Assemblea generale ordinaria dell'Unione Catechisti

B241-A1

Nel numero precedente di questo Bollettino abbiamo dato notizia dell'Assemblea Generale dei Catechisti, che si raduna ordinariamente ogni sei anni e che è iniziata il 27 dicembre 1985 e si è conclusa il 28 marzo 1986 alla Casa di Carità A. & M.

Ora ne pubblichiamo, qui di seguito, la mozione conclusiva, raccomandandola alla preghiera dei nostri lettori, affinché la grazia di Dio renda efficaci i propositi degli uomini.

Mozione conclusiva d'indirizzo per il sessennio 1986-1991

A gloria di Gesù Crocifisso nostro Salvatore e Redentore, a " Colui che ci ama " e che è la suprema manifestazione dell'amore misericordioso del Padre, alla Sorgente della risurrezione e della vita nello Spirito Santo.

Sempre tutto affidando alle cure materne e alla potente intercessione di Maria SS. Immacolata.

Venerdì Santo 1986

A conclusione dei suoi lavori l'Assemblea formula i punti che seguono con lo scopo di assicurare un indirizzo di vita e di attività per tutta l'Unione e per ogni membro di essa nel corso del sessennio 1986-1991.

1. Il valore programmatico del titolo dell'Unione

L'Assemblea rileva, in primo luogo, la necessità di approfondire e di riformulare nella realtà di oggi l'identità e il compito dell'Unione e degli ideali di vita che essa propone.

A questo scopo raccomanda di confrontare costantemente, nella fede, ogni cosa, ogni attività con il titolo programmatico dell'Unione, per cogliere in esso un principio di conoscenza, di azione e di vita dinamicamente unitario.

Il confronto deve essere operato per interpretare e corrispondere ai segni dei tempi, delle peculiari esigenze della realtà storica e ambientale in cui si vive, coerentemente con il fatto di essere l'Unione componente specifica del mondo lasalliano.

Occorre adoprarsi affinché la qualifica di « catechisti » e di « catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata » risulti indicativa di un vero e proprio modo di essere, di una mentalità, di una forma e stile di vita, suggellati dalla consacrazione.

L'impegno di essere « catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata » sempre ed ovunque, in rapporto ad ogni cosa, deve esprimere un modo di vita radicalmente evangelico ed effettivamente consacrato a Dio e perciò autenticamente missionario nel mondo di oggi.

Missionario secondo il disegno e il cuore di Dio, vale a dire missionario per la chiamata che lo suscita, per lo zelo che anima la risposta, per l'impegno di testimoniare il Crocifisso-Risorto e di operare per la nascita in Lui, affinché i fratelli, i giovani specialmente, possano portare frutti abbondanti di vita e di carità.

La vocazione catechistica comporta una radicale risposta d'amore a Dio: al Padre « che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna » ( Gv 3,16 ); al Figlio « che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue » ( Ap 1,5 ) e che per salvarci « umiliò se stesso facendosi obbediente sino alla morte e alla morte di croce » ( Ef 2,8 ); allo Spirito Santo nel quale si compie la nostra partecipazione all'Amore che è Dio, nell'intimità e nella conformazione con il Cristo Crocifisso, Redentore universale.

Nell'Unione, la pratica dei consigli evangelici o l'impegno per una dedizione a Dio di tutto se stessi anche nel matrimonio e nella famiglia trovano, nella proposta di essere « catechisti » e « catechisti del SS. CrocifIsso e di Maria SS. Immacolata », il loro fondamento e il loro scopo peculiare.

2. I membri dell'Unione strumenti di riconciliazione

I membri dell'Unione, poiché consacrati al Redentore Crocifisso e alla Vergine Immacolata, capolavoro della Redenzione e Madre dell'umanità redenta, sono specialmente chiamati a essere strumenti attivi di riconciliazione nella comunità ecclesiale, nella società, nella famiglia, negli ambienti di vita e di lavoro, in forza della partecipazione a Colui che ha riconciliato a Dio tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua Croce le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli ( Col 1,20 ).

Si cerchi perciò di avere costantemente presente, nel servizio da rendere alla Chiesa, alla società e al singolo uomo, la preghiera di Gesù nella imminenza del suo sacrificio affinché tutti siano una cosa sola ( Gv 17,20-23 ).

