Beatificazione di due fratelli delle Scuole Cristiane

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Domenica 30 ottobre 1977 saranno beatificati due apostoli del catechismo, due Fratelli delle Scuole Cristiane: Fratel Mutien e Fr. Miguel; il primo del Belgio e il secondo dell'Ecuador.

Sono due figure di religiosi che la Chiesa propone alla venerazione e ad esempio in un tempo in cui tanto è sentita l'urgenza e l'importanza della evangelizzazione e promozione umana e li proporrà proprio alla conclusione del Sinodo dei Vescovi che tratterà appunto questi temi.

I due Fratelli si presentano infatti come realizzatori e come portatori di tale messaggio, pur in una vita e in attività tanto diverse.

Tutti e due, nella fedeltà alla loro vocazione e al loro Santo Fondatore, S. Giovanni Battista de La Salle, realizzarono una profonda e incisiva opera di evangelizzazione con la catechesi e di promozione umana con l'insegnamento.

Uniti dall'ideale, ma tanto diversi, come si è detto, nei ruoli esercitati, lasciarono una vasta eco di bene e di santità, di cui sono testimonianza le voci e le preghiere che a loro sono innalzate particolarmente nelle loro terre di origine, ma anche in tutto il mondo in cui i Fratelli ne hanno diffusa la conoscenza.

Il Fratel Mutien ha realizzato la sua santità nella monotonia di un insegnamento impartito per 57 anni in una stessa scuola, senza muoversi dal suo paese di attività e insegnandovi due materie che quasi gli vennero imposte.

Il Fratel Miguel oltre che insegnante e catechista dei più piccoli fu illustre scienziato; esercitò in varie parti del mondo ed ebbe alti riconoscimenti per la sua attività di letterato e di scrittore.

Di questi nuovi esempi che la Chiesa proporrà al mondo diamo una breve sintesi della vita.

Fratel Mutien Marie

È un Fratello delle Scuole Cristiane, nato nel 1841 a Mellet e morto a Malonne, il 30 gennaio 1917.

La sua Patria è il Belgio.

La sua vita non comporta alcun avvenimento di rilievo.

E pertanto tutta la sua vita è un fatto considerevole.

Facendo in maniera non comune delle cose comuni di tutti i giorni: insegnare, assistere i giovani, pregare, Fratel Mutien raggiunge un grado di perfezione che i suoi confratelli, i suoi allievi e il gran pubblico riconoscono e continuano a riscoprire, circondandolo di una venerazione che richiama continui pellegrinaggi alla sua tomba.

Entrato a 15 anni al Noviziato dei Fratelli delle Scuole Cristiane fu in seguito inviato a fare scuola per un anno a Chimay e per un altro anno a Bruxelles.

Poi fu inviato a Malonne e si rimase per 57 anni.

Aveva 18 anni e tanta buona volontà, ma l'impegno di un insegnamento a giovani e non più a bambini, lo trovò impreparato e sull'orlo della disfatta.

Fortunatamente un altro Fratello, il Fratello Maixentis, musico e disegnatore che aveva provato le stesse difficoltà richiese alla Comunità « Affidatemi il Fratel Mutien! Mi aiuterà per le assistenze.

Lo formerò. Forse diventerà anche lui un buon professore ».

fr. Mutien  ( dis. Caffaro Rore )

Ed ecco come Malonne acquistò un santo, impegnato in una carriera imprevista.

Con molto sforzo e con molta buona volontà Fratel Mutien, sotto la guida del suo confratello, diventò un discreto disegnatore e un musico e a questi insegnamenti dedicò … 57 anni!

A questo aggiunse l'impegno di assistente dei giovani pensionanti del grande complesso collegiale di Malonne, durante le ricreazioni e nei momenti in cui era necessaria una presenza.

Per anni e anni gli allievi e i confratelli l'hanno visto percorrere lentamente cortili e corridoi, con il rosario in mano, assicurando una presenza tanto discreta quanto efficace.

Impegnandosi alla perfezione e per amore di Dio in questi ultimi impieghi, tanto utili, si è santificato.

E ha irradiato anche la sua santità presso tutti coloro che lo hanno conosciuto durante questo mezzo secolo.

Questo perché tutto era sostenuto dalla preghiera.

