Attualità di Fr Teodoreto

B180-A4

Come già annunziato nel numero precedente di questo Bollettino, il 20 giugno si è tenuta a Baldissero Torinese, presso il centro "La Sorgente" dei Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, la commemorazione del Centenario della nascita del Servo di Dio Fratel Teodoreto delle Scuole Cristiane.

La rievocazione è stata dedicata alla "attualità di Fratel Teodoreto".

L'oratore, Fr. Umberto Marcato ha esordito così:

Nell'intento di misurare l'attualità del pensiero e dell'opera di Fratel Teodoreto ho centrato la mia ricerca su tre temi: il lavoro, la scuola, la famiglia.

Tre temi veramente bollenti in questo nostro 1971.

Devo dire apertamente che sono riuscito a trovare ben poco negli scritti di fratel Teodoreto che si riferisse direttamente e con una certa ampiezza a questi argomenti.

Ho pensato allora che il confronto sarebbe stato reso possibile dalla lettura di alcuni scritti fondamentali che mi rivelassero la mentalità di fondo di Fratel Teodoreto e i riferimenti inevitabili al mondo del lavoro, alla scuola, alla famiglia.

Questo compito mi è reso più facile dalla recentissima edizione fotostatica degli scritti del Servo di Dio.

I quattro volumi che raccolgono gli scritti autografi hanno i seguenti titoli:

1) L'ideale cristiano e religioso;

2) Mezzi di perfezione;

3) Pensieri sulle Regole e Costituzioni;

4) Regole del Governo individuale e collettivo dei Catechisti Congregati.

Questa lettura è stata per me una vera scoperta perché ho rilevato nel pensiero di Fratel Teodoreto una lucidità teologica impressionante; espressa in uno stile semplice, eppur signorile nella sua precisione e chiarezza.

Mi rendo conto che è una bella presunzione trattare in una relazione un tema così vasto e impegnativo come quello della "attualità di Fratel Teodoreto" : questo soprattutto perché i santi ( termine che uso con ogni rispetto delle decisioni della Chiesa ) hanno una profondità spirituale eccezionale che non può essere colta perfettamente da chi è estraneo alle loro esperienze umane, alla loro densità interiore e anche all'azione dello Spirito Santo, che opera perennemente nello spirito abbandonato alla sua guida.

Dividerò la mia esposizione in tre punti, secondo i temi che ho già annunciato:

"Attualità di Fratel Teodoreto" per:

1) il mondo del lavoro;

2) la scuola;

3) la famiglia.

Attualità per mondo del lavoro

L'oratore, delineato brevemente il quadro dei problemi che oggi travagliano il mondo del lavoro, ha così proseguito: Che luce può darci in questo momento e in questa situazione la dottrina e l'opera di Fratel Teodoreto?

Come ho già accennato, a me non è riuscito di scoprire nei suoi scritti una trattazione di dottrina sociale.

Ma la soluzione c'è. Basta leggere questo tratto dell'opera "IlI Segretario del Crocifisso", alla pag. 159 dell'edizione LDC 1958: « Elevare nello spirito gli operai, avviarli agli ideali della fede, ponendo con ciò solidi fondamenti alla soluzione del problema sociale, fu sempre una delle premure dei dirigenti cattolici, l'assillante cura della S. Chiesa.

Molti sforzi in tale senso furono compiuti anche dai Santi istitutori di Congregazioni religiose date al fine speciale dell'educazione professionale dei giovani, come S. Giovanni Battista de La Salle e S. Giovanni Bosco.

Se non che l'opposizione e l'odio furioso delle sette e dei partiti anticlericali hanno sempre ricacciato nel tempestoso alto mare la soluzione desiderata: molto sangue fraterno fu sparso, e tinse anche alcune vie di Torino nel 1919-20, senza che le ingannate masse operaie trovassero finalmente la via buona.

Si sentiva da tutti i migliori, come si sente ancor oggi, la necessità di educare operai e dirigenti ai principi del Santo Vangelo e alle regole sociali emanate dai Sommi Pontefici ».

La soluzione dunque c'è, per Fratel Teodoreto, chiarissima e indiscutibile: sono i principi del Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa.

Frafel Teodoreto è uomo di fede assoluta: nella sua fede egli vede lucidamente i problemi dell'uomo e le risposte.

Non c'è bisogno per lui di una nuova dottrina sociale: al Vangelo e alla dottrina della Chiesa non c'è da aggiungere che la pratica.

