La famiglia alla luce del mistero di Gesù

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Il mistero dell'Annunciazione e la famiglia

Il Vangelo ci riporta tre annunci fatti a Maria e sono tre annunci di Maternità:

- annuncio che è Madre di Dio: « Concepirai e darai alla luce un Figlio cui porrai nome Gesù: Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo » ( Lc 1,31-32 )

- annuncio che è Madre del Dio - Uomo nelle parole di Elisabetta e di Simeone: « Benedetta sei Tu fra le donne e benedetto è il frutto del Tuo seno …

E in grazia di che mi è concesso che la madre del mio Signore venga a me? » ( Lc 1,42-43 )

« Questo bambino è designato ad essere causa di rovina e di resurrezione di molti in Israele e a diventare un segno di contraddizione; a te stessa una spada trapasserà l'anima, e così saranno rivelati i pensieri di molti cuori » ( Lc 2,34-35 )

- annuncio che è Madre dell'Uomo; sulla croce « Donna, ecco tuo figlio » ( Gv 19,26 ).

Non ha più nome, è la donna, la Madre dei viventi, per eccellenza.

Una nuova nascita, una nuova figliolanza: l'Umanità.

« Da quel giorno il discepolo la prese con sé » ( Gv 19,27 ).

È ancora il « Fiat » di Maria.

Per Gesù è il « Consummatum est », per Maria è una nuova maternità con tutte le sue pene, le sue tristezze, le sue ansie, le sue ingratitudini.

Questi tre annunci si ripetono nella vita di ogni uomo: nel Battesimo si rivela la figliolanza di Dio; nella Cresima si rivela la chiamata a combattere per la propria fede; nel Matrimonio o nell'Ordine si rivela la chiamata ad una cosciente vita di uomo che appartiene alla famiglia degli uomini.

Leggiamo il sublime e tanto semplice racconto evangelico ( Lc 1 ).

La risposta che conclude il racconto è il Si che inizia una nuova era: « Ecco l'Ancella del Signore: si faccia di me secondo la tua parola ».

L'unica cosa che La interessa è quella di mettersi a disposizione: tutto il resto è affidato a Dio, nella completa disponibilità alla volontà di Dio.

Quali sentimenti prova Maria a questo annuncio?

Li troviamo espressi nel canto del « Magnificat » ( Lc 1,46-55 ), quando la parente Elisabetta le rinnova il ricordo e, per ispirazione, Le dice quanto Essa sola sapeva.

Come all'Annunciazione doveva rappresentare da sé sola tutta la Chiesa per ricevere il Cristo nella fede, così alla di Lui morte rappresenta ancora da sé sola tutta la Chiesa per accoglierlo nella fede.

Sola lampada del Santuario, la sua fede non si spense.

Fu il solo tabernacolo che non divenne una tomba.

Durante la Passione e la Morte di Gesù, la Vergine ha sofferto quanto si può umanamente soffrire, ma conservando intatta la sua fede, la sua speranza, la sua fiducia totale nel Padre, nella necessità misteriosa, nella misteriosa efficacia di quanto stava accadendo, nel suo esito salvifico.

Ricordava le promesse dell'Angelo, la storia del popolo eletto, le profezie e, se il loro avveramento la consumava di dolore, la fortificava insieme nella fede.

L'Annunciazione preparata nella Storia Sacra

Il Si di Maria rappresenta un punto di arrivo e un punto di partenza nella storia della umanità.

Dio non si lascia scoraggiare dal rifiuto dell'uomo e la Storia Sacra è proprio la volontà di Dio di pagare di persona per ristabilire il dialogo.

Infatti la Storia Sacra prepara l'Incarnazione.

Dio non è venuto fra di noi come una meteora, Gesù non è caduto dal Cielo senza preparazione: è stato preceduto da una storia, una lunga attesa degli uomini.

L'Antico Testamento è veramente la storia di un amore che si rivela, di un amore che non si scoraggia.

È questo che da unità alla Bibbia: la storia di questo amore.

L'unità di questi Libri così differenti ( nella Bibbia vi sono libri storici, lirici, sapienziali … ) è data dal tema di una Alleanza che si deve fare tra Dio e l'uomo.

Così dobbiamo leggere la Bibbia, con questo spirito.

Il dialogo è rinnovato con Abramo, il Padre comune dei Giudei, dei Cristiani, dei Musulmani.

Abramo riceve la chiamata di Dio che gli dice: « Esci dalla tua terra e va nel paese che io ti indicherò » e Abramo parte.

Dio chiama, l'uomo risponde: è già l'inizio della salvezza.

L'attitudine di Abramo si oppone al rifiuto di Adamo.

Si ristabilisce il dialogo.

Dio non si rivela come il Dio che comanda, ma come uno che si chiama e che parla, come il Dio del dialogo.

Alcuni profeti per parlare del dialogo tra Dio e Israele, tra Dio e l'uomo, hanno preso l'immagine delle nozze: Dio è con Israele, con l'uomo come lo sposo che perdona alla sua sposa infedele.

Basti ricordare alcune pagine di Isaia e tutto il Cantico dei Cantici.

