In memoriam |
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Fr. Michelangelo Novarino f.s.c., morto a Paderno del Grappa il 14 dicembre 1978 all'età di 58 anni.
Fr. Michele Giorda f.s.c., morto a Massa l'8 gennaio 1979 all'età di 66 anni.
Devoto seguace di Fr. Teodoreto, accolse il suo invito e generosamente si dedicò alla diffusione della Adorazione a Gesù Crocifisso, a cui invitò, nelle varie città in cui esercitò il suo umile e prezioso apostolato, gruppi di ragazzi che costituì in sezioni della Unione Catechisti del SS. Crocifisso.
Li formò alla preghiera, alla vita spirituale, all'apostolato catechistico.
Nella sofferenza accettata e offerta tradusse la divozione a Gesù Crocifisso in vita vissuta.
Fr. Ernesto Moretti f.s.c., morto a Torino - Centro La Salle, il 15 gennaio 1979 all'età di 86 anni.
Nella sua profonda spiritualità, ricca di preghiera e di dedizione, nutrita di Gesù Eucaristia e sostenuta da una intensa e semplice devozione alla Mamma Celeste, scoperse nella Divozione a Gesù Crocifisso, che gli presentava il Servo di Dio Fr. Teodoreto, una grande fonte di grazia.
La accettò, collaborò con Fr. Teodoreto alla sua diffusione, formò gruppi giovanili della Unione Catechisti, continuò per tutta la lunga vita il suo fraterno attaccamento e la sua sincera divozione al Servo di Dio, che invocava con tanta fiducia.
Scrisse per il Bollettino l'Amore a Gesù Crocifisso vari articoli tra cui merita particolare ricordo una lunga serie intitolata « Il Crocifisso, tesoro dell'Umanità ».
Con il suo esempio di vita santa ci lascia anche un invito scritto: « La devozione a Gesù Crocifisso, praticata con fervore e perseveranza, forma i santi.
Se Gesù, per mezzo di Fra Leopoldo ci ha scelti a propagatori della Divozione alle Sue Sante Piaghe, mettiamoci con zelo ardente attorno a questa opera, cerchiamo di realizzare il desiderio di Gesù Crocifisso ». ( L'Amore a Gesù Crocifisso - a. 1940 - n. 4 ).
Mons. Vincenzo Barale morto a Rivoli ( Torino ) il 21 gennaio 1979.
Segretario per 32 anni del Card. Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, accolse sempre con bontà, premura, interessamento Fr. Teodoreto e i Catechisti che si recavano dal Cardinale nel periodo della formazione e del riconoscimento dell'Istituto Secolare.
Lo ricordiamo con riconoscenza nella preghiera.
Nell'anno testé concluso, 1978, si compivano vent'anni dalla morte del papa Pio XII e con delusione abbiamo constatato che il ricorso è passato quasi sotto silenzio.
Le circostanze attuali, specialmente il rapido succedersi di tre papi, può spiegare il fatto ma non lo si può assolutamente giustificare se si considera l'eccezionale grandezza di quest'uomo, che merita sicuramente di essere annoverato fra i Dottori di S. Chiesa e che ha governato durante uno dei periodi più tragici della storia umana, con carità inesausta e con amarezze infinite.
I catechisti hanno poi un motivo particolare per ricordarlo con gratitudine: Egli è il fondatore degli Istituti Secolari e quindi devono a lui la loro forma di vita.
Uno dei meriti di Pio XII è stato quello di avvertire chiaramente i fermenti spirituali che premevano in seno alla Chiesa e di dare soluzione a tanti problemi che l'agitavano, fra i quali la necessità di aprire nuovi sbocchi e nuove forme alla vita di perfezione.
Il documento « Provida Mater Ecclesia » che disciplina una nuova forma di vita consacrata a Dio è da considerare senza dubbio una pietra miliare nella storia della Chiesa.
Già il suo predecessore, Pio XI, aveva visto che occorrevano nuove norme per l'osservanza dei consigli evangelici e aveva dichiarato: se necessario modificheremo i canoni.
Ma non aveva fatto in tempo e ne aveva lasciato il compito al suo successore.
È noto quanto grande stima portasse Pio XI all'allora cardinale Pacelli di cui aveva intuiti il valore eccezionale di mente e di cuore, e aveva fatto di tutto per metterlo in vista.
Il conclave che seguì alla sua morte, infatti, fu brevissimo.
L'uomo non deluse, anzi confermò ampiamente le speranze che erano state riposte in lui.
Basti dire che mai nessun papa ha dato alla Chiesa tanta ricchezza di insegnamenti, che abbracciano tutti i settori della vita e affrontano tutti i problemi teologici e morali, mettendoli a fuoco sulla realtà attuale.
Infatti il Concilio Vaticano II cita continuamente Pio XII.
È stata inoltrata anche la sua causa di beatificazione, che naturalmente non esamina l'intelligenza del soggetto, ma le sue virtù.
Ricordiamo solamente che Pio XII fu un uomo di intensa vita interiore e di grande austerità.
Le amarezze di ogni genere furono il suo pane quotidiano.
E ancora a tanti anni dalla sua morte i nemici della Chiesa si accaniscono proprio contro di lui.
Ma questo è una riprova della sua grandezza e della speciale partecipazione al sacrificio del Signore.
Fu chiamato « il Vicario » e va benissimo: quale altro papa tornò in Vaticano con la talare macchiata di sangue dopo la visita agli infortunati?
È un fatto simbolico, è il contrassegno di partecipazione alla passione di Gesù.
La storia farà giustizia e la sua figura brillerà sempre più alta, malgrado la miserabile campagna che lo vorrebbe denigrare.