La Madonna nella vita famigliare |
B189-A6
Lasciamo un poco questa terra e trasportiamoci in Paradiso.
Si sta meglio in questo mondo quando si sono meditate le cose di lassù.
E parliamo della Madonna, nostra speranza.
Siamo a Torino: la città di S. Giovanni Bosco, di S. Giuseppe Cottolengo, la città di adozione del nostro Servo di Dio Fratel Teodoreto.
Come si può pensare a Don Bosco senza Maria Ausiliatrice; al Cottolengo senza la Madonna della Divina Provvidenza; a Fratel Teodoreto senza la Vergine Santa?
Tutti i Santi, i santi educatori, hanno compiuto grandi cose, hanno trasformato tante anime giovanili, perché hanno avuto la Madonna come loro Collaboratrice.
Ora, le famiglie cristiane sono delle piccole comunità, delle congregazioni religiose in miniatura: quello che Maria ha fatto per i santi, se fosse necessario anche i miracoli, perché non lo dovrebbe fare anche per le famiglie, per tutte le mamme e per tutti i papa?
La madonna è tanto buona e tanto comprensiva: non ha bisogno tanto di vedere della virtù nei suoi figli quanto della confidenza in Lei per muoverla a venire loro in aiuto; la fiducia in Lei ci aiuterà ad essere anche più buoni.
La Madonna ama con indicibile tenerezza le vostre famiglie; dovete convincervi che ad Essa stanno a cuore tutte le vostre preoccupazioni spirituali e materiali.
Maria ha un debole per le mamme, perché ha vissuto la loro vita, la vita della famiglia, conosce tutte le difficoltà che può incontrare chi deve governare una casa.
La Madonna è sinceramente umile, lo è anche oggi come quando era su questa terra, e sta proprio qui la sua grandezza.
È la mamma ideale, e se, Dio permettendolo, dovesse scendere oggi sulla terra, la vedreste entrare nelle case più umili, per servire: andrebbe in cucina per aiutare qualcuno, prenderebbe in mano la scopa, sarebbe sempre l'ultima a sedersi a tavola, sceglierebbe per Lei sempre l'ultimo posto.
Maria è oggi viva, anima e corpo, conserva quei sentimenti umani, fini e delicati che rivelò a Cana di Galilea; per ciascuno di noi, per tutte le nostre necessità.
Lei sola si è accorta che non c'era più vino per i poveri sposi, e unicamente per toglierli da un imbarazzo sollecita il miracolo, il primo miracolo dal suo divin Figlio Gesù.
Questa sua umiltà è la vera grandezza di Maria, è quella che la rende veramente amabile, la Mamma per eccellenza.
Bisogna scoprirla così la Santa Vergine.
Oh quanto è buona la Madonna; se il mondo la conoscesse come diventerebbe migliore!
Essa è tanto vicina a noi e parliamo di Lei in casa nostra.
Sì, in casa nostra; perché dovete sapere che la Madonna è entrata un giorno anche in una casa dei Fratelli delle Scuole Cristiane, nella cella del nostro Fratel Teodoreto.
Nel diario di Fra Leopoldo Musso, sotto la data del 14 Febbraio 1918, si legge: « Durante il santo Rosario, Gesù Crocifisso mi fece scrivere così: "Ho permesso che Fratel Teodoreto avesse questa visione affinché chi prenderà il suo posto, non stia inerte, ma lavori incessantemente.
Ho scelto voi due per mostrare la via del Signore".
Parole che sarebbero rimaste un enigma per noi se, fortunatamente, un catechista, e precisamente il compianto Rag. Giovanni Cesone, che aveva una rispettosa famigliarità con il Fratel Teodoreto, non avesse osato, nel settembre del 1940 chiedergliene la spiegazione.
Ecco la risposta del Fratel Teodoreto: « Il fatto non torna a mia lode; tuttavia devo confessare tutta la verità a mia confusione e per l'onore di Dio.
Veramente non credevo lì per lì che si trattasse di una vera visione: ma il Signore me ne diede conferma con il predetto scritto.