A questo proposito si raccomandano anche i risultati e gli sviluppi del Convegno di Loreto della Chiesa in Italia sul tema « Riconciliazione cristiana e la comunità degli uomini » ( 9-13 aprile 1985 ).

3. La secolarità consacrata in Cristo, il Crocifisso-Risorto

I membri dell'Unione considerino l'esigenza di santità e la capacità di concorrere a produrla in Cristo Redentore, come intrinseca nei compiti umani, professionali, sociali, familiari, politici, culturali, propri della condizione laicale e secolare.

Infatti, su tutti gli uomini e su tutta la realtà cosmica e storica in ordine dell'uomo, si esercita l'attrazione salvifica e regale del Signore Gesù, del Crocifisso-Risorto.

Ciò senza pregiudizio per il valore insito nella realtà dell'ordine temporale, ma anzi difendendolo ed esaltandolo proprio nella sua autonomia, per la sua costitutiva relazione con l'uomo, con tutto l'uomo, e per il suo riferimento e orientamento a Dio per Cristo Signore.

Per la liberazione della schiavitù della corruzione ( Rm 8,19-22 ) e per la piena valorizzazione di tutta la realtà mondana e secolare, i membri dell'Unione debbono aprire la loro vita e svolgere le loro attività quotidiane come cooperazione alla ricapitolazione in Cristo Crocifisso di tutte le cose, nella prospettiva di « una terra nuova in cui abita la giustizia » ( 2 Cor 5,2; 2 Pt 3,13 ).

Si raccomandano pure la preghiera e la preparazione per il prossimo Sinodo sulla « Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo ».

4. L' « essere catechisti » dei membri dell'Unione a servizio della Comunità ecclesiale e della società.

Nella linea dei punti espressi in precedenza si raccomanda ad ogni catechista, a ogni livello di responsabilità rappresentativa, l'impegno di approfondire e sviluppare e la realtà e il significato dell'essere catechisti per operare sempre e ovunque come tali in quanto mèmbri della comunità ecclesiale e in quanto membri della società.

Una risposta sempre più piena alla chiamata del Signore esige un costante e aggiornato studio sul servizio da rendere alla Chiesa e nella Chiesa e sul servizio da rendere alla società e nella società, nei vari ambiti dell'esistenza umana.

Per la Chiesa e nella Chiesa si tratta in particolare di partecipare alla catechesi organizzata nelle Diocesi, nelle parrocchie e nelle iniziative educative.

Una particolare cura dovrà essere posta nel sostenere in vario modo la partecipazione dei laici e dei secolari all'educazione della Fede per affermarvi uno specifico ed irrinunciabile apporto conseguente alle esigenze del Battesimo ( 1 ).

Cosicché il Cristo, contemplato nelle sue Piaghe sanguinanti e gloriose, sia annunciato ed insegnato mediante tutti i linguaggi affinché egli viva in ogni uomo il suo mistero di vita e di resurrezione e l'uomo viva in lui con tutte le forme e condizioni di attività e di vita che gli sono proprie.

In quanto « educatori della Fede »,2 i membri dell'Unione coopereranno con la testimonianza e con interventi sia sistematici che occasionali, ad annunciare in tutti gli ambienti di vita e di lavoro il Cristo Via, Verità, Vita, fondamento e coronamento di unità e di pace, di fattivo amore vicendevole, di principio e di fine di tutta la realtà storica.

Circa il servizio da rendere all'uomo nella società e alla società in cui vive, i membri dell'Unione si esercitino a operare congiuntamente per il bene del singolo e per il bene della società considerata nelle sue dimensioni di comunità e di organizzazione dell'umana convivenza.3

In quanto « cristiani » nella società, i mèmbri dell'Unione debbono « costruire il loro destino » concorrendo a costruire il « bene comune », l' « ordine temporale » e operando con l'intento di ordinare a Dio le realtà mondane e secolari.

In quanto « catechisti » a servizio della società e dell'uomo nella società i membri dell'Unione devono operare aiutando i fratelli a costruire anche essi « il loro destino » e a dare il loro apporto alla « costruzione » del bene comune, dell'ordine temporale fondato sul rispetto della dignità dell'uomo, della giustizia e della libertà; con l'impegno di ordinare a Dio la realtà mondana e secolare.

