Il Fr Teodoreto precursore degli Istituti Secolari

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Quando Gesù durante la sua vita terrena percorreva le strade della Palestina, un piccolo gruppo di persone, da Lui chiamate, avevano lasciato tutto e lo seguivano dovunque andasse, occupandosi esclusivamente del Regno di Dio.

E dopo che Egli ebbe lasciata questa terra, dando inizio all'epoca di attesa del suo finale ritorno glorioso, altri gruppi di persone, sempre più numerose, continuarono a far la stessa cosa, cioè ad abbandonare tutto per consacrarsi esclusivamente al suo servizio.

Anzi, anche in cielo, dove ora Egli è nella gloria, e per tutta l'eternità, questo gruppo scelto lo segue da vicino « con Cristo dovunque vada », cantando un inno che nessun altro può cantare ( Ap 14,1-5 ).

Questo gruppo scelto o, se si preferisce, questo movimento spirituale è ciò che viene indicato con il termine di « stato religioso » e che si dispiega nei vari Ordini, Congregazioni e Istituti, diversi per finalità specifiche, mezzi usati e modi di vivere, ma sempre uguali nell'atteggiamento fondamentale di « seguire Gesù dovunque vada ».

Questa grandiosa corrente di vita che pervade la Chiesa è opera diretta dello Spirito Santo, che distribuisce i suoi carismi a chi vuole e come vuole, suscitando la grazia speciale dei fondatori e la vocazione dei membri.

La gerarchia ecclesiastica non si fa mai promotrice di famiglie religiose, ma si limita a controllare la genuinità dei carismi relativi a quelle che sorgono spontaneamente e la fedeltà ad essi.

Per quanto varie siano le circostanze in cui nasce e si sviluppa una famiglia religiosa, la sostanza è sempre la medesima: un impulso dello Spirito Santo verso una forma di vita perfetta.

Ma vi è anche un elemento diversificatore, specie in quelle meno antiche, che concorre invece a distinguerle e a determinarne la fisionomia specifica e questo dipende dalle necessità contingenti della Chiesa, in cui e per cui nascono i vari Istituti: ecco spiegata la grande molteplicità e varietà, nel tempo e nello spazio, di forme di vita, di compiti e di apporti che arricchiscono continuamente la vita della Chiesa.

Il secolo nostro, che non ha riscontro nella storia per rapidità e profondità di trasformazioni non poteva non suscitare una viva e preoccupata attenzione nella Chiesa, che ha radunato addirittura un Concilio Ecumenico.

E la Chiesa non poteva non generare dal suo seno nuove forme di vita consacrata, come l'aveva fatto in tutti i secoli più travagliati, onde disporre di nuove milizie per il nuovo certame che s'è andato creando, secondo le mutevoli necessità degli uomini.

« Il benignissimo Signore, che senza accettazione di persone invitò più e più volte tutti i fedeli a seguire e a praticare dappertutto la perfezione, per mirabile consiglio della sua Divina Provvidenza, dispose che anche nel mondo guasto da tanti vizi, specialmente ai nostri tempi, fiorissero numerose, e tuttora fioriscano, schiere di anime elette, che non solo ardono dal desiderio della perfezione individuale, ma, rimanendo nel mondo per una speciale vocazione di Dio, possono trovare nuove ottime forme di associazioni, rispondenti perfettamente alle necessità dei tempi, nelle quali possono condurre una vita particolarmente adatta all'acquisto della perfezione cristiana ». ( Prov. Mater Eccl. ).

Il Fr. Teodoreto fra i suoi catechisti alla Casa di Carità Arti e Mestieri negli anni immediatamente successivi all'ultima guerra mondiale

Ed ecco gli Istituti Secolari.

Essi non sono dei nuovi ordini o congregazioni religiose, e la Chiesa stessa li ha esentati da tutta la legislazione canonica relativa alla vita religiosa, disciplinandoli con apposite norme, nuove e semplicissime, quali la Costituzione Apostolica « Provida Mater Ecclesia » e il decreto « Primo feliciter » di Pio XII.

