Il centenario di S. Paolo della Croce |
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Ricorreva nel 1975 il secondo centenario della morte di S. Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti, e i suoi figli spirituali lo hanno celebrato con un Congresso internazionale tenutosi a Roma, dal 13 al 18 ottobre u.s. avente per tema generale: « La sapienza della Croce, oggi ».
L'attualità di questo tema e l'affinità con gli ideali del nostro Istituto ci inducono a dire qualche cosa ai nostri lettori su questo gran Santo.
S. Paolo della Croce nacque a Ovada ( AL ), il 3 gennaio 1694, da Luca Danei e Anna M. Massari.
Il 22 novembre 1720, ad Alessandria, ricevette l'abito della Passione - mostrategli dalla Madonna in una visione - dal vescovo mons. Francesco M. Arborio di Gattinara.
In seguito, durante un ritiro di 40 giorni - dal 23-XI-1720 all'1-1-1721 - in Castellazzo Bormida, scrisse la prima regola dei "Poveri di Gesù" ( poi Passionisti ), il nuovo istituto che il Signore gli aveva ispirato di fondare.
Il 21-V-1725, il papa Benedetto XII, che due anni più tardi lo ordinerà sacerdote insieme al fratello Giovanni Battista, gli concesse, vivae vocis oracolo, l'approvazione della regola e la facoltà di radunar compagni.
Il 14-IX-1737 poté, finalmente, inaugurare il primo "ritiro" della congregazione, sul monte Argentario.
A distanza di tre anni, il 14-V-1741, Benedetto XIV riconobbe ufficialmente la nuova congregazione, approvandone le regole con un rescritto.
Circa un mese dopo, - 11-VI-1741 - Paolo e i primi compagni emisero la professione dei tre voti religiosi e il voto di propagare nel mondo la devozione alla passione di Gesù.
Da allora in poi, porteranno anche il "segno" della Passione sul petto e si chiameranno "Passionisti".
Nel periodo che va dal 1741 al 1773, fondò numerosi ritiri e l'istituto delle monache Passioniste.
Il 9-XII-1773 ricevette in dono la casa dei SS. Giovanni e Paolo al Celio, in Roma, dal papa Clemente XIV.
In questa casa morì il 18-X-1775.
Pio IX lo dichiarò santo il 29-V-1867.
Fondatore di due istituti religiosi - dei missionari Passionisti e delle monache Passioniste -, mistico sublime, apostolo ardente ed infaticabile, sapiente direttore di spirito, S. Paolo della Croce fu oggetto di alta stima e di profonda venerazione presso i suoi contemporanei, primi fra tutti i sommi pontefici con i quali ebbe intense relazioni e che a lui ricorrevano frequentemente per consiglio.
Forse poco noto alla pietà popolare, non è certamente uno sconosciuto agli studiosi e ai cultori della spiritualità cristiana.
Egli è e rimane, senza dubbio, una delle più grandi e poliedriche figure dell'agiografia cattolica del sec. XVIII.
La sua vita mistica - tanto intensa e così ricca di fenomeni e carismi eccezionali - è stata esaminata e illustrata da eminenti teologi e spiritualisti.
Il Viller l'ha definito « il più grande mistico e spirituale italiano del secolo XVIII »; e il De Guibert lo pone al primo posto tra i maestri della vita spirituale di quel secolo, accanto a S. Alfonso M. de' Liguori.
Le sue numerosissime lettere ( ne rimangono 2.000 delle circa 10.000 che ne scrisse ), oltre che a rivelare la ricchezza della sua vita interiore e l'eccezionaiità dei suoi carismi, ci mostrano in Paolo della Croce un maestro consumato e soprannaturalmente illuminato nella direzione spirituale.
Altra testimonianza della sua straordinaria personalità umana e spirituale, è il suo Diario, un "documento capitale", che rivela in lui - appena ventiseienne - il mistico innalzato alla più alta contemplazione.
È uno scritto di poche pagine, ma degno di figurare « tra i testi classici della mistica cattolica ».
Con efficace stringatezza, la liturgia dice che Paolo « dalle piaghe di Cristo apprese la Sapienza; dal suo sangue trasse vigore; con la sua passione convertì i popoli ».
La Passione del Signore, infatti, è la sorgente dalla quale scaturisce la ricca e fresca vena della sua spiritualità.
