L'Unione in Etiopia |
B245-A5
Dal 23 luglio al 12 agosto u.s. tre Catechisti si sono recati ad Asmara per visitare i nostri confratelli dell'Unione, gli Zelatori e Zelatrici dell'Adorazione a Gesù Crocifisso, e il costruendo « Centro di Carità » di cui si è parlato in altri numeri del Bollettino.
Al loro rientro, presentiamo in sintesi i momenti principali di questo importante viaggio e le loro impressioni « a caldo » nella speranza che siano gradite ai nostri lettori.
Dopo un volo regolare con valido servizio a bordo del Boeing 767 della « Ethiopian Airlines », atterriamo ad Addis Abeba, « nuovo fiore », la maestosa capitale d'Etiopia.
Sono le ore 9,30 del 23 luglio.
Siamo in viaggio, Leonardo, Leandro e Marino, in ottima compagnia dell'ing. Aniello Raffone, per far visita al nostro carissimo amico Habtè e ai membri dell'Unione di Asmara.
Visiteremo nel ritorno la capitale. Ora si riparte, dopo le rituali formalità doganali, per Asmara.
Altra ora di volo al di sopra di una fitta nuvolaglia ( è la stagione delle piogge ), con squarci qua e là che ci permettono di vedere il territorio sottostante, in parte verde in parte roccioso, assai tormentato da millenni di movimenti geologici.
Sovente appaiono le famose « ambe » etiopiche, altopiani rocciosi delimitati da scoscesi pendii.
All'improvviso sotto le nuvole appare Asmara.
Ci attendono pazientemente i nostri amici, riservandoci un'accoglienza veramente cordiale, gioiosa e fraterna.
Presente anche il Rev. D. Mahari Weldemariam, Segretario del Vescovo di Asmara Mons. Zekarias.
Il corteo di macchine ci porta direttamente al Seminario Maggiore, dove per cortese disposizione del Vescovo siamo ospiti per tutto il nostro soggiorno.
I seminaristi sono assenti essendo periodo di vacanze.
L'accoglienza del Direttore del Seminario è quanto mai cordiale.
La città di Asmara giace su un altopiano a quota 2400 mt.
Strade ampie, bei palazzi e palazzine residenziali, viali alberati, chiese e Istituti cattolici in stile italiano, dato il lungo tempo di permanenza dei nostri connazionali in questi tenitori.
A suo tempo vi sono state molte industrie e commerci, che hanno dato prestigio e benessere alla città e ai suoi cittadini.
Le strade, sia centrali che periferiche, sono sempre animate da gruppi di persone e di bambini che giocano.
Bambini dagli occhi meravigliosi!
Quest'anno purtroppo la stagione delle piogge si è avuta solo in parte.
Assai scarse le precipitazioni, per cui scarseggia l'acqua sia per l'uso cittadino che per la campagna.
Le autobotti fanno la spola continua tra le sorgenti, situate a vari chilometri, e la città assetata.
La gente è in continua preghiera e penitenza per ottenere dal Signore la grazia di questo bene indispensabile alla vita.
A queste preghiere ci uniamo anche noi nella speranza di ottenere dal cielo la sospirata pioggia.
Prima, doverosa visita a S.E. Mons. Zekarias Johannes, Eparca della Diocesi di Asmara, a cui va un saluto filiale e riconoscente per il suo interessamento per l'Unione e le sue Opere, in particolare per il trasporto di materiale tramite « Caritas ».
In questo breve colloquio, durante il quale consegniamo al Vescovo un messaggio del nostro Presidente, vengono ricordati i temi fondamentali dell'Unione, il Fondatore, le origini, la spiritualità, lo sviluppo attuale, le sue opere.
Incontro cob S. E. Mons. Zebarias Johannes, Eparca di Asmara
Sabato 25 luglio partecipiamo al primo incontro organizzato presso il « Centro di Carità ».
Sono presenti, oltre a S.E. Mons. Zekarias Johannes e al suo Segretario, i Superiori e membri delle famiglie religiose: PP. Cappuccini, PP. Cistercensi, PP. Comboniani, Fratelli delle Scuole Cristiane, altri gruppi e numerosi membri del Clero diocesano, tra cui alcuni Parroci.
Sono presenti i mèmbri dell'Unione, giovani giunti anche daKeren, Zelatori e Zelatrici, i tecnici e gli operai che hanno collaborato alla realizzazione del Centro.
Amici e simpatizzanti dell'Opera.
Tutti convenuti per festeggiare la nostra presenza e per una prima inaugurazione dei lavori, in particolare della robusta recinzione ormai terminata.
