Casa di Carità Arti e Mestieri

B157-A3

- Conclusione anno scolastico 1960 - 61

Alla Casa di Carità tutto procede con la regolarità propria di una Scuola.

La popolazione scolastica dell'anno 1960-61 è indicata dalle seguenti cifre:

Allievi
Corsi diurni
4 Corsi di addestramento per meccanici N. 140
8 Corsi di qualifica per meccanici ed elettromeccanici N. 215
12 Corsi diurni per un totale N. 355 355
Corsi preserali
4 Corsi di addestramento per Aggiustatori N. 147
1 Corsi di addestramento per Saldatori N. 42
10 Corsi di qualifica per meccanici ed elettromeccanici N. 218
15 Corsi pre-serali per un totale N. 407 407
Corsi serali
6 Corsi di qualifica per disegnatori particolaristi e per disegnatori meccanici N. 164
3 Corsi di qualifica per operatori elettronici N. 19
9 Corsi serali per un totale N. 183 183
Totale allievi dei corsi normali 945
2 Corsi speciali per autoriparatori ed elettromeccanici delle ditte Lancia e Michelin N. 26
23 Corsi complementari per apprendisti di 2° grado che frequentano in Corso B. Brin N. 570
37 Corsi complementari per apprendisti di 2° grado presso l'Istituto Arti e Mestieri di Corso Trapani N. 1170
Totale generale N. 2711

Anno Scol. 1960-61 - Corsi diurni di qualifica per tornitori, fresatori, rettificatori: gruppo di licenziati.

Anno scol. 1960-61 - Corsi diurni di qualifica per aggiustatori e montatori: gruppo di licenziati

Anno scol. 1960-61 - Corsi diurni di qualifica per elettromeccanici: gruppo di licenziati

Anno scol. 1960-61 - Corsi diurni di qualifica per Attrezzisti-Stampisti: gruppo di licenziati.

Le Varie iniziative che si affiancano alle ore di lezione o di laboratorio sono ormai tradizionali, per cui riteniamo superfluo, per ora, soffermarvisi.

Accenniamo appena alla Commemorazione del Fratel Teodoreto, fatta dal Direttore, Dr. Conti, nel 7° anniversario della morte del nostro Fondatore con funzioni religiose e trattenimenti appropriati; alle funzioni riparatrici del Primo venerdì di ogni mese, che si sono svolte regolarmente sempre con ottima partecipazione degli allievi di tutti i corsi; agli Esercizi spirituali degli allievi licenziati dai corsi diurni, fatti al Santuario di S. Ignazio presso Lanzo con una cinquantina di partecipanti, sotto la direzione del Rev.mo Don Lepori, assistente delle Acli di Torino; alle adunanze delle patronesse, che hanno anche voluto fare una giornata di ritiro alla Casa di Carità, presso la tomba del Fr. Teodoreto.

Preferiamo riferire più ampiamente sulla Colonia Alpina, sistemata al Fiéry a m. 1870 in alta Valle d'Ayas, dall'8 al 28 luglio 1961.

E perciò lasciamo la parola ad uno dei partecipanti, ancor tutto vibrante delle giornate vissute tra le vette.

« Le giornate trascorrono serene e piene di attività.

Iniziano con un incontro col Signore nella S. Messa e si concludono con la recita della Divozione alle Cinque Piaghe davanti a Gesù Sacramentato.

Durante la giornata le iniziative non mancano: dalle movimentate partite di palla a volo, alle brevi passeggiate di alcune ore tra le pinete.

Lo scenario è sempre grandioso, formato dai ghiacciai del Monte Rosa.

Si fissa un programma di escursioni, ma il tempo non ci è favorevole: regolarmente la neve, cadendo, ci offre uno spettacolo di eccezione nel mese di luglio.

Nella speranza di evitare il cattivo tempo e poterci godere almeno una volta un po' di panorama, si decide di tentare in notturna il Gran Tournalin, con la possibilità di goderci pure lo spettacolo del sorgere del sole in vetta.

In lunga fila indiana alla luce delle torce elettriche prima, della luna poi, ci avviarne al piccolo colle che sovrasta l'alpe Sapien.

Data l'ora notturna alcuni passaggi si presentano particolarmente emozionanti, come pure alcuni bagni fatti nell'attraversare il torrente Cortoz a causa di qualche salto maldestro.

