Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini |
B235-A4
( Appunti tratti dalla relazione di Don Prunas Tola, rivisti dall'autore )
Sul tema proposto sarà svolto un convegno per tutta la chiesa italiana, con conclusioni in aprile a Loreto.
Dobbiamo prepararci a questo avvenimento con la nostra riflessione, poiché non si tratterà di un convegno solo per addetti ai lavori, ma di una occasione di conversione per tutti i fedeli.
Il tema della riconciliazione va inserito nell'epoca contemporanea, con riguardo alle odierne attese dell'umanità.
Di qui l'importanza di sapere discernere le esigenze di fondo, con riguardo ai rapidi processi di trasformazione in atto.
Si stanno confermando nuove tecnologie, le quali portano grossi problemi economici, come la disoccupazione, l'accentuazione del divario nelle condizioni dei popoli, e tutto ciò comporta conseguenze morali.
La Chiesa è incarnata nella storia e la sua opera deve essere rivolta alle aspettative dell'uomo di oggi.
Una prima e fondamentale forma di riconciliazione avviene a livello di chiesa universale, e ne abbiamo vari segni:
l'opera svolta dalla S. Sede per riconciliare il Cile e l'Argentina:
gli interventi della Gerarchia per la riconciliazione nel Salvador in Sud America:
gli interventi dell'episcopato nord americano contro gli interventi atomici e contro i livelli di povertà economica;
gli interventi qui da noi di vari prelati - come il Cardinale Pappalardo e Mons. Ribaldi in posizioni di avanguardia - rischiando la vita per combattere alle radici mafia e camorra;
l'impegno di molti cattolici tra cui spicca un don Ciotti e un don Picchi, nell'azione sociale concreta.
Ma abbiamo anche vari segni di riconciliazione a livello personale e di famiglie.
Pensiamo ad esempio ai terroristi pentiti, quanto meno riferendoci ai casi di effettiva conversione.
E pensiamo al perdono dato, dal profondo del cuore, da famiglie di vita cristiana seria, quali le famiglie Bachelet. Taliercio, Moro.
In questa prospettiva, uno dei punti basilari e di maggior rilievo è indubbiamente il perdono da accordare a chi ci ha offeso; e questo può essere un primo elemento di riflessione.
La Chiesa emerge sempre più come elemento di unione, di tanto più rilevante nella crisi di ideologie poste come alternativa al cristianesimo, cioè il marxismo e il consumismo ( « gli dei che hanno tradito » ).
La presenza dei cristiani nel mondo si pone quindi come elemento di riconciliazione.
Sempre a condizione che la Chiesa - come comunità dei credenti in Gesù Signore, e come singoli, non ceda alla permanente tentazione dell'orgoglio e del trionfalismo terrenistico, tanto contrario al delicato mistero della speranza cristiana.
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Passando alla famiglia dobbiamo rilevarne gli elementi di crisi, affinché anche per essa, la nostra proposta di riconciliazione sia attuale e verosimile.
La famiglia dovrebbe essere essenzialmente un luogo di dialogo, di accettazione dell'altro diverso da sé, di reciproca accoglienza, di congiunta costruzione, soprattutto di congiunto e costante perdono.
Nei nostri giorni assistiamo ad una rivalutazione della famiglia, ed alla messa in crisi di alcune concezioni che tendevano a minarne l'esistenza.
Cosi la concezione ideologica che presumeva di eliminare la famiglia perché questa, essendo legata alla tradizione, a costumi, a valori etici, soffocherebbe la persona, impedendo l'evoluzione della società.
Nell'intendimento di superare il rapporto marito-moglie e genitori-figli, si erano escogitate le « comuni » familiari, caratterizzate dal fatto che tutti sono di tutti, con preteso superamento del rapporto coniugale e parentale.
Tali comuni sono fallite per il fattore gelosia e per l'insopprimibilità del legame di figliolanza.
Sono parimenti entrati in crisi quelle comunità, sorte in alcuni luoghi, come in Cina, in cui si è inteso sostituire l'istruzione pubblica alla educazione familiare.
Per contro vi è oggi una rivalutazione di ciò che è privato, anche in contrasto al fallimento, per difetti intrinsechi, di talune riforme ( come quella sanitaria e assistenziale, pur non volendo denegare l'importanza e l'insostituibilità di molti interventi pubblici ).
Perseverano comunque atteggiamenti di opposizione alla famiglia, sul piano divulgativo, con la propaganda attraverso manuali per minorenni di difesa contro la famiglia, in cui si propone, come alternativa, la vita libera con il sesso libero e la droga leggera, e in cui si auspica addirittura di contestare i genitori, eventualmente anche sul piano giudiziario, per pretesi interventi vessatori motivati dalla disciplina.
Peraltro anche questo filone è in crisi.
Persevera altresì l'atteggiamento popolare di denuncia della famiglia attraverso una certa mentalità dissacrante ( con le affermazioni che il matrimonio sarebbe la tomba dell'amore, oppure una roccaforte in cui chi è fuori vorrebbe entrarne e chi è dentro vorrebbe uscirne ).