Il pranzo offerto è secondo l'uso locale a base di carne e sughi al « berbere » ( peperoncino ridotto in polvere ) che « riscalda » subito l'ambiente e soprattutto la bocca …
Durante il pranzo, vari interventi, che mettono in evidenza la spiritualità dell'Unione e l'importanza dell'Opera che è appena iniziata e che si spera sarà presto compiuta per il servizio ai più poveri della zona.
I Rev. PP. Cistercensi, a cui si uniscono altri presenti, iniziano poi una bellissima e significativa danza religiosa di origine molto antica e di impronta biblica, accompagnata dal tamburo e dai « Sistri ».
Il canto che l'accompagna è in lingua « Ghe'ez »", antica lingua, usata ora nella liturgia per la preghiera e i canti religiosi.
Significato del canto, che si esegue in occasione della edificazione di una casa: « Il Padre ha posto le fondamenta / il Figlio ha edificato la casa / lo Spirito Santo ha messo il tetto e ha concluso l'opera / Alleluja a Gesù Crocifisso! »
Dopo l'intervento del Cat. Habtè e di fr. Yemau delle Scuole Cristiane e il ringraziamento a nome di tutti del Cat. Leandro, S.E. Mons. Zekarias conclude la bella e fraterna riunione con alcune parole di incoraggiamento a proseguire nell'Opera e con la sua patema benedizione.
All'uscita, gruppi fotografici, saluti e abbracci a non finire.
La gioia è dominante.
La festa rimarrà per tutti un ottimo ricordo.
Il tutto perfettamente organizzato dal nostro amico Habtè, promotore e animatore del « Centro ».
Un nuovo incontro è poi avvenuto qualche giorno dopo nella Cattedrale.
Incontro di preghiera durante la S. Messa concelebrata da un gruppo di Superiori di vari Istituti cittadini e presieduta dal Rev. P. Stefano, Superiore dei PP. Cistercensi.
Presenti tutti i membri dell'Unione, amici e simpatizzanti.
La S. Messa è in rito Cattolico-Etiopico, con liturgia particolare e bellissimi canti corali.
Al termine un breve incontro con la distribuzione del pane benedetto in segno di ospitalità, come si usa in Etiopia.
Una tradizione che ha un profondo significato religioso e di sincera amicizia.
Altri incontri, sia singolarmente che in gruppo, soprattutto durante e dopo la S. Messa della domenica, con i vari mèmbri dell'Unione, si sono svolti in tempi successivi.
In particolare il saluto al Gruppo giovanile di Keren, che ha compiuto un viaggio abbastanza disagiato, per essere presente alle varie funzioni.
Anche la visita ad alcune Zelatrici nelle loro case è stata molto bella, accolti sempre fraternamente e con molta sensibilità e cortesia.
Lo squisito, vero caffè del Kaffa, preparato con rito particolare, viene offerto agli ospiti in ogni occasione
L'accoglienza al Seminario Maggiore
Il Presidente Habtè rivolge un saluto ai presenti durante la festa al « Centro di Carità »
Catechiste e Zelatrici con lavori di cucito e ricamo
Gruppo di operai del « Centro di Carità »
Incontro fraterno in un locale provvisorio ( ambulatorio )
Ragazzi di Asmara. L'allegria non manca
In casa del Sig. Habtè, presente S.E. Mons. Abrha con un gruppo di membri dell'Unione
Gruppo di famiglia con le Zelatrici dell'Unione e amici
Sul terrazzo dell'E.C.S. ( Caritas Nazionale ) con il Segretario Generale Abba Chidane a Abba Mahari
Nei giorni della nostra permanenza, numerosi altri incontri con Superiori e persone di vari Istituti religiosi hanno allietato la nostra visita:
I Revv. PP. Cappuccini della Cattedrale e del Convento di S. Francesco, e in particolare Mons. Luca Milesi del Vicariato apostolico.
I Revv. PP. Cistercensi nel loro nuovo monastero situato nelle vicinanze del « Centro ».
Monastero in cui si vive il classico « Ora et labora ».
La comunità dei Fratelli delle Scuole Cristiane, riuniti per un mese di Esercizi Spirituali e per l'aggiornamento sulle nuove Regole e Costituzioni e sulle deliberazioni del recente Capitolo Generale.
I Revv. Padri e Suore Comboniane attivissimi in vari campi in aiuto ai più poveri: educazione, sanità, assistenza.
Le Suore della Carità.