Gli allievi e il personale di servizio del Collegio chiamavano Fratel Mutien « il Fratello che prega sempre ».

Oltre le comuni preghiere di comunità, anche le sue ore di assistenza erano ore di preghiera con una recita continua del rosario che non scompariva mai dalle sue mani.

Caratteristica della sua spiritualità era una tenera e particolare devozione alla Santissima Vergine, per arrivare a Gesù.

In una delle sue poche lettere troviamo scritto: « Voi che volete trovare un mezzo breve e comodo per arrivare a una intima unione con Nostro Signore, prendete il cammino di Maria.

Più amerete la Santissima Vergine, più amerete il suo divin Figlio …

Che Maria sia sempre nel vostro spirito e nel vostro cuore …

Dopo il buon Gesù, sia Essa l'oggetto di tutte le vostre affezioni »

E in altro scritto confidava ai suoi Superiori: « Ho chiesto alla buona Mamma di rendersi presente e di permettermi di rimanere in sua compagnia ovunque e sempre, in modo che io mi senta sempre accanto a Lei.

Nella sua bontà, la Santissima Vergine mi ha ottenuto questa grazia.

Io Le attesto una fiducia assoluta.

Tutte le mie domande, le pongo nelle sue mani, affinché Essa stessa le presenti al suo Figlio prediletto ».

Si è detto con ragione che un santo triste è un triste santo.

Il Fratel Mutien, pur nella monotonia di un lavoro umile, senza apparenza, irradiava serenità e gioia.

Proveniva da una famiglia di forti lavoratori, ma anche tanto serena di cui è detto: « il sorriso vi era fratello del lavoro e della virtù, e i suoi genitori non avevano una pietà musona ».

Questa sua serenità si trasformava in carità ricca di gioia, di calma di pace: verso i Superiori la sua carità diventava rispetto e fiducia; verso i confratelli si rivelava come servizio e stima; verso gli allievi ( e a Malonne erano 900 i convittori! ) era aiuto, consiglio, preghiera.

Fratel Mutien aveva una virtù amabile, ben lungi dalla aridità e dalla eccentricità.

Era severo solo con sé, amabile verso tutti, soprattutto con i più umili.

Sapeva prevenire con discrezione e semplicità le necessità dei giovani, con piccoli servizi talvolta ignorati.

In questo modo, senza avvenimenti di rilievo, trascorse la sua vita: fece la sua ultima lezione di musica il 27 gennaio e si recò alla Cappella per l'ultima volta la domenica 28 gennaio.

Il mattino del martedì 30 gennaio 1917, dopo due giorni di infermeria, si addormentò dolcemente nel Signore.

Anche la sua morte fu all'insegna dell'ordinario e dell'umiltà.

Ma ben presto la voce popolare ne divulgò la fama e numerosi pellegrinaggi di persone sole o a gruppi vennero a pregarlo sulla sua tomba.

Con gli anni l'affluenza andò sempre più aumentando.

Centinaia e centinaia di favori vengono attribuiti alla sua intercessione e numerosi sono i fascicoli che li riportano.

Ora la Chiesa, dopo lo svolgimento dei vari passaggi per la beatificazione, si appresta a dichiarare Fratel Mutiel-Marie beato.

Il suo messaggio si può ridurre a un'esortazione ad avere una tenera e filiale divozione alla Santissima Vergine per raggiungere l'intimità con Gesù, a compiere il nostro dovere quotidiano, pur nella monotonia, con la serenità e la gioia di chi sa che compie la volontà di Dio, a non ricercare le vie straordinarie per giungere a Dio ma a procedere nella semplicità dei fanciulli di cui è il Regno dei Cieli.

Fratel Miguel

Fratel Miguel ( Francesco Febres Corderò ) nacque a Cuenca, città dell'Ecuador, il 7 novembre 1854 e morì a Premia de Mar in Spagna il 9 febbraio 1910 ad appena 55 anni.

I Fratelli delle Scuole Cristiane erano giunti in Ecuador da un decennio per rispondere al desiderio di Garcia Morene, che nell'opera di risanamento del paese aveva fatto leva sulla ristrutturazione della scuola.

Nel 1863 il giovane Francesco Corderò entrò nella scuola fondata di recente dai Fratelli.

