La Casa di Carità Arti e Mestieri |
B254-A11
Uno scritto di Fr. Teodoreto1
Elevare nello spirito gli operai, avviarli agl'ideali della fede, ponendo con ciò solidi fondamenti alla soluzione del problema sociale, fu sempre una delle premure dei dirigenti cattolici, l'assillante cura della S. Chiesa.
Molti sforzi in tale senso furono compiuti anche dai Santi istitutori di Congregazioni religiose date al fine speciale dell'educazione professionale dei giovani, come S. Giovanni Battista de La Salle e S. Giovanni Bosco.
Se non che l'opposizione e l'odio furioso delle sette e dei partiti anticlericali hanno sempre ricacciato nel tempestoso alto mare la soluzione desiderata: molto sangue fraterno fu sparso, e tinse anche alcune vie di Torino nel 1919-20, senza che le ingannate masse operaie trovassero finalmente la via buona.
Si sentiva da tutti i migliori, come si sente ancor oggi, la necessità di educare operai e dirigenti ai principi del Santo Vangelo e alle regole sociali emanate dai Sommi Pontefici.
Per mezzo della scuola, nell'umanità della loro missione, i Fratelli portarono a quest'opera il proprio contributo di non lieve peso.
Il 13 marzo 1919 venne mandato come Direttore della Comunità e delle scuole di via delle Rosine 14, Torino, il Fratello Isidoro di Maria.
Conosceva l'organizzazione delle Scuole Professionali istituite dai Fratelli delle Scuole Cristiane in Francia e nel Belgio, e desiderava stabilirne una anche in Torino.
Il fervore per l'esecuzione di tale idea grandiosa era trattenuto dai Superiori che, pur ammirandone la bellezza, avevano motivi di ritardarne l'attuazione trovandosi in quel tempo con personale insegnante scarsissimo e privi dei grandi mezzi finanziari richiesti da tali istituzioni.
La Casa di Carità nella prima sede in via Feletto in Torino ( parrocchia di Maria Regina della Pace ).
Il Card. Fossati in visita alla Casa di Carità a conclusione dell'anno scolastico 1938.
Il Ven. fr. Teodoreto è dietro al cardinale I a sinistra.
La cerimonia di premiazione nel corso di tale visita. Il Ven. fr. Teodoreto è il quarto da sinistra.
Tali motivi avrebbero impedito l'attuazione del disegno, se la Divina Provvidenza non fosse intervenuta per mezzo di Fra Leopoldo. In quei giorni scriveva nel suo Diario: « Lunedì, 24 novembre 1919, sera, ore 9,30.
Nella santa Adorazione Divozione al SS. Crocifisso, quando incominciai l'adorazione alla Piaga della Mano sinistra, Gesù disse: " Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri ".
- Gesù soggiunse: " Non bisogna lesinare, si richiede qualche milione ".
- Riprese: " Se non fanno quanto io chieggo, si scaveranno la fossa ".
« Questo detto è rivolto ai sacerdoti e ai ricchi. Il 28 novembre 1919: "Gesù disse di farlo con buona volontà".
Il giorno 2 dicembre: " Ormai è tempo che manifesti la mia volontà: voglio una Scuola Casa di Carità Arti e Mestieri " ( Detti di Gesù dal Diario di Fra Leopoldo ) ».
Fr. Teodoreto
del Presidente della Casa di Carità
La vita e le opere del venerabile Fr. Teodoreto continuano nella Chiesa torinese quel filone di santità e di iniziative volte in particolare a dare una soluzione cristiana ai gravi problemi di una società in profonda trasformazione industriale con tutto lo strascico degli elementi disgregatori della gioventù e del mondo operaio.
Figlio di agricoltori, essendo nato a Vinchio d'Asti, si applicò anch'egli nella sua prima gioventù al lavoro nei rigogliosi vigneti della terra astigiana, finché a 16 anni, fattasi più viva e maturata in lui la chiamata al Signore, lasciò la sua terra ed entrò nella Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane a Torino.