I Revv. Parroci e Sacerdoti diocesani, tutti impegnati nell'attività pastorale nelle parrocchie.
Ogni giorno partecipiamo alla S. Messa vespertina nella antica Cattedrale di Asmara retta dai PP. Cappuccini, che celebrano nelle due lingue, tigrino e italiano.
Intorno alla Cattedrale, che occupa un intero isolato, sorgono varie opere sociali e assistenziali: una moderna tipografìa ( scuola ben attrezzata in cui si stampano libri e periodici; una falegnameria in cui si costruiscono mobili e si eseguono sculture in legno; un dispensario di medicinali che vengono distribuiti in vari ambulatori; un laboratorio-scuola di sartoria e ricamo; una « panetteria » in cui si produce per i più poveri l' « inghera », specie di pane-focaccia di sapore leggermente acido, nutrimento base per la popolazione.
Tutte attività dirette e animate da PP. Cappuccini o da suore di diverse congregazioni, tra cui Suor Alice e Suor Ancilla.
In un lungo colloquio fr. Ezio Tonini, laico pavoniano.
Direttore della rivista « Studi Etiopici », ci informa della sua importante attività di studioso della storia antica d'Etiopia.
Nella stessa Cattedrale è attivo un oratorio che raccoglie numerosi ragazzi e ragazze.
Importanti e particolari i due incontri serali in cui i Catechisti Leandro e Marino hanno illustrato, ad un numeroso pubblico, molto attento, la Sacra Sindone che si custodisce nel Duomo di Torino, utilizzando un gruppo di diapositive e trattando il tema sia sotto l'aspetto scientifico che religioso.
Al termine varie domande di chiarimento.
Promotore della bella iniziativa, con l'incoraggiamento del Parroco della della Cattedrale P. Protasio, il carissimo P. Michele cultore della S. Sindone, di cui dispone varie documentazioni.
Interessante la visita alla sede del E.C.S. ( Ethiopian Catholic Secretariat ) ossia alla « Caritas » diocesana di Asmara, diretta da Abba Paulos Fessehaie, Cappuccino, responsabile della accettazione e distribuzione degli aiuti ( alimentari e medicinali ecc. ) provenienti dall'Italia per le popolazioni più bisognose, colpite dalla siccità, che da alcuni anni impedisce i raccolti.
Tutto è ben organizzato: il trasporto delle derrate da Massaua ad Asmara, poi capillarmente distribuite con vari automezzi nelle cittadine minori e nei villaggi sparsi sull'ampio territorio.
Vera provvidenza per quelle popolazioni!
Anche il magazzino medicinali si rinnova continuamente nella distribuzione ai vari ambulatori di zona.
Notevole anche il fabbricato in fase di ultimazione, che dovrà accogliere i numerosi autocarri, e in cui si provvederà alla loro manutenzione.
Nel pomeriggio, in « Jeep », sempre accompagnati da P. Paulos, visita ad una costruenda diga a pochi chilometri dalla città, che dovrà con il suo invaso provvedere acqua sia potabile che per l'irrigazione dei campi.
La « Caritas », con il suo Ufficio Tecnico, provvede alla progettazione e alla attuazione di varie altre dighe, dislocate nei punti più idonei.
Speriamo che le tanto attese piogge le riempiano tutte!
La « Caritas », come sappiamo ha provveduto anche allo sdoganamento e alla consegna dei « containers » da noi inviati al nostro amico Habtè per il « Centro di Carità ».
E di questo gliene siamo grati.
Durante il soggiorno ad Asmara, abbiamo potuto dedicare un po' di tempo anche a visitare la cittadina di Decameré distante 40 km.
Strada asfaltata, costruita a suo tempo dai nostri connazionali, ben tenuta, percorsa soprattutto da automezzi pesanti.
Montagne rocciose, prevalentemente rosse, brulle e selvagge, con qualche villaggio e qualche monastero ortodosso sulle alture.
La cittadina, in una bella conca circondata da montagne, è tutta affacciata sulla strada principale.
Siamo accolti e ospitati con squisita cortesia per il pranzo nel Seminario della città, dove risiede una piccola comunità di sacerdoti insegnanti e di suore addette ai vari servizi.
Pranzo naturalmente al « berbere » con contorno di « inghera ».
Essendo saltato, per mancanza di tempo, il progetto di fare una puntata a Massaua, si decide, muniti di regolare permesso, di percorrere qualche chilometro della bella strada asfaltata che scorre quasi parallelamente alla ferrovia, ormai inutilizzata, e di cui rimangono solamente la massicciata e le numerose gallerie.