Anche lo Stato peraltro è alla riscoperta della famiglia.
Invero uno stato assistenziale, anche a prescindere dalle disfunzioni di un riformismo esasperato, non può soddisfare alle esigenze dell'uomo perché il benessere senza valori non appaga il cuore umano.
Vi sono persone dotate di ogni mezzo esterno, che soffrono di una permanente tristezza di solitudine e, più in generale, di esistenza.
Occorre quindi il recupero dei valori umani e la famiglia ne è una depositarla.
Lo stesso benessere conseguente al consumismo e al culto del lavoro, seppure consenta di eliminare se non tutta, almeno molta povertà, non è che esima dalle stesse funeste conseguenze sopra indicate.
Lo testimoniano d'altra parte fatti storici avvenuti dopo il boom economico, come la crisi del '68, la crisi della occupazione, per cui oggi si rimettono persino in discussione alcuni aspetti dello statuto dei lavoratori.
Si diceva che lo Stato ha riscoperto la famiglia basandosi su essa per determinati istituti, come le adozioni, gli affidamenti, la riabilitazione di alcuni ammalati psichici.
Parimenti assistiamo oggi ad un ripensamento di molte istituzioni per renderle non solo più efficienti, ma più umane.
Si parla di rifondazione dei partiti, si impone una evoluzione dell'industria ( vi è, ad esempio, una particolare attenzione a nuclei imprenditoriali che si dedichino a servizi terziari o attività di artigianato ), vi è l'esigenza della riforma della scuola, vi è l'aspirazione dei giovani a nuove forme di occupazione, che, fra l'altro, tengano conto anche delle attese del terzo mondo ( punto nodale di un nuovo ordine internazionale che affronti i giganteschi problemi Nord-Sud, e i problemi della disoccupazione a livello intercontinentale ).
In questa luce si pone la riscoperta della famiglia, con l'avvertenza però che si tratti di una autentica conversione e non una falsa rivalutazione.
Così sarebbe falsa l'immagine di una vita di coppia che si basi solo sul possesso gioioso dell'altra persona, poiché si tratterebbe pur sempre di un atteggiamento strumentale ( il che, d'altra parte, ci è confermato dalla dissoluzione precoce di coppie che si erano orientale per la semplice coabitazione, oppure per gli incontri prematrimoniali ).
Occorre che la riscoperta della famiglia si basi su aspetti reali e positivi.
La famiglia è una piccola oasi d'amore nel deserto di amore dell'epoca contemporanea.
L'altra persona va accettata per quello che è e non per quello che ha e che produce.
Ognuno deve sentirsi responsabile della vita dell'altro, e più che possedere occorre desiderare di essere posseduti donando la vita all'altro.
D'altra parte il cristianesimo è incarnazione del Verbo in Cristo Gesù e così il matrimonio deve essere unione di incarnazione tra i due.
Parimenti il cristianesimo è condivisione e così gli sposi devono condividere tutto, accettando i difetti, procurando di emandarsi nel dialogo.
Il cristianesimo, in Gesù Crocifisso, è morte e resurrezione, così la famiglia deve riprodurre questi due aspetti dell'unica realtà di Cristo glorificato, per cui il coniuge deve accettare di morire a qualcosa di se stesso per risorgere come coppia.
Gli sposi devono commentare insieme il loro cammino umano e cristiano, devono verificare la propria condizione, in altre parole si devono cristianamente riconciliare.
E tutto questo è gioioso poiché l'uno aiuta l'altro per un reciproco arricchimento, nell'esercizio delle grandi virtù morali come la magnificenza, l'altruismo, la magnanimità e così via.
La riconciliazione della famiglia in Gesù Crocifisso è un cammino per intravvedere nel Crocifisso la via per una riconciliazione personale a Dio e agli uomini, e una riconciliazione della comunità civile ed ecclesiale.
D. Prunas Tola
- La comunità, ogni comunità, è il luogo della festa e del perdono.
Nella vita comunitaria si scioglie la piaga segreta dell'isolamento e dell'egoismo, con l'obiettivo di rinunciare a qualcosa per accettarsi e unirsi.
- Segno certo della riconciliazione è il perdono.
Come oggi il cristiano si distingue al riguardo?
Quale testimonianza possiamo dare nella vita-di famiglia?
- Quale testimonianza possiamo dare oggi della vita sociale per contribuire alla riconciliazione?
Come essere segno vivente di Gesù il Signore? ( nella vita « nascita » del cristiano e nella vita « esterna e visibile » ) .
J. Vanier « La Comunità, luogo della festa e del perdono » - Ed. Jaca Book, 1980.
J. Dominuam: « Matrimonio: fede e amore » - Ed. Cittadella, 1984.
Rivista mensile « Progetto » del Sermig; C.C.P. 21641105 - Progetto L.D.C.; Lire 14.000 abbonamento annuo.