La cosa si svolse così: quel giorno mi ero alzato, come il solito, al suono della campana alle quattro e mezza e avevo partecipato alla meditazione e alla Santa Messa con la comunità.
Dopo, avendo una mezz'eretta libera e sentendomi stanco e un po' indisposto, mi adagiai sul letto e mi addormentai.
Fu allora che mi comparve Maria Santìssima e mi invitò ad alzarmi indicandomi il molto lavoro che dovevo fare per l'Unione ».
E con tanta umiltà il Fratel Teodoreto aggiunge: « Raccomandandomi di vincere la pigrizia ».
E qui fermiamoci un istante su un punto che deve starci particolarmente a cuore.
Come si vede anche in questa circostanza, l'Unione dei Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata non è un'Opera voluta dagli uomini, ma dal Cielo.
Essa ha le sue radici in quel colloquio che si svolse tra Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo nel 1894 nella Chiesa di S. Damazzo, in via Garibaldi, nella nostra città.
Il Crocifisso che parlò a Fra Leopoldo si può vedere ancora oggi dietro l'altare maggiore della detta chiesa.
Gesù disse al Servo di Dio: « Leopoldo, tra me e te, deve passare una grande intimità ».
Il primo accenno all'Unione è del 1908: « L'Ordine che sorgerà sia coltivato, con la pietà; la modestia e l'attività ».
Teniamo presente che chi ha il privilegio di ricevere qualche comunicazione dal Signore, ne riporta fedelmente il pensiero, ma rivestito con il povero vocabolario umano che il privilegiato possiede; non bisogna perciò mai stupirsi di eventuali inesattezze letterarie che in tali comunicazioni si potessero riscontrare.
Nel dicembre dello stesso anno: « … Voglio assolutamente che tu stia presso Mamma SS., perché Ella, essendo la protettrice dell'Opera, ha bisogno di dirti qualche cosa che tu devi segnare tutto ».
« Io sono - dice la Madonna - la potente Patrona.
Il tuo spirito e il mio saranno in continuo lavoro per dimostrare a tutto il mondo la grande misericordia del mio Signore e la gloria di Dio ».
E il 24 novembre 1919: « Nella SS. Adorazione, quando incominciavo l'adorazione alla piaga della mano sinistra. Gesù disse: "Per salvare le anime, per formare una nuova generazione si devono aprire Case di Carità Arti e Mestieri. Non bisogna lesinare …" ».
E il 2 dicembre dello stesso anno: « Ormai è ora che io manifesti la mia volontà: Voglio una scuola. Casa di Carità Arti e Mestieri ».
Gesù Crocifisso soggiunge: « I miei beneficati, che sono i giovani, gli studenti della Casa di Carità Arti e Mestieri, daranno aiuto al mondo che si convertirà e diverrà terra di Paradiso ».
Senza voler prevenire il giudizio della Chiesa, questi detti e moltissimi altri che sarebbe troppo lungo citare, ci invitano ad una seria ed edificante meditazione.
Gli scritti di Fra Leopoldo formano un tessuto di profezie che si sono nel tempo realizzate in modo commovente; come quella proferita dalla Madonna, nella cappella a Lei dedicata nella Chiesa di S. Tommaso: « Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù ama che la Pia Unione del SS. Crocifisso venga una volta all'anno a visitarla in ricordo dei favori e delle grazie ricevute, uniti ai figliuoli della Casa di Carità Arti e Mestieri … » ( 26-5-1920 ).
E dire che ancora non esisteva nulla: oggi, ogni anno, professori e allievi della Casa di Carità accorrono numerosi per esprimere la loro gratitudine a Maria.
Anche la predizione di Gesù al Servo di Dio, che le sue ossa sarebbero state esaltate nella stessa cappella si è pienamente verificata.
Fra Leopoldo esitava a scriverla; lo fece per comando di Gesù.
Basterebbe quanto è stato ricordato, e mi pareva doveroso farlo, per renderci conto che il Servo di Dio riferiva con tutta sincerità quanto gli era dettato da Gesù e da Maria.