Entrambe costruite a suo tempo dagli italiani.
Paesaggio montagnoso, scosceso, coperto da folta vegetazione di fichi d'India di cui i ragazzini, con grande sacrificio, raccolgono i frutti per venderli ai passanti.
Qua e là sui pianori qualche villaggio isolato.
La strada, di grande comunicazione con il vitale porto che si affaccia sul Mar Rosso, è assai frequentata da ogni tipo di automezzo.
Verso la fine del nostro soggiorno ad Asmara, abbiamo la gioia di ritrovare un caro amico, S.E. Mons. Abrha Francois, rientrato dalla predicazione di due corsi di Esercizi Spirituali fuori città.
Accolti con la consueta cordialità, abbiamo potuto riprendere i temi già trattati nei colloqui avuti con il Presidente in Italia circa le strutture dell'Unione, la formazione dei Catechisti, le linee programmatiche dell'Istituto e riferire circa lo scopo del nostro viaggio.
Un secondo incontro con Mons. Abrha è poi avvenuto in casa del Catechista Habtè in occasione di un pranzo a cui erano invitati anche alcuni membri dell'Unione e un giovane medico volontario italiano, da tre anni residente ad Asmara dove esercita la sua preziosa attività sia in ospedale che in ambulatorio.
Attività senza soste per cui sarebbe quanto mai auspicabile la presenza di altri suoi colleghi animati dal medesimo spirito.
Non poteva mancare una visita alle autorità civili, come il Vice-governatore ( assente il Governatore ) e il Sindaco della città di Asmara.
Entrambi sono stati molto solleciti nel comprendere l'importanza del « Centro di Carità » e nell'assegnare il terreno adatto alla costruzione.
La loro accoglienza è stata assai cordiale e cortese, con espressioni di incoraggiamento e di appoggio all'Opera.
Di queste cose siamo loro molto grati.
Durante la conversazione si è ricordato il trentennio di fondazione dell'Unione ad Asmara per opera del compianto fr. Adriano il quale vide, nell'Istituto fondato dal suo confratello fr. Teodoreto, la possibilità di continuare e sviluppare il carisma lasalliano nel mondo a servizio della Chiesa e della Società.
Inizi difficili, con mille ostacoli e incomprensioni, data anche la « novità » di questa forma di vita consacrata.
La perseveranza e la costanza in questo ideale da parte dei Catechisti locali, sostenuti dalla grazia di Dio e da un particolare e tangibile aiuto della Madonna, che nei momenti più difficili è intervenuta con la sua materna protezione, ha fatto sì che l'Unione di Gesù Crocifisso e Maria Immacolata sia cresciuta in questa terra, così travagliata e così benedetta, fino agli attuali sviluppi del « Centro di Carità ».
L'avvenire sarà, come sempre, ricco di prove, ma anche ricco di frutti, se sapremo tutti insieme fare la volontà di Dio.
E come sempre l'albero si giudicherà dai frutti.
Prima di ripartire per Addis Abeba, sulla via del ritorno, una calorosa visita per un saluto di ringraziamento a S.E. Mons. Zekarias Johannes per ascoltare ancora la sua paterna parola di incoraggiamento e la sua benedizione a proseguire nell'opera intrapresa con il « Centro di Carità ».
Opera lasalliana e laicale che, con il sostegno e l'incoraggiamento della Diocesi, si prefigge di aiutare in tanti modi i più poveri.
Nella conversazione si ricorda sovente il prossimo Sinodo dei Vescovi sulla « Vocazione e Missione dei laici nella Chiesa e nel mondo » da cui si attendono chiarimenti e indirizzi circa il ruolo dei laici nella comunità ecclesiale nella Società.
Domenica 9 agosto con un po' di nostalgia e il desiderio di ritornare ( sarà il mal d'Africa? ) partiamo per Addis Abeba.
Ad attenderci all'aeroporto, l'infaticabile e dinamico D. Mahari, che con una robusta « Land Rover » dell'E.C.S. ci accompagna all'Hotel Ethiopia dove soggiorniamo in questi ultimi giorni che ci separano dalla partenza.
Nella stessa mattinata partecipiamo alla S. Messa nella Parrocchia del S. Redentore dove si susseguono SS. Messe nelle varie lingue.
Addis Abeba, capitale della Repubblica Democratica d'Etiopia, è una città molto estesa, su di un vasto altopiano circondato da ridenti colline ricche di alberi e vegetazione, divenuta zona residenziale ( qui la stagione delle piogge ha fatto il suo dovere per cui non esiste il problema dell'acqua ).