Nella loro realtà di « lasalliani », i membri dell'Unione sono chiamati a rendere dominanti nella loro vita quelle forme di aiuto fraterno, di solidarietà che consistono nell'aiutare l'uomo ad essere « soggetto » di vita politica, sociale, economica, culturale, educativa, etico-spirituale e « costruttore » della realtà storica e sociale sul fondamento della vocazione dell'uomo chiamato alla intima unione con Dio e in Dio, per il sacrificio del Verbo incarnato.

Nelle loro autonome scelte politiche, sociali, culturali, i catechisti debbono sempre più cercare di favorire orientamenti e soluzioni che consentano di generalizzare al massimo il senso della dignità umana e il senso e l'impegno per il servizio che tutti e ciascuno siamo chiamati a rendere all'uomo, specie se bisognoso e oppresso, tenendo presente che una giustizia di condizioni di vita e di lavoro non può compiersi se non come il risultato di un giusto e quotidiano impegno da parte di tutti.

I membri dell'Unione dovranno rifuggire dal sostenere il ricorso alla violenza come mezzo risolutore dei mali sociali ed umani.

Dovrà pure essere evitata l'adesione a proposte di soluzioni consistenti unicamente nella contrapposizione radicale delle parti e degli interessi in causa o nell'egemonia degli uni sugli altri.

Per ogni evenienza, i catechisti seguiranno gli insegnamenti del Magistero della Chiesa.

I membri dell'Unione opereranno ovunque promuovendo e sostenendo per quanto possibile l'apertura reciproca, l'aiuto vicendevole, consapevoli che solo ponendo ogni cosa a servizio dell'unità, nella diversità dei talenti e delle vocazioni e a servizio della diversità per l'unità, si può realizzare un effettivo progresso e miglioramento delle condizioni e della qualità della vita in vista dell'ultimo e definitivo evento in cui Dio sarà tutto in tutti.

In questa ottica, ogni punto d'arrivo della vita individuale e collettiva deve essere considerato come un punto di partenza per un costante rinnovamento.

Occorrerà comunque tenere per fermo che i dinamismi della costruzione e ricostruzione della realtà storica e sociale non possono essere contraddittori rispetto ai dinamismi creaturali e redentivi che sono a fondamento di ogni realtà,4 anche se l'uomo può, sotto certi aspetti, manipolarli, mirando a scopi egoistici e di sopraffazione.

La vocazione alla « intima unione dell'uomo con Dio e degli uomini in Dio », pur contrassegnando una prospettiva squisitamente escatologica, dev'essere assunta dai catechisti come sorgente di ispirazione per favorire nel concreto storico proposte e misure di interventi per tutte le forme ed espressioni di vita sia singole che collettive.

In quanto « educatori » dell'uomo, sul fondamento della fede, il contributo dei catechisti deve esprimersi come aiuto a fronteggiare le varie situazioni e ad avvalersi di ogni circostanza per portare frutti di vita e di carità, ad essere generosamente disponibili nell'aiutare l'uomo, specialmente i poveri, ad assolvere responsabilmene i compiti connessi con la dignità della condizione umana, operando per il riscatto di ogni cosa dall'insignifìcanza e dalla banalità.

In modo particolare i catechisti devono promuovere il farsi, il fiorire, il rifiorire della vita in se stessa e nelle forme connesse con l'evoluzione dei tempi.

In ogni cosa non deve mai mancare la coscienza della prospettiva e la tensione della speranza per alimentare una inesauribile « progettualità » educativa intesa ad aiutare e a valorizzare ogni circostanza, anche gli insuccessi e le cadute, traendone stimoli ed ammaestramenti per una esistenza vissuta come « conversione », come « rinascita » nel dono d'amore.

5. La vita catechistica, vita nello Spirito Santo

La vita catechistica, vale a dire la vita interamente consacrata alla educazione della Fede nell'uomo e alla educazione dell'uomo sul fondamento della Fede, ripropone con particolare rilievo la vita cristiana come vita nello Spirito Santo.

La viva appartenenza e la conformazione a Cristo - infatti -, l'intimità con Lui e in Lui e, in particolare, il concorso alla generazione dell'uomo a Cristo, la cooperazione per la crescita dell'uomo in Cristo sono possibili unicamente « nel » e « in forza » del « dono » del Cristo, che è lo Spirito Santo.