Del resto chi ha conosciuto Fra Leopoldo sa che era assolutamente incapace di mentire, ne fanno fede i fatti medesimi.
Fratel Teodoreto, non faceva che eseguire, pur con la dovuta prudenza, quanto comprendeva essere volontà del Signore, anche contro le sue tendenze naturali, inclinato com'era a vivere nel nascondimento, percorrendo il binario sicuro della vita regolare nella amata Congregazione, e non era certo portato a compiere nuove iniziative, nuove fondazioni.
Tutte queste cose ho voluto rievocare perché mi pare ci aiutino a sentire sempre meglio la presenza viva della Mamma celeste in mezzo a noi.
Essa sola può rendervi felici e dare pace e serenità alle vostre famiglie.
Nella Salve Regina la invochiamo « Speranza nostra ».
Dobbiamo sperare sempre nella Madonna.
Abbiamo bisogno di una speranza che superi ogni speranza umana.
Oh quanto ha esercitato la virtù della speranza la Vergine Santa, dall'Annunciazione al Calvario; una speranza colma di fiducia!
Ma che cos'è la speranza? È un sentimento nobile del nostro cuore che tende ad un bene onesto assente, nonostante le difficoltà che s'incontrano nel raggiungerlo.
Ha una larga parte nella vita dell'uomo: è quello che sostiene il navigante quando inizia un lungo viaggio, il contadino quando semina; ma questa speranza si basa su elementi puramente umani, e perciò non sempre sicuri.
Ma vi è una speranza soprannaturale, basata saldamente sulle divine promesse, e, diciamolo subito, sulla sollecitudine incomparabile della Madonna, Mamma nostra e di tutti gli uomini.
Essa è la Madre di Dio, il Verbo, per mezzo del quale furono create tutte le cose, quindi la Madre della Divina Provvidenza.
A Lei si è rivolto il Signore per chiederle il permesso di venire a far parte della grande famiglia umana, perché soltanto Gesù, vero Dio e vero uomo, poteva espiare adeguatamente i nostri peccati con la sua dolorosissima Passione.
Quando, dopo la caduta dell'uomo nel peccato.
Dio promise la Redenzione, Essa divenne faro di speranza; quando venne al mondo divenne la speranza stessa.
La Madonna ci ha donato il Crocifisso, si è fatta nostra Corredentrice, la nostra salvezza, la nostra speranza in ordine alla vita eterna.
E il giorno dell'Annunciazione Essa pronuncia il suo « Fiat » pur prevedendo che avrebbe dovuto molto soffrire nel far crescere il suo divin Figlio, non perché facesse una brillante carriera, come ambiscono tutte le mamme, ma affinché diventasse abbastanza forte per poter sostenere un giorno il supplizio della Croce.
Quindi prima di tutto Maria è la nostra speranza in vista del nostro destino soprannaturale.
Ma, finché siamo in questo mondo è giusto che noi vogliamo sperare nella Madonna anche per i nostri interessi terreni.
Navighiamo in mille difficoltà; voi, genitori particolarmente: educazione dei figli, situazioni economiche da superare, la salute fisica da conservare e tante altre faccende di ordine temporale.
Ebbene, la Madonna vuole esserci vicina anche in queste situazioni.
Essa gode di poterci servire, è anche Mamma terrena finché siamo pellegrini su questa terra, che Dio ha affidato a Lei in modo speciale.
Quanti interventi di Maria in questo secolo: Essa viene a passeggiare sulla terra, viene davvero; quante apparizioni, quante manifestazioni, per le quali attendiamo il giudizio della Chiesa.
Il 29 Agosto di quest'anno si compie il ventennio della lacrimazione di Maria a Siracusa, un prodigio per la prima volta accertato da analisi di laboratorio.
La Madonna ha versato lacrime umane.
Non ha parlato, ma quelle lacrime sono più eloquenti di qualsiasi parola.
