Beatificato un catechista della Papua Nuova Guinea

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Il martire Pietro To Rot

Marito devoto, padre amoroso, catechista impegnato, adoratore del Crocifisso

1. Catechista martire

Un catechista, « a tempo pieno » e martire, è stato elevato agli onori degli altari.

A Port Moresby il 17 gennaio u.s.., Giovanni Paolo II ha proclamato il primo beato della Papua Nuova Guinea, Pietro To Rot, un catechista coniugato, incarcerato e ucciso con una iniezione letale, a causa della fede da due ufficiali giapponesi, il 7 luglio 1945, mentre ancora infuriava la guerra.

Era nato a Rakunai, nella Nuova Britannia.

Alla cerimonia di beatificazione era presenta la figlia di Pietro To Rot, Rufìna, di 49 anni. ,

La nuova beatificazione costituisce per noi motivo di particolare riflessione ed orientamento, ed anche di profonda gioia perché riguarda un catechista.

Infatti il beato Pietro ha subito il martirio in conseguenza della sua missione catechistica, come testimone della verità cristiana da lui annunciata, in particolare nella coraggiosa proclamazione dei principi del matrimonio cristiano.

Come catechista, va segnalato che dopo l'imprigionamento degli eroici sacerdoti missionari del villaggio di Rakunai, il beato Pietro si assunse la responsabilità della vita spirituale dei suoi concittadini, attraverso l'istruzione e la catechesi, e la conduzione di incontri liturgici e di preghiera.

2. Adoratore del Crocifisso

Caratteristica saliente, che maggiormente ci fa sentire partecipi della spiritualità e del carisma del nuovo beato, è la sua devozione al suo crocifisso di catechista, che si fece portare dalla moglie il giorno della morte.

Questo atteggiamento interiore ed apostolico ci sottolinea come sia essenziale nella catechesi l'annuncio di Gesù Crocifisso, e parimenti come il Crocifisso sia l'unica speranza e l'unico gioioso conforto nell'ora di prova, specie in quella cruciale dell'offerta della vita: Pietro To Rot in quei momenti rimase sereno, persino gioioso.

3. Catechista coniugato

Dal nuovo beato ci giunge pertanto una conferma e una sollecitazione strettamente riferibili alla nostra Unione Catechisti, cioè a vivere la nostra vocazione catechistica, anche quella connessa alla condizione di coniugato - secondo l'altissima testimonianza che Egli ci ha dato - per la nostra edificazione e per rispondere alle attese dei tempi.

Dal martire To Rot scaturisce quindi una forte valorizzazione della condizione di catechista sposato, sia nell'ambito degli istituti secolari che, più in generale, nella comunità cristiana: il sapere intendere il sacramento del matrimonio come chiamata, come autentico incontro degli sposi con Gesù Crocifisso, mistico sposo delle anime, per la santificazione reciproca, per l'educazione dei figli, per l'annuncio al mondo dell'amore di Cristo per la Chiesa e per ogni uomo

E il programma di vita compendiato nell'espressione « catechesi coniugale », di cui l'Unione Catechisti si fa portavoce e testimone.

E questa circostanza ci induce a rinnovare la riconoscenza a Dio per il dono, nella suddetta Unione, anche dei catechisti coniugati, secondo la carismatica intuizione del ven. fr. Teodoreto.

4. Importanza della missione di catechista

Il servizio ecclesiale di catechista è oggi essenziale, specialmente ma non solo in terra di missione.

L'urgenza è di tanto impellente considerando che molte località delle nazioni tradizionalmente cattoliche sono oggi praticamente da considerare terra di missione.

Riportiamo alcuni passi del discorso del Papa, in cui sono delineati tali aspetti della vita e della testimonianza del nuovo beato, e pertanto anche dell'importanza della missione catechistica.

V. M.

Stralci dell'omelia del Papa

1. « Rallegratevi … nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo » ( 1 Pt 4,13 ).

Cari fratelli e sorelle,

oggi il Popolo di Dio in Papua Nuova Guinea ripete queste parole dell'Apostolo Pietro con cuore fervido.

Voi gioite perché la Chiesa Universale riconosce che il vostro concittadino, Pietro To Rot, ha condiviso le sofferenze di Cristo fino al martirio ed è stato considerato degno di essere annoverato fra i Beati.

[ … ]

4. Il Beato Pietro comprese il valore della sofferenza.

Ispirato dalla sua fede in Cristo, egli fu un marito devoto, un padre amoroso e un catechista impegnato, noto per la sua cordialità, la sua gentilezza e la sua compassione.

La Messa quotidiana e la Santa Comunione, oltre alle frequenti visite a Nostro Signore nel Santo Sacramento, lo sostennero e gli diedero la saggezza per consigliare coloro che avevano smarrito la speranza e il coraggio di perseverare fino alla morte.

Per essere un evangelizzatore efficiente, Pietro To Rot studiò molto e chiese consiglio a « grandi uomini » saggi e santi.

Soprattutto pregò per se stesso, per la sua famiglia, per il suo popolo, per la Chiesa.

La sua testimonianza del Vangelo ispirò gli altri, in situazioni molto difficili, dato che egli viveva la sua vita cristiana con grande gioia e purezza.

Senza saperlo, si preparò per tutta la sua vita al dono più grande: rinunciando a se stesso ogni giorno, camminò con il suo Signore lungo la strada che conduce al Calvario ( Mt 10,38-39 ).

5. Nei periodi di persecuzione, la fede degli individui e delle comunità « si prova col fuoco » ( 1 Pt 1,7 ).

Tuttavia Cristo ci dice che non c'è ragione di aver paura.