Ma la sua origine dal mondo rurale deve averlo assecondato nel comprendere più a fondo il problema della urbanizzazione della gente dei campi in cerca di occupazione nell'industria.
In Torino trascorse quasi tutta la sua vita come educatore dei figli del popolo nelle scuole popolari gratuite di Santa Pelagia.
Fu in quell'ambiente che si rese conto della necessità di formazione professionale.
Sua intuizione veramente geniale fu quella di unire le classi sociali in spirito di collaborazione e di reciproco aiuto: ai giovani favoriti nei mezzi di fortuna e nello studio richiese un impegno per dedicarsi la sera e le feste alla istruzione di chi, impedito dal lavoro, non poteva frequentare scuole regolari.
Si interessò, per ogni settore di lavoro, di quali fossero le nozioni più necessarie e più utili e su quella base compose, con i suoi giovani collaboratori, programmi, didattica ed esercitazioni pratiche.
Ne nacque la Casa di Carità Arti e Mestieri, istituita dall'Unione Catechisti da lui fondata.
Il titolo esprime perfettamente lo spirito e la finalità dell'Opera. « Casa » e quindi luogo di incontro per fratelli, « di carità » nel suo autentico significato di espressione dell'« amore di Cristo »; « arti e mestieri », con specifico riguardo alle finalità.
In ciò fu consigliato anche dal Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso o.f.m. che nella Adorazione a Gesù Crocifisso ebbe particolari lumi e ispirazioni, che Fr. Teodoreto valorizzò per il sorgere e il consolidarsi dell'opera.
Attualmente la Casa di Carità Arti e Mestieri è costituita giuridicamente in un'associazione tra l'Unione Catechisti e i Fratelli delle Scuole Cristiane, ed opera in due sedi, a Torino e a Gruglisco.
Sono oltre 14.000 gli ex-allievi usciti dalla Casa di Carità che continuano la loro presenza cristiana nel mondo del lavoro; attualmente sono 1.200 gli allievi diurni e pre-serali che frequentano corsi completamente gratuiti e sono 150 gli insegnanti teorici e pratici.
In tutta questa schiera è vivo e grato il ricordo di Fratel Teodoreto che ancora ispira ogni azione e in tutti è profonda la gioia di poterlo venerare quale modello e patrono di quanti nella scuola vogliono operare per la fratellanza umana tra chi da lavoro e chi lavora in un autentico spirito di collaborazione cristiana; in modo speciale quale patrono di quanti si dedicano alla formazione professionale con impegno apostolico.
F. F.
Un gruppo di insegnanti della Casa di Carità, riunito il 21/4/1937 presso il Collegio San Giuseppe.
Il Ven. fr. Teodoreto è il quinto da sinistra, in seconda fila.
È stato solo agli inizi degli anni '70, ormai quasi alla fine del mio corso di studi, che ho incontrato Fr. Teodoreto attraverso l'Opera della Casa di Carità Arti e Mestieri.
Prevista come una esperienza limitata nel tempo e volta ad arrotondare il mio magro bilancio in attesa della laurea e di una occupazione definitiva, si è trasformata, in un modo che ancora oggi non mi riesco a spiegare, in « occupazione definitiva ».
Ho conosciuto un'Opera volta al mondo operaio, a quel mondo del quale io stesso sono parte, non per affiancare o assistere, ma pensata e realizzata per « essere insieme », per « camminare insieme » al mondo operaio, per offrire sempre un servizio, per promuovere e difendere « insieme » agli operai le loro aspettative, la loro professionalità e cultura.
Mi ha preso, catturato, coinvolto in modo da non sapermene più liberare; poi mi ha dato stimoli, motivazioni, carica; infine mi ha fatto riscoprire e approfondire il mio essere uomo e cristiano.
Sono passati ormai quasi vent'anni, eppure ancora oggi, ogni volta che mi giunge qualche proposta di lavoro interessante, rimunerativa, io - cocciuto a rifare il totale - riscopro che alla Casa di Carità il conto torna sempre.