Così come l'incarnazione redentrice sino al suo culmine pasquale si è attuata ed in qualche modo si perpetua nello Spirito Santo.

È unicamente nello Spirito Santo che tutto ciò è possibile, vale a dire nello Spirito di Gesù Salvatore e Redentore, nello Spirito che Egli ci ha mandato e costantemente ci manda, in unione con il Padre, in forza della sua morte di croce coronata dalla sua resurrezione.

In special modo, il vivere nello Spirito Santo è indispensabile per esercitare il « discernimento degli spiriti » e per l'interpretazione dei « segni dei tempi ».

Il pluralismo delle forme, degli stili, delle situazioni di vita e di lavoro che quotidianamente sollecitano uno stesso soggetto; le proposte spesso divergenti e persino contradditorie della società complessa nei confronti di una coscienza sempre più divisa; il pluralismo dei ruoli che spesso appaiono ad uno stesso soggetto come non comunicanti tra loro, sino alla loro più o meno manifesta contrapposizione, richedono un principio di unitarietà dinamica ed organica divinamente trascendente in tanto che profondamente immanente, principio che è la volontà di Dio colta e corrisposta nello Spirito di Dio.

Un principio che illumini, connetta e sviluppi in una superiore armonia la molteplicità delle cose, delle proposte, delle sollecitazioni, senza forzarne la natura, senza deluderne le legittimità, senza comprometterne le specifiche identità, consentendo di attuare la vita come costruzione e ricostruzione incessante di unità nella realtà storica e dinamica in vista e come anticipo della piena unione dell'uomo con Dio e in Dio.

Affinché si realizzi sempre più la vita catechistica come vita nello Spirito Santo, l'Assemblea raccomanda ad ogni gruppo, ad ogni membro dell'Unione di approfondire la suddetta realtà nei suoi fondamenti e nei suoi aspetti biblici, teologici, spirituali ed apostolici, con particolare riferimento al mistero del Cristo Crocifisso.

L'Assemblea inoltre raccomanda di esercitarsi nel perseguire con continuità uno sviluppo di scelte, di decisioni e di azioni sempre più fondato sul riferimento costante alla presenza e al compito dello Spirito Santo in ciascun uomo, in ciascuna comunità, nella Chiesa particolare ed universale, nella famiglia umana.

6. Specificità della catechesi dei membri dell'Unione

Circa la rilevanza catechistica dell'Unione, l'Assemblea stabilisce che si debba sempre più curare la formazione dei membri, sia in senso generale in quanto catechisti laici e secolari, sia in senso specifico in quanto catechisti « del SS. Crocifìsso e di Maria SS. Immacolata ».

La formazione e l'aggiornamento nelle loro valenze contenutistiche didattiche e spirituali dovranno essere organicamente sviluppate, ponendo mene alle loro interconnessioni e interrelazioni oggettive e soggettive.

Come basilari punti di riferimento e di orientamento dovranno essere considerati: « Il Direttorio catechistico generale » pubblicato a norma del Decreto « Christus Dominus », l'esortazione apostolica di Paolo VI « Evangeli! nuntiandi », la esortazione apostolica di Giovanni Paolo II « Catechesi tradendae ».

Una cura particolare dovrà essere posta per la programmazione e la realizzazione di una « specificità » catechistica.

In corrispondenza e in coerenza con le direttive dell'Episcopato occorrerà porre in particolare evidenza, come temi dominanti, la realtà dell'amore creativo e redentivo del Padre, la sua infinita misericordia, la rivelazione di Dio Uno e Trino, e la realtà dell'uomo nella partecipazione alla sacerdotalità profetica e regale in Cristo Crocifisso.

Con particolare dedizione occorrerà testimoniare ed insegnare che Dio ci ama, che la sorgente dell'amore è Dio per Gesù Crocifisso, che l'amore è la manifestazione e la sorgente della vita e della resurrezione, la forza che fa essere in pienezza, soavemente.

Occorrerà pure richiamare l'attenzione sul fatto che la riparazione è sicuro riconoscimento e accettazione dell'amore.