Le naturali inclinazioni e la virtù del giovane studente gli ispirarono ben presto l'anelito di appartenere alla Congregazione religiosa dei suoi maestri.

Ma i suoi genitori si opposero nettamente, e lo persuasero ad iniziare i suoi studi letterari in seminario onde prepararsi alla vita sacerdotale.

Solo pochi mesi dopo, per motivi di salute, dovette lasciare il seminario; in seno alla famiglia ricuperò in breve tempo la salute, dovette e riuscì a convincere la madre che Dio lo chiamava nell'Istituto dei Fratelli, nel quale fu ammesso il 24 marzo 1868, cambiando il suo nome in quello di Fratel Miguel.

Terminata la sua formazione fu destinato alla scuola di Quito dove, allo stesso tempo, continuava i suoi studi e si esercitava nell'educazione dei bambini.

Fratel Miguel si distinse in breve come professore di grammatica, specialità nella quale raggiunge un'autorità internazionale.

Aveva appena 17 anni quando firmò la sua prima pubblicazione: un grammatica per le scuole; il lavoro capitò tra le mani dei componenti del Consiglio della Pubblica Istruzione, che lo chiamarono e gli imposero di comporre un testo più ambizioso da adottarsi in tutto l'Ecuador.

Le loro speranze furono ben riposte e altri stati dell'America Latina richiesero quella pubblicazione che tenne banco per molti anni.

All'opera di docente, Fratel Miguel affiancò quella di uomo di penna e compose una serie pregevole di volumi nei quali l'Ecuador trovò delle proposte concrete per impostare un ordine di studi saldo nei metodi e vario nei contenuti.

Tali opere fecero testo in molte parti dell'America Latina.

Però fu molto maggiore la sua influenza come catechista, specialmente nella preparazione dei fanciulli alla Prima Comunione, missione alla quale si dedicò per oltre venticinque anni.

L'estro poetico di Fratel Miguel gli ispirò bellissime odi e poesie nelle quali cantò le armonie della Religione, la bellezza delle virtù, l'eroismo delle anime consacrate a Dio, il suo amore alla Santissima Vergine e le glorie del Fondatore dell'Istituto alla cui Beatificazione partecipò in S. Pietro a Roma nel 1888 in qualità di delegato dei Fratelli dell'Ecuador.

Le sue relazioni letterarie e linguistiche lo posero a contatto con notevoli personalità del mondo letterario spagnolo, dentro e fuori dell'Ecuador.

Uno dei riconoscimenti più alti, al quale egli a lungo cercò di sottrarsi, fu quello del 1892, quando l'Accademia dell'Ecuador lo riceve nelle sue file.

Fu maestro dei novizi per qualche tempo e poi direttore della scuola di Quito che contava venti religiosi con più di mille allievi.

Nel 1907 fu chiamato a Parigi dai Superiori per unirsi allo "staff" di professori che dirigevano le attività editoriali della Congregazione in campo scolastico; così egli divenne l'anima di una serie di iniziative altamente benemerite che si concretizzarono in sillabari, corsi di algebra, grammatica, sintassi, letture antologiche, precetti di retorica e stilistica, catechesi ad ogni livello.

Più tardi passò alla Casa Generalizia della Congregazione allora in Belgio, poi, a Premià de Mar in Spagna, sempre incaricato della composizione di libri didattici, con una preferita attività nel campo catechistico.

Una violenta malattia lo colpì nel 1910 che in poco tempo lo portò alla morte il 9 febbraio.

Durante la sua ultima malattia si manifestò sempre quale era stato durante la sua vita, con una conformità eroica alla santa volontà di Dio.

Brillò per la sua grande umiltà e per il suo ardente amore a Gesù e alla sua Santissima Madre.

La notizia della sua morte suscitò numerose manifestazioni di ammirazione da parte delle autorità ecclesiastiche e civili, di diverse società letterarie e scientifiche per le sue virtù e per la sua scienza.

Questa voce di ammirazione che ha ampia risonanza specialmente nella sua terra di origine che gli ha elevato un monumento, trova ora una conferma nella voce della Chiesa che propone Fratel Miguel ad esempio come colui che ha ricevuto 10 talenti e li ha saputi far fruttificare abbondantemente per la evangelizzazione e la promozione umana dei suoi fratelli.