L'attesa del Messia

A questa successione del dialogo tra Dio e Israele concretata nei temi dell'Alleanza e delle nozze, occorre aggiungere tutto il tema dell'attesa del Messia.

Attraverso i secoli Israele aspetta un grande avvenimento, attende Qualcuno.

Non sa esattamente chi, ma è qualcuno che realizzerà tutte le promesse di Dio.

Lo si pensa un po' come un capo, come un re, ma di un genere tutto particolare, tanto che il più spirituale dei Profeti, Isaia, l'autore del poema del « servo sofferente » giunge a descriverne la figura paradossale: « Non ha apparenza ne bellezza, così da attirare i nostri sguardi, non splendore perché ce ne possiamo compiacere.

Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori, familiare con il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia …

Ma a Jahvè è piaciuto prostrarlo con dolori, poiché offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza longeva, la volontà di Jahvé si effettuerà per mezzo suo … ».

È il ritratto del Giusto che soffre.

Per il cristiano l'Antico Testamento con tutte le sue testimonianze culmina nel SÌ di Maria.

Ella conosceva tutte queste cose, Simeone glieLe aveva ricordate ed Ella si mette a disposizione.

Se Dio è sceso tra noi, è stato anche preparato dal basso secondo le parole del Salmo: « La terra si aprirà e germinerà il Salvatore ».

Ed è con Maria che la terra si apre per germinare il Salvatore.

In Maria si compie la preparazione dell'Antico Testamento

Maria ricapitola in sé tutta questa ascesa biblica, questa ascesa di Israele che è l'avanguardia dell'umanità nel suo cammino verso Dio.

Essa è al vertice massimo cui possa giungere una creatura verso Dio.

La fede di Maria riscatta l'incredulità dell'uomo e riassume la fede di generazioni di credenti: « Te beata, che hai creduto; perché si compiranno le cose dette a te dal Signore » ( Lc 1,45 ) le dice Elisabetta.

La grandezza di Maria consiste nell'avere, a nome di tutti, accettato l'incarnazione, riparando così al rifiuto della prima coppia, della prima donna.

Essa ha accettato l'Amore.

« Ecco l'Ancella del Signore: si faccia di me secondo la tua parola »: tutto l'Antico Testamento preparava, attendeva queste parole e Maria portò al mondo il Salvatore.

La storia di ogni uomo e la storia della famiglia.

La storia di Israele si ripresenta in ogni uomo.

E come quella deve concludersi nel SÌ di Maria se si vuole avere Gesù.

La storia della famiglia, di ogni famiglia è analoga.

Il Matrimonio è immagine della Chiesa nata dal dialogo di Dio con l'Umanità e conclusasi e iniziatasi con il SÌ di Maria che accoglie Gesù.

Gesù sovente, per parlarci dei rapporti tra Dio e gli uomini, riprende immagini dalle nozze, dalla famiglia ( Un re aveva due figli … Il figliuol prodigo … ).

Per parlarci di Dio si richiama alla realtà della nostra vita familiare: il Padre, il Figlio.

La famiglia umana è la più bella immagine che ci sia di Dio; l'amore tra sposo e sposa è la più bella immagine dell'unione tra Dio e l'uomo, tra Cristo e la Chiesa: nella Sacra Scrittura ne abbiamo ampia testimonianza.

Su queste analogie si fonda tutta la spiritualità cristiana del matrimonio.

Ma il matrimonio non è soltanto una analogia: è un sacramento direttamente orientale alla vita della Chiesa.

La Chiesa rispetta tanto questo amore che ne fa la materia stessa del Sacramento.

L'Annunciazione si rinnova ogni giorno per la famiglia cristiana.

La missione della famiglia cristiana nel mondo è questa: un annuncio di Dio, una chiamata a rinnovare il mistero di una nascita e una risposta di disponibilità da parte degli sposi.

Annuncio che ripropone anche la profezia di Simeone: la vita è sacrificio!

La famiglia cristiana è fondata sull'accettazione cosciente e generosa del sacrificio: per questo diventa testimonianza nel mondo.

È una porzione del popolo eletto che tramanda in mezzo a una generazione incredula la fede in Dio, l'amore di Dio.

È attraverso la porta della famiglia cristiana che filtra la Luce di cui parla Gesù: affinché coloro che sono fuori, vedendo la Luce siano invitati ad entrare.

È un richiamo di Luce, di amore, di speranza che la famiglia cristiana deve portare al mondo, ben consci che per fare luce bisogna consumarsi, per portare calore bisogna ardere, per portare speranza bisogna sorridere anche quando non ce la sentiamo proprio.

Per portare ancora oggi Gesù al mondo, perché la sua luce risplenda su tutti gli uomini, ci vuole la famiglia cristiana.

È una missione che nessun altro può compiere; tutte le altre componenti della società sono di supplenza, di aiuto, di integrazione.

Dio continua a camminare in mezzo all'umanità finché ci saranno famiglie cristiane, finché il SÌ di Maria sarà ripetuto da due esseri che, nel nome di Dio, formano una famiglia disponibile ad accettare da Dio ogni cosa e nella volontà di portare al mondo Gesù in ogni evento.

Fr. Gustavo Furfaro