Le connotazioni specifiche della catechesi dei mèmbri dell'Unione si rendono necessario per attingere il più ampiamente possibile, sviluppandone le potenzialità di servizio, al patrimonio spirituale del carisma lasalliano che è a fondamento dell'Unione e al quale l'Unione deve attingere come a sua sorgente.

7. L'Adorazione a Gesù Crocifisso, il Movimento Adoratori e l'opera "La Sorgente"

L'Assemblea dichiara che tutti nell'Unione debbono sostenere e praticare la diffusione dell'Adorazione a Gesù Crocifisso, specie tra i giovani, le persone in difficoltà, le famiglie.

La pratica e la diffusione dell'Adorazione debbono essere attuate con intendimenti di riparazione, contribuendo a far riconoscere e ad accettare la centralità del mistero del Cristo, Crocifisso-Risorto, nella vita di ogni cristiano, nella vita della Chiesa peregrinante e celeste, in tutta la realtà storica ed universale: « Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me » ( Gv 12,32 ).

Occorre praticare e presentare la pia pratica come riproposta quotidiana dell'Adorazione del Venerdì Santo.

In quanto tale l'Adorazione deve costituire:

a) un aiuto a partecipare alla vita liturgica della Chiesa e segnatamente al sacrificio dell'Altare,

b) un mezzo per una migliore comprensione della vita cristiana come conformazione a Cristo e a Cristo Crocifisso,

c) una espressione di riparazione per le ingratitudini degli uomini verso Dio, Amore sussistente, che si è dato e si da a noi nel Cristo Crocifisso.

La diffusione della Adorazione deve costituire, per quanto possibile, l'occasione per una risposta della Parola di Dio alla luce del Crocifisso.

Parimenti, non si perda occasione per rilevare l'attualità e il compimento della Passione del Signore nella sua Chiesa e con la sua Chiesa, di cui siamo membra, per la nostra resurrezione.

Come effetto e come strumento per la pratica corale e la diffusione generalizzata dell'Adorazione, deve essere potenziato e sviluppato il Movimento degli Adoratori di Gesù Crocifisso, cioè l'insieme di coloro che si impegnano a praticare e a diffondere l'Adorazione nelle loro comunità, nei loro ambienti di vita e di lavoro.

A questo scopo sia curata la raccolta delle adesioni e siano stabiliti i modi e le circostanze affinché coloro che aderiscono possano essere aiutati e possano aiutarsi vicendevolmente ad alimentare l'amore operoso verso il Signore Crocifisso.

In merito all'Adorazione, si tengano presenti gli orientamenti e le esortazioni rivolte ai catechisti, ai Fratelli e agli allievi delle Scuole Cristiane, che ci sono giunti tramite il Servo di Dio Fratel Teodoreto e l'amico suo carissimo Fra Leopoldo Maria Musso.

Al fine di favorire l'affermazione e l'accettazione della centralità del Cristo Crocifisso, rivelazione dell'Amore e sorgente di risurrezione e di vita, si raccomandano iniziative intese ad offrire tempi di riflessione e di preghiera per mezzo dei quali, i giovani in particolare, possano consapevolmente corrispondere all'incessante attrazione redentrice del Signore.

Dette iniziative dovranno essere caratterizzate dalla lode, dall'adorazione a Gesù Crocifisso, contemplato nelle sue Piaghe sanguinanti e gloriose, e riconosciuto come « Amabilissimo », cioè infinitamente degno d'amore, e come « Signore ».

Ciò come partecipazione alla lode e alla adorazione che la Chiesa Celeste, « in unione a Maria Santissima », rivolge incessantemente all'Agnello immolato, ( Ap 5 ).

Con questi intendimenti l'Assemblea raccomanda vivamente il potenziamento e lo sviluppo del Centro di Spiritualità denominato « La Sorgente ».

8. Identità e compiti del Catechista Associato

L'Assemblea sottolinea l'esigenza che la figura del catechista Associato sia ulteriormente approfondita nei suoi lineamenti spirituali e di apostolato e ne sia coltivato il suo inserimento organico e operativo nell'Unione.

In linea di principio, dev'essere valorizzato in tutto il suo significato carismatico l'intendimento del Fratello Teodoreto circa l'appartenenza reale all'Unione, in qualità di membri effettivi, ancorché in senso lato, dei Catechisti Associati.