Ho avuto due grandi doni nella mia vita: una sposa di dolcezza incomparabile, che mi ha dato due figli meravigliosi, ed alla quale mi lega una affinità intellettuale e morale indicibile, e l'incontro alla Casa di Carità con grandi Maestri, che hanno saputo e sanno aiutarmi, consigliarmi, sostenermi con serenità e costanza, sempre con estrema semplicità.
Sono grato ad alcuni in modo particolare, ma - per quello strano miscuglio di orgoglio e pudore che contraddistingue spesso il rapporto tra le persone - voglio qui ricordare un solo nome: il compianto Catechista prof. Claudio Brusa.
Così - attraverso la conoscenza della Casa di Carità e delle persone che in essa operano, col vivere in un ambiente che palpita di una carica di innovazione e di ottimismo, di impegno cristiano e di costante aggiornamento - mi sono sempre più avvicinato alla figura di Fr. Teodoreto, al Messaggio di cui si è fatto assertore convinto e propagatore tenace, alle altre Opere da Lui realizzate.
Così, ho imparato a guardare in fotografia quel volto sorridente ed a scorgere nella compostezza di quel sorriso la serenità di una attesa e di una fiducia che trascende la semplice dimensione umana.
Io, - che non ho mai fatto molto in termini di promozione della figura e dell'opera di Fr. Teodoreto -, io, - che non ho mai sollecitato adesioni o consensi per Lui - ho scoperto che in casa gira il fogliettino con la preghiera dell'Adorazione, che, anzi, viene recitata e credo che questo sia un « segno », piccolo forse, importante certamente.
Da qualche tempo mi sono accorto di quali grandi doni abbia voluto farmi il Signore, di quale « quantità » di Grazia io sia circondato; prego e in modo particolare ho affidato a Fr. Teodoreto, a quel volto sorridente, la serenità e la salute di mia moglie.
Questa certamente non è la testimonianza che ci si aspettava, ma non so scrivere altro se non la mia storia, consapevole che ogni uomo, atto di amore infinito di Dio, unico e irripetibile, cresce e diviene con la sua esperienza e con la sua storia.
Sono la fede, i Santi e le loro Opere che ci uniscono in comunione di intenti, ci spronano all'impegno comune, ci innalzano - noi granelli polverosi di umanità - a concorrere alla realizzazione di cose grandi.
Questa radicata consapevolezza accompagna il mio cammino.
Un insegnante
Il Ven. fr. Teodoreto firma la pergamena per la posa della prima piena della nuova sede della Casa di Carità in C.so B. Brin, alla presenza del Card, Fossati, il 29/6/1947.
Il Superiore generale dei Fralelli, fr. Athanase Emile, in visita al cantiere del nuovo edificio all'inizio del 1949.
Sono un ex allievo che ha frequentato la Casa di Carità negli anni 60 e non ho conosciuto personalmente fr. Teodoreto.
Tuttavia ho sentito la sua presenza spirituale attraverso la formazione professionale che ho ricevuto presso l'Opera realizzata dai suoi Catechisti e da Lui animata.
Per cui, ora che è stato dichiarato Venerabile, vivo questo avvenimento come un fatto personale.
Con gli anni che via via passano sempre più veloci, sento il bisogno di riscoprire il mio spirito, riflettere sul passato e porre le basi per gestire la mia vita futura in modo più cristiano.
Penso che la preghiera sia cibo dello spirito, e quindi, se voglio che lo spirito cresca, lo devo nutrire.
Di tutto questo devo essere grato a Fr. Teodoreto che tanto ha operato per noi, e dal cui esempio possiamo ancora tanto attingere.
Con questa mia breve riflessione rivolgo l'invito agli ex allievi perché invochino fr. Teodoreto come nostro intercessore in tutte le circostanze della vita, da quelle attinenti alla famiglia per la cui difesa e santificazione egli tanto ha fatto, a quelle relative al lavoro e al campo sociale, settori per la cui evangelizzazione tanto si è prestato con le sue opere.