Coloro che vengono perseguitati per la loro fede saranno più eloquenti che mai: « non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi » ( Mt 10,20 ).

Così è stato per il Beato Pietro To Rot.

Quando il villaggio di Rakunai fu occupato, durante la seconda Guerra Mondiale, e dopo che gli eroici sacerdoti missionari erano stati imprigionati, egli si assunse la responsabilità della vita spirituale dei suoi abitanti.

Non solo continuò ad istruire i fedeli e a visitare i malati, ma battezzò, presenziò i matrimoni e le preghiere.

Quando le autorità legalizzarono e incoraggiarono la poligamia, il Beato Pietro, sapendo che ciò andava contro i principi cristiani, denunciò fermamente tale pratica.

Grazie allo Spirito di Dio che dimorava in lui, egli proclamò coraggiosamente la verità circa la santità del matrimonio.

Rifiutò di prendere la « via più facile » ( Mt 7,13 ) del compromesso morale.

« Devo compiere il mio dovere come testimone nella Chiesa di Gesù Cristo » spiegò.

Non lo fermò il timore della sofferenza e della morte.

Durante la sua ultima prigionia, Pietro To Rot rimase sereno, persino gioioso.

Egli disse alla gente che era pronto a morire per la fede e per il suo popolo.

Giovanni Paolo II in Papua Nuova Guinea, dove ha proclamato il nuovo Beato.

6. Nel giorno della sua morte, il Beato Pietro chiese a sua moglie di portargli il suo crocifisso di catechista.

Lo accompagnò fino alla fine.

Condannato senza essere processato, sopportò tranquillamente il suo martirio.

Seguendo le orme del suo Maestro, « l'Agnello di Dio, colui che toglie il peccato dal mondo » ( Gv 1,29 ), anche lui fu « condotto come un agnello al macello » ( Is 53,7 ).

E ciononostante questo « chicco di grano » che è caduto silenziosamente in terra ( Gv 12,24 ) ha prodotto una messe di benedizioni per la Chiesa in Papua Nuova Guinea!

Sì, la saggezza del Vangelo ci dice che la vita eterna si ottiene attraverso la morte, e la vera gioia attraverso la sofferenza.

Per comprendere ciò dobbiamo giudicare con i criteri divini e non con quelli umani! ( Mt 16,23 ).

La lettura di questa mattina dalla prima lettera di Pietro dice: « Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché … lo Spirito di Dio riposa su di voi » ( 1 Pt 4,14 ).

Queste parole si possono applicare a Pietro To Rot.

Esse descrivono la particolare « beatitudine » delle persone « di ogni tribù, lingua, popolo e nazione » ( Ap 5,9 ) che sopportano il martirio in ogni epoca della Chiesa.

Agli occhi di Dio, coloro che sono stati perseguitati per la loro fedeltà al Vangelo sono realmente beati, poiché grande sarà la « ricompensa nei cieli » ( Mt 5,12 ).

7. Sono particolarmente contento che vi siano qui tanti catechisti provenienti da tutto il Paese.

Voi, cari catechisti, siete « testimoni diretti, evangelizzatori insostituibili … la forza basilare delle comunità cristiane » ( Redemptoris missio, n. 73 ).

Fin dagli inizi, l'opera dei catechisti laici in Papua Nuova Guinea ha apportato « un contributo singolare ed insostituibile alla propagazione della fede e della Chiesa » ( Ad gentes, n. 17 ).

A nome dell'intera Chiesa vi ringrazio per l'opera santa che state svolgendo.

Possa Dio premiare e benedire ognuno di voi.

L'esempio del Martire parla anche alle coppie sposate.

Il Beato Pietro To Rot aveva un'alta considerazione del matrimonio e, nonostante il grande rischio personale e l'opposizione, difese l'insegnamento della Chiesa sull'unità del matrimonio e sul bisogno di fedeltà reciproca.

Trattò sua moglie Paola con grande rispetto, e pregava con lei ogni mattina e ogni sera.

Per i suoi figli nutriva un profondo affetto e trascorreva con essi più tempo possibile.

Se le famiglie sono buone, i vostri paesi saranno pacifici e buoni.

Mantenetevi fedeli alle tradizioni che difendono e rafforzano la vita familiare!

8. Un saluto speciale ai numerosi giovani qui presenti.

Il Beato Pietro è un modello anche per voi.

Egli vi insegna a non preoccuparvi solo per voi stessi, ma a mettervi generosamente al servizio degli altri.

Come cittadini, dovreste sentire il bisogno di lavorare per migliorare il vostro Paese, e per garantire che la società si sviluppi in onestà e giustizia, in armonia e solidarietà.

Come seguaci di Cristo, guidati dalle verità del Vangelo e dagli insegnamenti della Chiesa, costruite sulla solida roccia della fede e compite il vostro dovere con amore.

Non abbiate paura d'impegnarvi nel compito di far conoscere e amare Cristo, in particolare tra le numerose persone della vostra età, che costituiscono la maggior parte della popolazione.

[ … ]

Desidero che voi ricordiate sempre Pietro To Rot.

Dovete sempre pensare alla sua fede; dovete sempre pensare alla sua vita nella famiglia; dovete sempre pensare al suo lavoro come catechista.

Poiché egli ci mostra la via.

Mostra la via a tutti noi, ma in particolare alle famiglie qui in Papua Nuova Guinea, ai giovani e a tutti coloro, uomini e donne, che predicano la parola di Dio e al popolo.

Gioite! Possa la vostra tristezza trasformarsi in gioia! Amen

( Da L'Osservatore Romano del 18.1.1995 )