La consacrazione del Catechista Associato, in quanto membro dell'Unione, comporta l'impegno di ricercare la perfezione della carità trovando nel matrimonio e nella famiglia, o in preparazione ad essi, una realtà particolarmente significativa per la condizione e dimensione secolare della vita, in ordine alla pienezza della carità.

Circa l'identità e la formazione del Catechista Associato l'Assemblea raccomanda pure di dar adeguato rilievo alle esigenze di una permanente e penetrante disponibilità personale in senso catechistico, nella condizione di secolare e di sposato.

Si presti attenta cura affinché gli Associati abbiano riunioni formative specifiche e si impegnino in attività catechistiche con particolare riferimento a quelle familiari.

Dovrà essere posto un impegno particolare nell'aiutare, con apposite iniziative, coppie di sposi a vivere in tutta la sua pienezza la grazia del Sacramento del matrimonio come peculiare modo di partecipare, sempre più profondamente, al mistero di Cristo e di Cristo Crocifisso, sorgente di resurrezione e di vita.

Ciò sino ad una forma di sostanziale ed esplicita consacrazione di se stessi in quanto sposi e genitori.

Si raccomanda che vengano promosse iniziative catechistiche per il rinnovamento delle famiglie in Gesù Crocifisso sino alla sua consacrazione a Lui.

L'Associato sia responsabilizzato al fine di un radicale inserimento in ogni settore di attività.

9. Giovani Catechisti

L'Assemblea ritiene essere dalla massima importanza l'organizzazione di gruppi di Giovani Catechisti.

Tali gruppi debbono ripresentare gli intendimenti educativi e di apostolato giovanile che animarono il Fratello Teodoreto nel fondare l'Unione.

Compito dei Gruppi giovanili è di favorire lo sviluppo dello spirito di fede e di zelo in termini di aiuto:

- a riconoscere se stessi, la propria vita, ogni cosa alla luce dell'amore del Signore Gesù, Redentore universale, specialmente rivelato nel mistero della sua Crocifissione, mistero perpetuato e glorificato nella sua Resurrezione;

- ad adorare, lodare e ringraziare Gesù Crocifisso contemplandolo nelle sue Piaghe sanguinanti e gloriose, da cui sgorgano la Resurrezione e la Vita, e proclamandolo, « in unione a Maria SS.ma e con tutti gli Angeli e i Santi del Cielo », « Amabilissimo », cioè infinitamente degno di amore, e « Signore » ( Ap 5 );

- a corrispondere con continuità all'attrazione trasformante e salvifica del Crocifisso-risorto ( Gv 12,22 ) per mezzo dell'orazione e della partecipazione alla vita liturgica della Chiesa;

- a realizzare la propria vita come risposta ad una divina chiamata d'amore e a ricercare in questo senso la propria vocazione;

- a introdursi con mentalità e animo profondamente cristiani nella comunità ecclesiale e nella società per esprimervi il proprio contributo di servizio, approfondendo la consapevolezza circa la propria appartenenza all'una e all'altra realtà e al proprio ruolo in esse, in Gesù Crocifisso Re e Redentore universale;

- a partecipare attivamente alla catechesi diocesana e parrocchiale come educatori della fede nell'amore di Cristo e ad adoprarsi per essere ovunque testimoni del Cristo Crocifisso, Verbo di resurrezione e di vita;

- a esercitarsi a operare in ogni ambiente come partecipi della riconciliazione universale operata nel sangue e nella Croce del Signore e cooperando alla ricapitolazione di tutte le cose in Cristo Crocifisso;

- a operare come animatori cristiani nell'ordine temporale sforzandosi di ordinare a Dio tutte le cose in unione a Cristo Crocifisso, Creatore e Redentore universale ( Ap 1,17-18; Ap 22,13 );

- a valorizzare ai fini dell'offerta a Dio di se stessi e del servizio ai fratelli i propri e gli altrui talenti, sostenendo e incoraggiando ogni buona volontà, anche se modesta ed umile nella apparenza esteriore, e prodigandosi specialmente verso altri giovani in difficoltà;

- a testimoniare la portata effettiva dell'amicizia cristiana nel Signore Gesù.

