Riflessioni e giudizi dei Vescovi sulla situazione presente

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I Vescovi italiani al termine della loro XI Assemblea Generale hanno pubblicato delle considerazioni riguardanti l'attuale situazione della Chiesa in Italia, da cui stralciamo alcuni punti; e lo facciamo con tanto maggiore impegno in quanto la grande stampa le ha ignorate.

Le pagine dei giornali, piene di pettegolezzi e di fattacci d'ogni genere, non hanno posto per i comunicati del Magistero Ecclesiastico, che dovrebbero essere accolti come la voce della saggezza, se proprio si vuole prescindere da ogni aspetto soprannaturale.

Ecco quanto dicono i Vescovi: « la vicenda del referendum è stata una sofferta esperienza di Chiesa e, per non pochi, causa di disorientamento.

Sono affiorati nella comunione ecclesiale elementi di crisi.

Siamo stati testimoni di alcune prese di posizione, di atteggiamenti e di scelte, sia individuali, sia organizzate, che hanno dolorosamente sconcertato quanti si sforzano di "sentire cum Ecclesia".

" … non possiamo non ammonire nel modo più accorato ed unanime soprattutto quei sacerdoti o religiosi che si sono fatti esponenti di una opposizione quasi radicale e non soltanto episodica all'insegnamento e all'orientamento dei Vescovi e della Chiesa, venendo meno in tal modo al loro stesso ministero.

Dobbiamo perciò richiamare alla vera comunione, gerarchica ed ecclesiale, tutti coloro che, sacerdoti, religiosi o laici, hanno fatto scelte, in nome cristiano, difformi dagli orientamenti del Concilio, se pienamente e correttamente recepito, e dalla chiara indicazione dei loro Pastori.

… Alla luce di molti atteggiamenti sembra essere stata, anzitutto una crisi di comunione nella fede.

Non vogliamo né possiamo generalizzare; ma a tutti ricordiamo che credere è accettare la parola di Dio, proposta autenticamente da quell'organo vivo, voluto da Cristo, che è la Chiesa.

Il Salvatore, infatti, ha affidato il Vangelo a una comunità, perché fosse compreso e vissuto in comune, sotto la guida dei Pastori » posti dallo Spirito Santo a reggere la Chiesa di Dio ».

Ora, di fronte a un rinnovato impegno della Chiesa in Italia, a promuovere la evangelizzazione, vi sono riviste, pubblicazioni e cattedre, che si dicono cattoliche, e che, svincolate dall'insegnamento del Magistero, perturbano il "sensus fidei" del popolo di Dio.

Noi non possiamo non vigilare su tali pubblicazioni, promuovendo al tempo stesso con sincera fiducia un dialogo interno, costruttivo e sereno, nella riflessione adeguata sulla parola di Dio.

Ne meno grave è la crisi di comunione sul piano pastorale.

La Chiesa non è solo una comunità di fede; è anche lo strumento, posto dall'unico Salvatore, per recare la sua parola e la sua vita.

Questa azione non può applicarsi se non c'è unità di intenti e coerente unità di sforzi ad ogni livello di responsabilità: dei Vescovi, del clero, dei religiosi, del laici.

In ogni modo è certo che solo la comunione ecclesiale, nelle sue componenti di dottrina, di disciplina, di carità pastorale e fraterna, rende credibile la Chiesa di fronte al mondo, secondo l'affermazione di Gesù nella sua preghiera sacerdotale: « perché il mondo creda che tu mi hai mandato ».

Non possiamo consentire, noi Vescovi, che si venga meno a questo inviolabile principio.

A questa piena comunione, dunque, gerarchica e organica, noi Vescovi italiani richiamiamo con fermezza e fiducia sacerdoti e laici.

L'esperienza trascorsa deve stimolare tutti a ricomporre con ogni sforzo l'unità ferita o pericolante, in un impegno reciproco di comprensione e di rispetto, ma anche di chiarezza e di leale adesione alla verità e alle esigenze della comunione ecclesiale.

… La stessa comunità civile è attraversata da profonde crisi strutturali ed economiche ed è scossa da dolorose e inquietanti manifestazioni di violenza e di odio.

Bisogna che la Chiesa in Italia, in tutte le sue componenti, si manifesti ed operi come "sacramento" di salvezza, provvedendo e operando nel mondo per la dignità di ogni uomo, di tutto l'uomo.

Noi Vescovi italiani facciamo appello in questo grave momento alla coscienza di tutti i cristiani e di tutti gli uomini di buona volontà e ci impegnano a lavorare con ogni sforzo, insieme con loro, per la concordia e la pace, nella giustizia e nella carità.

… Come uomini nuovi, generosamente impegnati nella preghiera, docili a un tempo "allo Spirito e alla Sposa" la cui voce è unica, percorreremo alacremente la via del rinnovamento, tracciata dal Concilio Vaticano II.

Ne ci sarà più spazio nelle nostre Chiese, per un'arida e corrosiva contestazione, ma convergenza unanime di carismi, di ministeri,e di impegni, per operare in mezzo al mondo "la verità nella carità".