I membri degli Istituti Secolari sono dei veri consacrati, praticando i consigli evangelici della castità, povertà e obbedienza, e dedicando tutta la loro vita all'estensione del regno di Dio, ma rimanendo in pieno secolo, vivendo nella propria famiglia, lavorando nella propria attività professionale, senza distinguersi in nulla dai comuni cristiani, salvo una più decisa vita di fede e di pietà e l'impegno di tutto il tempo libero nelle opere religiose e sociali.

Questa condizione solleva numerose discussioni di carattere teologico e giuridico: com'è possibile conciliare una vita consacrata a una vita secolare?

Come si possono osservare i consigli evangelici di povertà e di obbedienza senza lasciare la propria famiglia, i propri impegni professionali, il proprio inserimento nella vita secolare?

Come si possono condurre delle opere apostoliche senza rendersi pienamente liberi e disponibili? ecc.

Tuttavia questi problemi hanno trovato una soluzione nella pratica.

Gli Istituti Secolari sono almeno un centinaio, diffusi in tutte le parti del mondo e operano un gran bene, col vantaggio di non distinguersi in nulla dai comuni cristiani e di poter quindi inserirsi in tutti gli ambienti e strutture sociali, attuando una penetrazione cristiana tanto più efficace quanto più capillare.

Questa modernissima forma di vita era stata intravista dal Fr. Teodoreto fin dal 1906, durante il suo secondo noviziato nel Belgio, dove oltre a problemi di formazione personale si affrontavano quelli dell'apostolato specifico dei Fratelli.

Tre grandi idee gli erano balenate durante quelle adunanze di studio, che dovevano diventare le linee direttrici di tutta la sua azione apostolica:

1) l'importanza decisiva dei gruppi scelti ( le cosiddette élites ) nella società.

Quindi la necessità di andare in profondità nella formazione dei giovani, senza preoccuparsi troppo dello sviluppo in estensione, contrariamente alle idee allora dominanti.

Sia detto tra parentesi che questo corrispondeva anche al suo temperamento deciso e al suo tenore di vita assai personale, che era pochissimo influenzabile dall'ambiente esteriore.

Era insomma un aristocratico dello spirito;

2) la possibilità e convenienza che questi gruppi scelti vivessero nel mondo senza alcuna distinzione, per potere meglio far penetrare lo spirito cristiano dappertutto.

E questo oltre allo zelo apostolico manifestava la sua fiducia nei giovani e nella grazia su cui essi potevano contare, nonché la fede nella propria missione.

I santi traggono un coraggio indomito dalla fede nella propria vocazione;

3) la scuola cristiana doveva essere il vivaio perenne di questi gruppi scelti.

E questo, oltre all'ottima strategia, manifestava l'importanza che egli attribuiva alla scuola cristiana.

Tutte queste cose oggi sono richiamate e ricordate sovente, ma allora non costituivano di certo l'opinione corrente ne l'orientamento comune, tant'è vero che Fr. Teodoreto ebbe molto da rimuginare, ed ebbe bisogno del segno straordinario di Fra Leopoldo per mettersi in marcia.

Ma incamminatesi più nulla lo poté fermare e realizzò il suo progetto, che da un piccolo nucleo centrale si sviluppò senza soste, fino a diventare un Istituto Secolare: l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Questo fu uno dei cinque approvati con il primo decreto che erigeva gli Istituti Secolari, ma l'esistenza pratica dell'Unione Catechisti, con relative approvazioni degli Arcivescovi torinesi, a cominciare dal cardinale Richelmy, era assai anteriore, e forse era il più antico di tutti.

Il Fr. Teodoreto è dunque non solo il fondatore di un Istituto Secolare, ma un antesignano di essi, avendo concepito l'idea di questa forma di vita fin dal 1906 ed incominciato a tradurla in pratica fin dal 1913, anno in cui si incominciarono a tenere le prime adunanze.

Il tono da lui impresso a quelle adunanze, semplicissime in sé, con gli immancabili ritiri mensili di un'intera giornata, le rendevano molto diverse dalle adunanze di Azione Cattolica, che i parroci si sforzavano di organizzare e le preservarono assolutamente dalle crisi di quella.

Ancor oggi esse costituiscono lo schema delle adunanze e dei Ritiri dei Catechisti e si dimostrano efficaci e perfettamente adatte ai tempi.

C. T.