Così scriveva, proprio nel 1953, Sua Eccellenza Mons. Angelo Calabretta, Vescovo di Noto, in una venerata e preziosa lettera nella quale mi descrive pazientemente come è avvenuto il miracolo.
Quali sono i motivi di questa recente manifestazione?
Penso che Maria abbia voluto in qualche modo dimostrare la sua sopravvivenza fisica, a tre anni di distanza dalla proclamazione del Dogma dell'Assunzione, confermando così la parola del Papa, ed indicando ai nostri fratelli separati dove si trova la vera Chiesa di Gesù Cristo.
Naturalmente quelle lacrime sono un riflesso di quelle da lei versate venti secoli fa su questa terra, per i peccati di tutti i tempi, anche del nostro; e quanti motivi ha la Mamma per piangere oggi i suoi figli!
Asciughiamole noi quelle lacrime.
Ricorriamo a Lei con tanto amore e con tanta fiducia, è l'unica cosa che possiamo fare per consolarla.
Essa non trascura nulla, ma a tutto vuoi provvedere.
Non dobbiamo aver timore di rivolgerci a Lei anche per le piccole cose; alle volte sono precisamente queste che ostacolano il nostro cammino spirituale.
I santi sono ricorsi a Lei anche per le cose materiali, ma cercavano prima il trionfo del Regno di Dio … al resto pensava Lei.
Fate che nelle vostre case regni il Signore, siano in vigore il rispetto per la legge di Dio e le pratiche di pietà, non manchi mai la grazia nelle vostre anime, tutto s'intende con l'aiuto divino che non viene mai meno quando si frequentino i santi sacramenti; quando Gesù è al primo posto, la Madonna s'impegna ad arrivare dove voi non potreste mai giungere; Essa sorpasserà ogni vostro più ardito desiderio.
Cari Papà e care Mamme: date alla Madonna le chiavi della vostra casa, fate che entri in casa vostra quando vuole, fate che vi resti sempre, rivolgetevi a Lei che vi ascolterà sempre.
Avete dei problemi? Discutete di meno e sottoponeteli alla Madonna; la pace regnerà sempre nella vostra famiglia.
Insomma a tutto, proprio a tutto Essa provvederà.
Perché possiate seguire in pace la via del Signore, la via della confidenza e dell'amore di Dio, Essa penserà a tutto, fino ai minimi particolari.
Non mi pare fuori di luogo ricordare l'episodio della porta che la Madonna per parecchie notti apriva e chiudeva a Fra Leopoldo quando era rimasto senza chiave …
Egli scrive: « Mamma SS. ti ringrazio mille volte per la tua bontà e misericordia; grazie di venirmi ad aprire e chiudere la porta che dal corridoio interno del convento va in sacristia del tuo Santuario, così non sono privato della gioia di venirti a salutare, o Mamma SS. col tuo amabilissimo e divinissimo Figlio, Tu , Mamma, tre volte santa, hai compreso la mia pena per le minacce fattemi per aver lasciata la porta mezza chiusa, ingiungendomi che il fatto non si ripetesse più.
Io convenni che la porta dovesse essere assicurata meglio con altri giri, ma con la mia chiave era impossibile entrare …
Pregai allora la mia buona Mamma Maria SS. perché mi aiutasse Lei ad aprire e chiudere l'uscio.
La SS. Vergine vide che io morivo dal desiderio di andare ad adorare il mio Gesù Sacramentato; ebbe compassione di me, non abbandonandomi, ma venendo Ella stessa a farmi da portinaia.
Quanto sono in dovere di amarla e di benedirla; più volte mi avevano chiuso in chiesa, ma all'ora di licenziarmi dal buon Gesù, ero certo che Mamma SS. mi avrebbe aperto la porta; una volta, apertomi vidi il ferro della serratura fuori quattro dita … ».
La Madonna gli spiega il motivo di tanta sua sollecitudine e umiltà: « Tu apri le porte del Paradiso a tante anime e per questo ti apro la porta del Santuario ».