E chi vive veramente di fede vede nei principi cristiani le implicite soluzioni pratiche, anche senza ulteriori documenti e studi esplicativi.

Non la prepotenza, non la lotta di classe, neppure lo sciopero, risolveranno i problemi, ma solo lo spirito cristiano di fraternità.

Qui bisogna lavorare, qui costruire, invece che distruggere quanto già esiste con la rivoluzione o con qualunque genere di scontro sociale.

Nella fraternità si realizzano migliori retribuzioni, migliori condizioni di lavoro, il riconoscimento della comune dignità umana e cristiana.

Nella fraternità si realizza soprattutto l'amore al lavoro, che appare mezzo di liberazione ed elevazione dell'uomo, piuttosto che schiavitù.

A chi non ha spirito cristiano un simile discorso appare ingenuo e addirittura ridicolo.

Forse che lo spirito cristiano costringerà l'imprenditore a diminuire i suoi proventi per arricchire l'operaio oppure a mettersi alla pari con l'operaio?

Là dove domina il mito della lotta di classe, lo spirito di odio e violenza, tutto questo è irreale.

Costoro non si rendono conto che la lotta e l'odio possono solo distruggere, mentre solo l'amore costruisce.

Se le energie impiegate nelle lotte sociali fossero impegnate nel lavoro e nel miglioramento pacifico della società, i risultati sarebbero immensamente più ricchi per tutti.

Invece di inseguire la chimera di una assoluta parità economica ottenuta con la legge e la confisca, lo spirito di solidarietà e fraternità otterrebbe veramente la parità di dignità e la serenità per tutti.

Ma spesso la logica, più semplice è abbagliante: non sappiamo guardare il sole che illumina la nostra vita.

La scuola oggi

Quali sono i valori che la scuola oggi vuole più universalmente e direttamente realizzare?

Quali problemi pone concretamente la situazione storica e sociale?

L'impegno che appare prevalente nelle riforme di struttura che si fanno oggi in Italia e un po' ovunque nel mondo è la "democratizzazione".

Si vuole una scuola democratica, cioè aperta a tutti « fino ai più alti gradi del sapere », con le stesse possibilità concrete di progresso e di assistenza.

Perciò non solo scuola gratuita, ma libri gratuiti, borse di studio per gli studenti in condizioni economiche disagiate, refezione scolastica, e ora "scuola a tempo pieno" richiesta da molte parti soprattutto per venire incontro alle minori possibilità di assistenza scolastica delle famiglie povere.

Molti vogliono tutto e subito: subito eliminazione di tutte le tasse, subito tutti i libri gratuiti, subito tutti i tipi di scuola, subito il trasporto gratuito, e ora subito la "scuola a tempo pieno".

E per quanto lo Stato cerchi di fare, fa sempre troppo poco: ho sentito uno studente universitario imprecare contro il Governo perché la sua borsa di studio era soltanto di mezzo milione l'anno e abbiamo visto genitori occupare la scuola perché volevano altri insegnanti invece di quelli inviati.

La situazione a cui siamo giunti è paradossale: nel momento in cui lo Stato spende cifre favolose per la pubblica istruzione e fa molto di più di quanto facesse anche solo qualche anno fa, la scuola cammina nel modo più disastroso.

Perché? Perché ci si attende dal denaro e dalla organizzazione ciò che può venire soltanto dallo spirito umano, si attende dalla violenza db che può venire soltanto dall'amore.

finché la vita della scuola è dominata dallo spirito di prepotenza che avanza pretese e nega servizi, la situazione non può essere che disastrosa: è amaramente ridicolo chiedere quando nessuno vuol dare.

Non c'è soluzione che nello spirito di servizio, che richiede fede e amore.

La scuola di Fratel Teodoreto

Fratel Teodoreto non ha avanzato pretese, non ha contestato l'autorità: si è messo con umiltà e spirito di servizio a chiedere, ad animare, a ringraziare con tutto il cuore chi gli dava anche solo un piccolo aiuto … e ora noi ammiriamo, quasi sconcertati, quel miracolo della Provvidenza che è la Casa di carità Arti e Mestieri: una grande opera maturata nella mente e nel cuore di Fratel Teodoreto, opera che vive senza nessun fondo umanamente solido e che realizza in sé nel modo più vero tutte le aspirazioni della scuola del 1971.

È difficile pensare una scuola più democratica, ossia popolare, nella concezione come nelle strutture, nella clientela come nelle attività, negli ideali come nella vita: aperta a tutti, assolutamente gratuita, sostenuta dal lavoro e dai contributi più diversi, scuola di lavoro e per il lavoro, scuola in continua auto-creazione.