Una spiritualità soda e austera, fatta di estrema povertà, di profondissima umiltà, di aspre e diuturne penitenze; vivificata da un eccezionale spirito di preghiera, in continua e vitale unione col Signore, sempre sostenuta e rinsaldata dalla meditazione assidua e vivamente sentita delle pene del Redentore; vera e propria con-passione, definita dallo stesso santo « un misto d'amore doloroso e di dolore amoroso », che giunse fino al "matrimonio mistico" col suo "Amore crocifisso" …
Su questo stesso "spirito" Paolo della Croce fondò la sua congregazione di missionari contemplativi.
Una congregazione che, proprio nella "grata e salutifera" memoria della Passione del Signore traesse ispirazione e vitalità, e che della predicazione del Cristo crocifisso facesse la sua ragione di essere nella Chiesa e nel mondo.
Per oltre 40 anni, egli stesso percorse l'Italia in lungo e in largo.
Irresistibile annunciatore della "parola della croce", proprio col richiamo efficace alla Passione del Signore, riformò i costumi delle popolazioni e del clero; riportò gli istituti religiosi al loro spirito originario; avviò numerose anime alla santità; convertì a vita di fede, di onestà e di giustizia peccatori incalliti nel male e ostinati ( era chiamato "l'apostolo dei banditi" … ).
Il suo passaggio lasciava tracce profonde, ricordi indelebili …
Fa parte certamente di questo suo ardente e incontenibile zelo apostolico la sua ansia, il suo tormento per l'unità dei cristiani.
Particolarmente a cuore gli stava il ritorno dell'Inghilterra a questa unità.
Ed ebbe anche dei segni celesti premonitori nei riguardi di questa nazione …
C'è un altro aspetto, in S. Paolo della Croce, che meriterebbe di essere messo maggiormente in luce: la sua opera di direttore spirituale.
E non c'è dubbio che, più che dai libri, dalle piaghe del Crocifisso apprese quella divina sapienza, che fece di lui un maestro dì spirito soprannaturale illuminato, ansiosamente ricercato, attentamente ascoltato, fedelmente seguito, e da ogni ceto di persone …
Non poche furono le anime da lui condotte a intensa vita interiore e a non comune perfezione cristiana …
Un santo vivo e attuale S. Paolo della Croce, come opportunamente e felicemente rilevò il card. Poletti …
Perché sempre vivo e attuale è il messaggio che egli ricorda con la sua vita e il suo apostolato: il "verbum crucis", proclamazione la più forte e convincente dell'amore e dell'interesse di Dio per l'uomo, e rivalutazione dei valori umani più autentici …
Perché, soprattutto, vivo e attuale, sempre, è il Cristo crocifisso ( che Paolo della Croce presentava alle genti con gli accenti e la carica infuocati di un innamorato ): sempre "scandalo e follia" per un "mondo" che fa affidamento su se stesso e sulle proprie realizzazioni; ma per noi credenti « sapienza, giustizia, santificazione e redenzione » ( 1 Cor 1,23.30 ).
Potenza irresistibile di Dio, il Crocifisso, che, nel sacrificio di un irrepetibile amore per i suoi fratelli uomini, ha redento e valorizzato tutto ciò che i sapienti, i potenti, i ricchi, i forti di questo mondo rifiutano e disprezzano ( 1 Cor 1,26-29 ); ha abbattuto il muro dei vari razzismi, che divideva il mondo ebraico e il mondo pagano, per fare dei due un solo popolo ( Ef 2,14-16 ).
E che, perciò, è diventato ed è lui, - il Condannato al fallimento della croce - condanna sempre viva e bruciante d'ogni forma di odio, di ingiustizia, di emarginazione, di sopraffazione e sfruttamento, di violenza dell'uomo sull'uomo e contro l'uomo …
Speranza, che mai muore, di chi nel mondo non trova speranza, dei sofferenti, dei poveri, dei deboli, degli oppressi; di chi lotta e muore per la liberazione dell'uomo dai "cerchi infernali della morte", e per una società più umana, che sia anche - almeno nell'impegno dei cristiani - segno anticipatore della nuova umanità dei salvati; della quale il Cristo morto e risorto è "primizia" e garanzia di realizzazione.
Anche gli uomini del nostro tempo riescono a percepire ed apprezzano altamente questa ineguagliabile ricchezza di valori, racchiusa nella "parola della croce".
Forse c'è solo bisogno di cristiani convinti - sacerdoti e laici - che questa parola annuncino con coraggio e franchezza, e senza "annacquarla" o mistificarla con ideologie umane.
Che questa parola facciano comprendere ai loro fratelli uomini …
Che - soprattutto - questa parola facciano accettare con la testimonianza della loro vita di "uomini nuovi", rigenerati alla libertà e alla "giustizia" dei figli di Dio, nella morte e risurrezione dell'Uomo-Dio …
p. C.B. c.p.