Al fine di conseguire gli obbiettivi proposti, l'Assemblea raccomanda di organizzare, in collaborazione con i Fratelli, le necessario ed adeguate iniziative di formazione.

Dovrà pure essere posta attenzione alla formazione di Gruppi di perseveranza per ragazzi e adolescenti, ai quali proporre i suddetti ideali e attività, attraverso una conveniente preparazione, e adeguandoli alle loro capacità e possibilità, ponendo una totale fiducia nell'azione della grazia che agisce nei cuori giovanili.

10. Cura delle vocazioni

L'Assemblea ricorda a tutti i membri dell'Unione il grave dovere di adoprarsi con la preghiera, con l'azione, con l'offerta delle sofferenze della vita e senza risparmio di fatiche e di sacrifici nel promuovere, orientare e sostenere le vocazioni sacerdotali e religiose e, in particolare, la chiamata a condividere la spiritualità e gli ideali di apostolato dell'Unione.

L'Assemblea ritiene che la speciale rilevanza di tale dovere nasca dal compito, particolarmente affidato all'Unione, di far conoscere sempre più, amare, adorare e vivere il Cristo Crocifisso, rivelazione dell'Amore e sorgente di vita.

Nello spirito di zelo, proprio dell'Unione, si operi affinché un numero sempre più grande di persone trovi nella radicale dedizione di se stessi all' « Amabilissimo » e « Signore » Gesù Crocifisso e nel servizio ai fratelli, che il Signore Gesù ha tanto amato sino al sacrificio, la via e la verità della loro vita.

11. L'Unione e la Famiglia lasalliana

Le circostanze e le motivazioni che hanno condotto alla nascita dell'Unione, gli incoraggiamenti e le testimonianze che furono dati dai massimi responsabili dell'Istituto dei Fratelli, gli scopi e la spiritualità che consustanziano l'Opera, dimostrano chiaramente che l'Unione rappresenta uno sviluppo del carisma del Santo de La Salle.

L'Unione deve considerarsi come radicata nel cuore di San Giov. Batt. de La Salle mediante l'impegno davvero straordinario di fedeltà e di carità del Servo di Dio Fratel Teodoreto delle Scuole Cristiane e come componente specifica della famiglia lasalliana.

Tutti i membri dell'Unione, sono perciò impegnati ad attingere sempre più copiosamente al Santo de La Salle e a sviluppare essenziali rapporti di collaborazione con l'Istituto dei Fratelli.

L'Assemblea riconosce che l'Unione è chiamata ad operare nell'ambito lasalliano e in collaborazione con i Fratelli:

- come aiuto offerto agli allievi ed ex allievi delle Scuole Cristiane per coltivare la consapevolezza e la disponibilità ad una vita intesa come vocazione del Signore e in coerenza con le esigenze radicali del Battesimo;

- come aiuto a vivere nel mondo e per mezzo della realtà e dei compiti mondani e secolari una vita interamente consacrata a Dio e al servizio dei fratelli in senso catechistico, vale a dire interamente dediti all'educazione della fede e alla promozione ed elevazione dell'uomo, sul fondamento della fede, nella società e in ogni ambiente di vita e di lavoro;

- come aiuto per collegare sempre più dinamicamente la Scuola Cristiana con la comunità ecclesiale e con la società per il potenziamento del servizio che la Scuola Cristiana deve rendere ad entrambe, mediante la sua azione formativa ed educativa

- come sviluppo in termini di « professionalità », cioè di impegno costante, costruttivo e animato cristianamente, dell'inserimento dinamico nella vita politica, sociale, economica, culturale ed ecclesiale che la scuola cristiana è chiamata a preparare.

Secondo questa ottica il contributo dei catechisti potrà essere particolarmente efficace anche all'interno stesso della Scuola Cristiana come docenti essi stessi, specie se si tratta di scuola del lavoro dinamicamente relazionata con il costruirsi complessivo della vita familiare, sociale e internazionale;

- come possibilità e ideale di vita per gli stessi collaboratori laici dei Fratelli, affinché possano partecipare più pienamente al carisma di San Giov. Battista de La Salle;

- come concorso nella comunità ecclesiale e nella società inteso ad affermare l'importanza e il ruolo di servizio educativo nella Scuola Cristiana;

- come riproduzione e sviluppo nel mondo, nella stessa realtà e condizione secolare, nei vari ambienti di vita e di lavoro, degli ideali spirituali ed apostolici caratteristici del carisma lasalliano;

- come collaborazione alla rielaborazione e all'aggiornamento culturale ed educativo della Scuola Cristiana in rapporto all'evoluzione e al cambiamento dei modi di vita e di lavoro, di organizzazione della umana convivenza, delle peculiarità conoscitive ed espressive emergenti nella realtà storica e sociale.

