Le prime consacrate dell'Unione |
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Nel corso della celebrazione della recente festa dell'Immacolata, durante la S. Messa, tre nostre sorelle, una etiopica e due italiane, si sono consacrate a Dio secondo il Regolamento di vita dei Catechisti Congregati dell'Unione.
Si è concluso così un lungo itinerario non privo di difficoltà, a cominciare dal fatto che il ramo femminile dell'Unione non è stato ancora costituito.
Il criterio che ha guidato i passi compiuti è stato di andare avanti, sempre avanti, incoraggiando e sostenendo ogni buon proposito, nella convinzione che il Signore non avrebbe mancato di manifestare la sua volontà e di guidare ogni cosa.
Come, del resto, si sarebbe potuto ignorare che una delle tre nostre catechiste da più di vent'anni, fin dalla sua prima giovinezza, si era impegnata a vivere secondo il Regolamento dell'Unione, restando sempre in attesa di un qualche sviluppo verso l'erezione del ramo femminile?
Le altre due, a seguito degli orientamenti del loro direttore spirituale, da oltre tre anni si stavano preparando per poter consacrare la loro vita a Dio, secondo gli ideali spirituali ed apostolici, tipicamente lasalliani, dell'Unione.
Tutte insomma potevano contare anni di preghiere e di riflessioni, di sforzi generosi verso la consacrazione a Dio, per promettergli un amore assoluto ed indiviso, il distacco da ogni forma di possesso mediante la pratica della povertà evangelica, la piena disponibilità di se stesse nello sforzo di vivere per Gesù e con Gesù fattosi obbediente per amore nostro, sino alla morte di croce.
Ogni cosa alimentata ed espressa dalla dedizione ai fratelli, affinché, ovunque, vivano e crescano nell'amore del Crocifisso Risorto: nel lavoro, nella famiglia, nella società, nella comunità ecclesiale.
L'avvenimento richiama ancora una volta la nostra attenzione sull'azione del Signore.
Egli opera costantemente nel cuore di ogni creatura umana, con l'invito soave e potente che Egli rivolge anche alla gente del nostro tempo.
Dedizione a Dio che per molti, oggi, appare cosa astratta e superata, persino incomprensibile, tanto più se non si cambia abito e nemmeno casa e si rimane nel mondo, come prima, nella condizione di laici e di secolari.
Dunque, anche nelle fabbriche, negli uffici, nei problemi della esistenza socialmente organizzata, in mezzo alla grande fiumana degli uomini, senza altro segno distintivo che la fede viva e lo zelo della carità, è possibile vivere una entusiasmante esistenza di intimità con il Signore, vivere operando affinché il suo amore sia riconosciuto e accettato dagli uomini ed essi portino frutti abbondanti di sviluppo integrale e solidale.
Con il Signore e per Lui la « terribile quotidianità » - come è stata definita - della gran parte degli uomini si apre a significati e a valori nuovi, potendo essere vissuta come risposta d'amore, come rinnovamento dell'uomo, e cooperazione per un mondo più umano, più giusto nella verità e nella solidarietà.
Dentro quello che potrebbe sembrare un immenso formicaio brulicante verso il non senso, verso la morte, nello Spirito del Signore Gesù, si può aprire un cielo nuovo e una terra nuova, costruendola nella speranza giorno dopo giorno, atto dopo atto, realtà nuova dove l'Eterno, il Signore, svela, realizzandolo, il suo disegno d'amore attraendo a sé tutti gli uomini e rinnovando tutte le cose.
Durante l'ultimo anno di preparazione Izghilewa si è preparata ad assumere la responsabilità del reparto sartoria nell'erigendo Centro di Carità di Asmara, frequentando una scuola specializzata.
Così ha potuto svolgere il programma per la realizzazione delle confezioni artigianali rivolte alla famiglia.
Preparazione professionale e formazione spirituale e apostolica si sono pertanto sviluppate profondamente intrecciate verso una professionalità completa: la professionalità della vita e della vita cristiana sempre e dovunque.
Ciò secondo l'insegnamento di San Giovanni Battista de La Salle: « Non fate alcuna differenza tra i compiti del vostro stato e l'attività della vostra eterna salvezza e perfezione.
Siate certi che non opererete mai così bene la vostra salvezza e non acquisterete mai tanta perfezione quanto adempiendo bene i doveri del vostro stato, purché lo facciate per uniformarvi alla volontà di Dio ».
Ci auguriamo che Izghilewa, in seguito, possa ritornare in Italia per affrontare il tema della sartoria industriale.
Emanuela e Lina, che sono sorelle, hanno continuato e continueranno a svolgere, però con nuove aperture, nella parrocchia e nel rione il loro servizio catechistico e di assistenza ai piccoli bisognosi e alle persone in difficoltà.
Durante il tempo della preparazione è stato possibile constatare come dato di esperienza l'importanza della consacrazione realizzata secondo la tradizione bimillenaria della Chiesa, vale a dire la riscoperta del proprio Battesimo, la operatività e bellezza di una esplicita offerta radicale di se stessi a Dio e di servizio ai fratelli nella castità, povertà ed obbedienza, nella condizione di laici e di secolari.
Poteva infatti costituire come una tentazione il pensiero che la consacrazione nulla avrebbe, in pratica, significato e aggiunto per una vita già devota e regolata dallo sforzo sincero di osservanza dei doveri quotidiani, intervallata da rilevanti pratiche religiose.
Eppure anche alle nostre tre catechiste è apparsa la bella novità di vita conseguente l'impegno di voler essere, mediante una effettiva donazione di se stesse, totalmente per Dio e in Lui e per amore di Lui voler vivere per i fratelli.
Si è trattato della novità di una nuzialità consapevolmente accettata e celebrata, di una intimità profonda, destinata a penetrare ogni istante della vita, di una fedeltà che tutto purifica e che tutto apre alla verità dell'amore, in una effettiva fecondità spirituale.
Grazie, Signore! Grazie anche alle nostre tre amiche, che con la loro consacrazione ci hanno aiutato a capire qualcosa di più del rapporto che Dio vuole stabilire con noi e del dono che Lui ci fa con il suo invito.
Grazie a Padre Lanfranco per aver tanto contribuito a questa consacrazione.
Grazie a Padre Piombino, che è stato direttore spirituale del nostro venerato Fratei Teodoreto, per aver voluto completare la preparazione delle nostre Catechiste e per aver accettato di presiedere alla giornata di ritiro dell'Immacolata.
Grazie a Don Micchiardi, Cancelliere della Diocesi, per i consigli che hanno reso possibile stabilire la formula della Consacrazione in quanto partecipazione alla vita dell'Unione, e come premessa verso la costituzione del ramo femminile.
D.C.
Avete scelto un ideale sublime: amare illimitatamente Gesù Crocifisso e farlo conoscere dall'umanità.
Mantenetelo sempre vivo dinanzi ai vostri occhi questo ideale e non dite nessun « no » alle ispirazioni del Suo divin Cuore.
Fratel Teodoreto