Alle ore 1,30 si raggiungono i primi nevai a quota 2600: lo spettacolo che si offre ai nostri occhi ci fa restare incantati ad osservare la luna ed alcune stelle che si specchiano nelle acque tremule per la brezza.

Ma il freddo si fa pungente e ci costringe a riprendere la marcia.

Comincia ad albeggiare quando siamo sulla crestina del Grieshorn ( m. 2900 ) che ci porterà sui contrafforti della parete rocciosa del Tournalin.

Lo spettacolo è tale da far dimenticare il sonno e la nostra stanchezza: il Rosa con i suoi ghiacciai non è quasi riconoscibile sotto questo colore, tanto stranamente vicino per effetti ottici a noi inspiegabili e col sole che sorge proprio lì dietro.

Ognuno si sistema come meglio può sulla crestina ed in un silenzio solenne osserva.

Nemmeno il freddo ed il leggero vento riescono a disturbarci per qualche tempo.

Ripresa la marcia, che ad un certo punto si rende particolarmente faticosa, alle cinque siamo ormai all'attacco della parete che ci porterà sul colle del Tournalin; qualche tratto di corda nei passaggi più impegnativi e finalmente si è sulla cresta, dalla quale si può vedere la Valle di Cervinia.

Ahimè, ancora una volta questo spettacolo ci è negato, perché il tempo si è di nuovo messo al brutto: il Cervino rimane inesorabilmente nascosto.

Malgrado tutto siamo soddisfatti: finalmente abbiamo vinto noi, dopo essere stati sconfitti due volte, giocando di astuzia ed attaccando di sorpresa col favore della notte.

Oltre a questa gita notturna abbiamo fatto escursioni al Col di Nana, al Rirugio Mezzalama, al Rifugio Quintino Sella, alle Cime Bianche e ancora al Tournalin.

Belle gite, direte voi. Provatevi a farle sotto la neve e poi sentirete che gusto.

Tornati a casa regolarmente bagnati fradici ecco ironico il sole che, beffardo, faceva immancabilmente capolino come per chiederci: « Beh, come è andata oggi? »

Ma un bel giorno forse ebbe vergogna: avevamo deciso di concludere il nostro soggiorno alpino con la traversata del Breithorn, che richiede due giorni, ed eravamo stoicamente pronti ad ogni avversità: quel giorno il sole ci fu amico e generoso; non un solo ciuffo di nubi macchiava il ciclo terso.

Si partì dopo avere invocato di cuore la protezione della Mamma Celeste su tutti noi.

La meta era il rifugio Mezzalama, che tu raggiunto per crestina barcollando sotto il peso di zaini carichi di viveri per una settimana!

Al rifugio, una dolce sorpresa: era pieno e abbiamo dovuto dormire in due per brandina.

Il mattino dopo sveglia alle 4,30 e partenza alle 5 con la guida Augusto Favre in testa.

Puntammo sul Becco dell'Aquila, e dopo un po' di roccia si attaccò il ghiacciaio che ci portò al Breithorn.

Mi è impossibile descrivere ciò che vedemmo; solo chi è stato sui ghiacciai e li ama può capire questa incapacità a dire ciò che si vede e ciò che si sente.

Salimmo sul Breithorn Orientale, e poi facemmo la traversata su quello Occidentale per una crestina che mise la tremarella a qualcuno.

Panorama a perdita d'occhio, non una nube, non un accenno di nebbia ( ho scattato una trentina di fotografie tra bianconero e diapositive a colori! ), sembrava che il tempo si fosse fermato; si aveva la sensazione del proprio limite a vedere e comprendere.

Una vaga sensazione di infinito e di eterno nella quale ci si immergeva a poco a poco.

Se tale è il creato, che cosa sarà la nostra eterna visione beatifica!

Al ritorno si fece una puntata sul piccolo Cervino e si scese a Testa Grigia ove una minestra calda rinfrancò lo stomaco e molta crema calmò i bruciori del volto, cotto dal sole, questa volta implacabile!

Tempo di tutta la traversata ore 8,30.

Si discese dal ghiacciaio di Ventina e quindi per il Vallone di Cortoz si rientrò a « Ca' Nostra » portando dentro di noi le bellezze e la gioia che il Creatore ha voluto donare a coloro che sanno leggere nel grande libro del Creato.