Gesù Crocifisso all'umanità riconciliata.
E se ben si afferra il nesso esistente tra questa visione ed il sogno dello stesso Fra Leopoldo, delle innumeri Case di Carità Arti e Mestieri disseminate nel mondo, si può affermare che l'attività delle Patronesse della nostra Scuola non poteva incominciare né con migliori auspici né più intonatamente.