La fedeltà alle ragioni profonde che hanno determinato la sua nascita e il suo sviluppo impegna tutta l'Unione nel continuare a promuovere e a sostenere la sua diffusione come opera di « perseveranza » particolarmente, anche se non esclusivamente, rivolta agli allievi e ex allievi delle Scuole Cristiane.

13. L'Unione e il Pastore della Diocesi

L'Assemblea riafferma il dovere che le varie Unioni hanno di operare in spirito di rispetto e di obbedienza nel quadro della pastorale diocesana, considerando il Pastore della Diocesi come successore degli Apostoli e restando soggetti all'autorità di Vescovo per tutto ciò che riguarda l'apostolato specifico dell'Unione.

I Catechisti inoltre debbono ricercare una ordinata collaborazione con il clero della Diocesi e con le altre istituzioni operanti nel campo della catechesi e dell'educazione cristiana particolarmente dei giovani.

13. Sviluppi dell'Unione

L'Assemblea raccomanda altresì la massima disponibilità agli sviluppi che lo Spirito Santo vorrà suscitare in ordine alle espressioni sacerdotali, femminili, contemplative del carisma che è a fondamento dell'Unione, del « Grande Ordine che verrà ».

Ciò sull'esempio del Servo di Dio Fratel Teodoreto.

14. L'Unione e la Vergine Immacolata

L'Assemblea, memore e grata per l'aiuto materno tangibilmente manifestato da Maria SS. nei confronti dell'Unione e dei suoi membri, riconosce e onora con gioia la Vergine Immacolata quale potente patrona e protettrice dell'Unione.

L'Assemblea riafferma solennemente il valore programmatico del titolo dell'Unione e impegna tutti i Catechisti a perseverare nell'approfondimento del fecondissimo rapporto che lega indissolubilmente la Vergine Immacolata con il Cristo Crocifisso, al fine di coltivare la loro vita spirituale e di alimentare il loro apostolato nella Chiesa e nella società.

In particolare occorre tenere presente essere l'Immacolata il capolavoro della Redenzione, la Madre e il modello della Chiesa e della vita cristiana, la Madre dell'umanità redenta.

Ciò con particolare riferimento agli insegnamenti del Concilio Vaticano II.

Infine, l'Assemblea raccomanda ad ogni membro dell'Unione di coltivare una profonda e filiale devozione alla Vergine Immacolata, espressione sublime della Maternità che ha in Dio il suo fondamento e la radice di ogni sua fecondità, Maternità che si è particolarmente manifestata per Gesù Cristo e Gesù Cristo Crocifisso.


1 cfr. Ap. Act. punto 6, in particolare: « … questo sacro Concilio esorta vivamente tutti i laici, perché secondo la missione delle loro doti di ingegno e della loro dottrina, e seguendo il pensiero della Chiesa, adempiano con diligenza anche maggiore la parte loro spettante nell'enucleare, difendere e rettamente applicare i principi cristiani ai problemi attuali ».

2 « Educatori della Fede » poiché chiamati a partecipare attivamente alla catechesi definita da Papa Giovanni Paolo II: « educazione della Fede » ( cfr. passim: l'Esortazione apostolica « Catechesi tradendae » ).

3 A questo proposito si ricordino, tra gli altri, gli insegnamenti del Papa Paolo VI al n. 24 della « Octogesima Adveniens »: « In quanto essere sociale, l'uomo costruisce il suo destino in una serie di raggruppamenti particolari che esigono come loro compimento e condizione necessaria del loro sviluppo una società più vasta di carattere universale : la società politica.
Ogni attività particolare deve sistemarsi in questa società allargata e assumere per ciò stesso la intenzione del bene comune ». ( La sottolineatura è nostra ).

4 cfr. Conc. Vat. II - Ap. Act. 5.