Nei nostri incontri di ex allievi alla Casa di Carità è importante che ci ispiriamo agli insegnamenti di fr. Teodoreto, sui temi formativi che scaturiscono dall'amore a Gesù Crocifisso.
Ciò contribuirà a renderci migliori per il domani.
Giancarlo Francisetti
Sono venuta a conoscenza della figura e dell'Opera di Fr. Teodoreto attraverso la Casa di Carità Arti e Mestieri, in particolare nelle conferenze illustrative del Venerabile tenute ai genitori degli allievi, in occasione della dichiarazione della eroicità delle virtù del Servo di Dio.
Come mamma di un allievo sono stata profondamente colpita dalla dedizione di fr. Teodoreto per i giovani, specialmente per quelli più deboli e più bisognosi, nonché per l'attenzione che egli ha serbato per la famiglia.
Invero nell'istituto da Lui fondato, l'Unione Catechisti, ha inserito anche gli sposati, perché ogni cristiano possa essere aiutato a realizzare la vocazione alla santità, cioè all'amore vivo e operoso per Dio e per gli uomini, anche attraverso il sacramento del matrimonio.
Mi sono rimasti impressi alcuni degli insegnamenti di fr. Teodoreto relativi alla vita familiare, come l'opportunità della preghiera in comune in famiglia, con la recita dell'Adorazione a Gesù Crocifisso, la preoccupazione per un'educazione religiosa per i figli non solo in famiglia, ma anche a scuola, l'importanza di osservare la morale della Chiesa per un autentico amore nuziale.
Mi piace riportare qui un pensiero di fr. Teodoreto, semplice, ma ricco di premura per la famiglia: « Tutto negli sposi, esempio, autorità, tenerezza, ecc., deve portare i figli a rendere a Dio ciò che gli devono ».
Come si sente l'animazione dell'educatore, che ha a cuore l'autentico bene dei ragazzi!
E soprattutto come traspare lo zelo dell'uomo di Dio, secondo gli insegnamenti di S. Giovanni Battista de La Salle!
Come genitori penso dobbiamo impegnarci a sostenere le opere per cui Egli si è prestato per tutta la sua vita, in particolare l'Unione Catechisti e la Casa di Carità.
Onorare fr. Teodoreto comporta quindi essere componente attiva della Casa di Carità, collaborando all'opera educativa degli insegnanti e degli istruttori, e all'occorrenza prestandoci, a titolo di beneficenza, per un sostegno economico nei limiti delle nostre possibilità.
Inoltre è bene che recitiamo e facciamo conoscere l'Adorazione divulgata da fr. Teodoreto in tutto il mondo.
Impegniamoci a diffondere la conoscenza di fr. Teodoreto, a invocarlo, per il bene delle sue opere, delle nostre famiglie, e dei nostri figli.
E voglia Iddio che presto si giunga alla sua beatificazione, non appena si verifichi un miracolo attribuito alla sua intercessione.
Anita Tallone
- Un eccellente religioso di pietà schietta, rigido con se stesso, desideroso di seguire Cristo nella via regale della croce.
- Un uomo lineare, senza tentennamenti, che si sforza di vivere la sua vocazione in pienezza d'amore, praticando tutte le virtù, particolarmente quelle dell'umiltà e della povertà.
- Un'anima candida, con ansia di santità, ricco dell'amore di Dio di cui bruciava il suo cuore, in abbandono alla divina volontà da cui volle sempre essere guidato, e ardente dello zelo per l'evangelizzazione dei poveri, specie per la gioventù.
La sede della Casa di Carità in Torino, C. so Benedetto Brin n. 26.
La sede di Grugliasco, in Via Gen. Peroni n. 94.
1 Cfr. « Nella intimità del Crocifisso », pagg. 159 e 160.