La città è servita da ampie strade a più corsie, su cui si affacciano i moderni e maestosi palazzi governativi e municipali.
Negli ampi spazi rimasti, risiedono gli abitanti in case di vario tipo.
La città è certamente destinata ad un futuro sviluppo sia in estensione che in qualità.
Anche qui la popolazione, che è di circa 1.300.000 abitanti, sul piano religioso è costituita prevalentemente da ortodossi e mussulmani.
I cattolici sono minoranza, ma ben organizzati con chiese, tra cui la Cattedrale, scuole di vario livello, oratori per i giovani.
Non poteva mancare la visita di ossequio a S.E. il Cardinale Paulos Tzadua Arcivescovo di Addis Abeba, primo Cardinale etiopico di recente nomina.
La sua accoglienza cordiale e paterna ci ha permesso di esprimergli la nostra gratitudine, di illustrare i motivi del nostro viaggio e di informarlo circa la struttura dell'Unione e delle Opere che da essa dipendono.
Dopo averci ascoltati con molta attenzione e aver espresso parole di incoraggiamento, ha concluso il colloquio con la sua paterna benedizione per l'Unione e le sue Opere.
Un grande edificio moderno ospita l'E.C.S. ( Ethiopian Catholic Secretariat ) ossia la « Caritas nazionale » da cui si diramano le varie iniziative ad essa connesse.
Abbiamo occasione di conoscere il Segretario Generale Abba Chidane e i membri addetti ai vari servizi assistenziali e promozionali.
D. Mahari ci illustra poi lo svolgimento di una importante settimana di studio da lui promossa e appena conclusa, avente per tema « La famiglia in Etiopia » e a cui hanno partecipato membri di varie comunità sparse per il territorio.
Speriamo di avere copia degli atti.
Ad Addis Abeba risiede con la sua bella famigliola la figlia maggiore del nostro caro Habtè.
Nella sua casa siamo stati ospitati per un incontro con le Zelatrici dell'Unione residenti in città e per un ottimo e succoso pranzo al « berbere ».
Incontro cordiale, bilingue con traduzione simultanea, che ci ha permesso di prendere contatto con la realtà locale circa la conoscenza dell'Unione, dell'Adorazione a Gesù Crocifisso e della loro diffusione.
Le Zelatrici sono tutte occupate in varie attività, si incontrano tra di loro periodicamente e mantengono i contatti con Asmara.
Offriamo loro un Rosario in ricordo della nostra visita e ci lasciamo con la promessa di reciproche preghiere e di unione in Gesù Crocifisso e Maria SS. Immacolata.
Quale esempio di perseveranza e di impegno, nonostante la distanza e le difficoltà che qui non mancano!
Le poche ore che ancora ci rimangono le dedichiamo ad una rapida visita alla città sia a piedi che in taxi ( indimenticabili! … ), agli acquisti e in particolare alla visita ai caratteristici mercati generali.
« Partire è un po' morire », dice un antico adagio.
Si lasciano gli amici e tante persone che ci hanno fatto da guida, ci hanno accolti, ospitati nelle loro case, ci hanno incoraggiati nel cammino intrapreso, sono stati presenti alle varie manifestazioni con squisita cortesia, generosità, carità fraterna, ci hanno dedicato parte del loro tempo prezioso.
A tutti un grazie fraterno e caloroso nel Signore, che tutto vede, e nella Sua Mamma Santissima. Deo Gratias!
All'aeroporto di Addis Abeba, preziosa l'assistenza per le varie pratiche inerenti la partenza, da parte dei generosi e solleciti D. Mahari e Sig. Tekia, dell'Uff. Medical dell'E.C.S., e la fraterna presenza del nostro caro amico Habtè, a cui dobbiamo la perfetta organizzazione del nostro soggiorno.
A tutti un grazie e un arrivederci!
Alle ore 19,30 del 12 agosto atterraggio regolare a Fiumicino dopo aver sorvolato la lunga e ampia Valle del Nilo circondata dal deserto egiziano.
Millenni di storia e di evoluzioni geologiche!
E poi Cipro … e poi Napoli … e poi Roma …
Questa la scarna cronaca del nostro viaggio.
Ci riserviamo di ritornare in particolare su alcuni argomenti, ora appena accennati, per approfondire meglio la conoscenza di questa magnifica gente, che ha alle spalle una lunga tradizione cristiana e una grande civiltà, dal cui contatto siamo ritornati arricchiti di valori umani che forse noi stiamo perdendo