Tutto questo avveniva, di notte, nel centro di Torino; quando tutti dormivano, Maria vegliava teneramente sul figlio confidente e scendeva per servirlo …
Vi pregherei di credere alla autenticità di questo fatto tanto incoraggiante per noi; come ho già accennato, il Servo di Dio non era capace di dire la più piccola bugia; e la realizzazione di tante sue profezie, soprattutto lo sviluppo della Unione, da lui predetto, ne sono la più chiara dimostrazione.
Sono poverissime le parole che vi ho detto; ma mi sono sforzato di farvi sentire la presenza di Maria, e dobbiamo pregare per il mondo che non vuole riconoscersi figlio di una Madre così buona.
Abbiamo vicino il Paradiso: la Madonna, sempre a nostra disposizione.
Oggi, in questo momento ci vede: siamo qui per Lei.
Non dimenticate che Maria è Persona viva in carne ed ossa; vi guarda con i suoi occhi, li abbassa quando voi recitate: « … rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi … »; vi può accarezzare con le sue mani, vi ama con un cuore umano, vi cura con sentimenti materni, ma anche questi umani.
Tutto ciò deve procurarvi una gioia intima, inestinguibile, deve darvi una sicurezza incrollabile in qualunque circostanza della vita.
Della Madonna non possiamo fare a meno, senza di Lei non potremmo essere felici.
Per questo il mondo non può essere felice perché è orfano di Maria.
Fate conoscere la Madonna ai vostri figli, al più presto: darete loro l'ancora di salvezza, una speranza stabile per il loro avvenire.
Dobbiamo dirlo con trepidazione: viviamo in tempi difficili, particolarmente per la gioventù.
Oggi più che mai si cerca con ogni mezzo di strappare Dio dal loro cuore e per conseguenza anche la Madonna.
Vivo da oltre quarant'anni in mezzo ai giovani e credo di poter affermare di non aver mai incontrato ragazzi veramente cattivi; se fossero aiutati nel bene dagli adulti, quanti sarebbero migliori! Credetelo: il loro cuore ha bisogno di Dio e di Maria; sono stati creati per conoscere, amare il Signore in questa vita per poi goderlo nell'altra in Paradiso.
Togliendo loro questa divina prospettiva, sostituita con quella squallida, penosa e terrificante di un funerale e di una sepoltura, come se la vita terrena fosse definitiva, priva del senso di una eternità che li attende, essi si sentono dei disadattati, perché il desiderio di Dio resterà sempre vivo nel loro cuore e non potrà essere soppresso da nessuno.
Allora sentono il bisogno di evadere, in qualche modo da questo mondo, di crearsi un paradiso artificiale: ecco il ricorso alla droga, a qualcosa che renda meno insopportabile la loro esistenza.
La crisi delle vocazioni sacerdotali e religiose tra i giovani, dipende precisamente da questo: il tentativo da parte del mondo di produrre una sacrilega frattura tra il cuore del giovane e il Signore.
La vocazione religiosa non è semplicemente la scelta di uno stato ma è seguire una Persona divina viva.
Gesù, una Persona altrettanto viva.
Maria, capaci di appagare il cuore come nessuna creatura.
Non si conosce più il Signore, non si ama l'Amore.
Concludo con un pensiero confortante per tutti.
Possiamo dividere la vita di Maria in tanti capitoli, dalla nascita immacolata all'Assunzione.
Ma c'è un capitolo che non possiamo leggere ma che possiamo vivere, è il più bello, il più interessante per noi, è il nostro capitolo: è quello della vita della Madonna dal momento in cui è andata in Paradiso fino a noi.
Domandiamoci: Oggi, in questo momento che cosa fa la Madonna, che cosa vuoi fare per me, per me mamma, per me papa?
Raccogliamoci un momento ed Essa non ci farà tardare la risposta.
Che il caro Servo di Dio Fratel Teodoreto ci continui dal Cielo la sua protezione, benedica chi lavora nella sua Opera, ricompensi tutti quelli che, con la preghiera e i mezzi a loro disposizione, gli danno una mano per lo sviluppo dell'Unione, voluta da Dio.