Quell'ideale di cui tanto si parla oggi, e per cui si contesta la struttura scolastica, quello di una "scuola legata alla vita", che "nasce dalla vita e prepara alla vita", già da tempo si realizza radicalmente nella Casa di carità.

I programmi e le strutture nascono dalle esigenze immediate di preparazione al lavoro, a quel lavoro richiesto proprio ora, definito e specializzato: e preparano ogni anno centinaia di operai tecnicamente aggiornatissimi, che passano senza crisi di adattamento dalla scuola alla fabbrica.

Ma ciò che più bisogna sottolineare è che la Casa di carità non prepara solo dei tecnici capaci di un determinato lavoro specializzato: prepara degli uomini all'altezza dei tempi in ciò che c'è di più difficile, con uno spirito umano e cristiano di fraternità.

Essi hanno attività di formazione umana e religiosa, in cui il problema sociale viene prospettato nella linea di una soluzione costruttiva, l'unica valida: impegno di lavoro, di un lavoro amato perché liberatore ed elevante, servizio all'umanità di cui ogni uomo è membro con pari dignità proprio perché è impegnato in uno speciale servizio complementare agli altri; impegno di carità, non palestra di lotta, perché la carità risolve i problemi e realizza nuove conquiste mentre la lotta distrugge ogni valore e ogni bene; impegno di fede, perché Dio ci chiama al lavoro e anche al sacrificio, mezzo di purificazione e continuazione dell'opera creativa.

Una scuola così, che mentre prepara alla professione da veramente il senso della dignità di questa professione e della dignità dell'uomo che trascende ogni professione, è insieme scuola tecnica e scuola umanistica, scuola di oggi e scuola di sempre, scuola umana e scuola cristiana: essa realizza l'incarnazione della fede nella storia, della parola di Dio nella struttura terrena, dello spirito nella materia.

Perciò è una scuola che trascende il tempo in cui vive, come la fede di cui è l'opera.

Una scuola così è sempre attuale.

Attualità per la famiglia

Anche qui, delineata brevemente la situazione della famiglia nel mondo di oggi l'oratore ha indicato l'apporto del Fr. Teodoreto in questo campo: Che luce può darci su questo tema il fratello Teodoreto?

Fratel Teodoreto può ben essere detto l'uomo dell'amore.

Tra i tanti passi che si potrebbero citare, ricordo questo ( v. "L'ideale cristiano e religioso", pagine 53-55 ): « Il mio ideale è di amare Dio … Dei legami di tenera e sublime amicizia ci uniscono insieme, Dio e io.

A questa altezza l'orizzonte si allarga a perdita d'occhio.

Quanto più si vive nell'amore, tanto più l'occhio si purifica, impara a distinguere i misteri e scoprire i segreti dell'amico divino.

Teniamoci su queste altezze e godiamo in pace del nostro Dio.

Così la nostra vita passerà insieme alle anime grandi, ai Santi.

Sopra questo radioso Tabor essi hanno innalzato la loro tenda e ci invitano a fare lo stesso.

Noi li sentiremo parlare d'amore.

Essi c'insegneranno che l'ideale della nostra vita è la Carità divina.

Ameremo dunque Dio con tutto il cuore e la nostra vita intera non sarà più che amore.

Ama et fac quod vis, diceva S. Agostino. Amate e fate poi ciò che volete.

Ma ci vuole una condizione: bisogna amare con inviolabile fedeltà, malgrado tutte le difficoltà e tutte le lotte ».

Per Fratel Teodoreto l'amore è il sommo valore della vita, fonte di pace, di gioia, di nobiltà.

È comunione con Dio e con i fratelli.

Ciò che garantisce l'amore è la « inviolabile fedeltà, nonostante tutte le difficoltà e le lotte ».

In questa visione di fede, di fedeltà, di abbandono, non c'è posto per le contraffazioni dell'amore che guastano la nostra società.

Concludo la mia esposizione, cosciente della sua sommarietà e superficialità.

Per me questa meditazione è stato un accostamento alla grandezza umana e soprannaturale di Frafel Teodoreto, uomo raccolto, silenzioso, pacifico, perché sprofondato nella luce di Dio.

Spero che questi cenni siano un invito ad accostare più profondamente i suoi scritti.

Saranno certamente una luce, e anche un riposo, per il nostro spirito inquieto in una società inquieta.

Umberto Marcato, f.s.c.