Quel che più vale |
B249-A2
Ci sono cose che costano poco, magari pochissimo, e che valgono invece moltissimo.
Oh non si trovano certo al mercato, ma per trovarle basta consultare certi libri, che sono assai diffusi, anche se non lo sono come meriterebbero: sono i libri di vita spirituale, in primo luogo i libri ispirati e cioè la Bibbia, specialmente il Nuovo Testamento e i trattati classici di vita spirituale, come ad es. l'Imitazione di Cristo e le opere di S. Francesco di Sales e S. Alfonso dei Liguori.
In essi sono contenuti dei tesori inestimabili, una sorgente inesauribile di luce, di forza e di consolazione, come i ricchi non possono mai ricavare dai loro tesori.
Chi sta ad osservare attorno a sé vede che molta gente, forse la maggioranza degli uomini, se non tutti, è alla ricerca di qualche cosa, molte volte senza rendersi ben conto di quello che cerca.
Si dice che tutti cercano la felicità, ma sono pochissimi che sappiano orientarsi verso di essa.
I giovani fanno il tifo per lo sport: ma non c'è per lo meno il pericolo che dimentichino tutto il resto? E dopo?
Gli uomini maturi sono presi dagli affari e per alcuni non basta far girare dei milioni, devono poter compilare dei bilanci con nove cifre.
Altri, chi più chi meno hanno tutti la loro tribolazione e magari fanno fatica a procurarsi il puro necessario e non hanno più tempo ad alzare la testa.
L'umanità non è educata ad alzare la testa, eppure la S. Scrittura medesima glielo grida in faccia: « Levate capita vestra » ( Lc 21,28 ).
Bisogna acquistare la libertà dello spirito.
Qui le parole tradiscono: la vera libertà è fare la volontà di Dio.
Perciò esorta l'Apostolo: « rinnovatevi nella mente per saper discernere qual è la volontà di Dio: quel che è buono, gradevole a Lui, perfetto ».
Se vogliamo essere sinceri abbiamo tutti a cuore, chi più chi meno, qualche bazzeccola che facciamo fatica a lasciare.
Ebbene, è proprio Gesù, di sua bocca, che ha proclamato: « chi non rinuncia a tutto non può essere mio discepolo ».
È una rinuncia affettiva, certo, ma che talvolta può anche intendersi effettiva.
Comunque, un giorno, più o meno prossimo, sarà così radicale che perderemo anche il nostro corpo.
Sarebbe tragedia, irreparabile tragedia, se dovessimo perdere anche il nostro spirito.
Tutto ciò che passa è vanità.
Solo le cose eterne non le perderemo mai, se le sappiamo custodire, e queste si possono tutte riassumere in questa espressione: « amicizia con Dio ».
Ma stiamo attenti. Nessuno in questo mondo può essere certo di essere in grazia di Dio.
Speriamolo, chiediamolo a Dio in tutte le nostre preghiere, mettiamo tutto il nostro impegno a combattere il male e poi speriamo nella misericordia, nella bontà infinita che è Dio stesso.
Questo è il combattimento spirituale, da cui dipende la nostra sorte eterna.
Le cose temporali passano col tempo ( appunto per questo si dicono temporali ); quelle spirituali sono eterne.
Ma la differenza tra le une e le altre non è tutta qui: « Né occhio umano poté mai vedere, né orecchio udire, né il cuore dell'uomo poté mai provare in qualche modo ciò che Dio ha preparato per i suoi eletti ». ( 1 Cor 2 ).
Iddio opera sempre divinamente.
I suoi parametri non sono paragonabili a quelli umani.
Ma bisogna fidarsi di Dio.
E non è vero che ciò sia ovvio, né semplice.
Il Signore ci aiuta anche in questo, e chi l'ha capito fa grandi cose.