Profilo del fratello Teodoreto |
B267-A12
La paternità spirituale è il dono dei vergini e degli apostoli e richiede la rinuncia di sé e la dedizione completa alla causa di Dio nella ricerca e nella attuazione della sua volontà.
Fratel Teodoreto ricevette tale dono in germe insieme con la contrastata vocazione religiosa, rispondendo alla quale, col miraggio della santità, ottenne la fecondità spirituale, frutto della completa rinuncia di sé e della assoluta uniformità alla volontà di Dio.
L'idea madre di fondare l'Unione fu già uno sviluppo del primo germe di paternità e tale idea lo trovò pronto, ma sempre vigilante per attuare in tutte le cose la sola volontà di Dio.
Fratel Teodoreto intuì che la scuola stessa doveva essere la palestra di santità ed incominciò ad invitare un gruppo di allievi per una prima adunanza e presentò in cinque punti un programma di vita cristiana più vissuta, che si concludesse nell'apostolato del buon esempio da esercitarsi dentro e fuori la scuola, durante e dopo gli studi.
Dalla scuola, tra gli elementi più formati, sarebbero poi passati nel mondo per starvi e santificarlo, guidati anche allora dalla mano esperta del Fratello educatore.
L'Unione, secondo Fr. Teodoreto, ha per scopo di riunire i giovani che attendano davvero alla propria santificazione, si applichino efficacemente a riparare alle offese fatte a Dio e si impegnino con zelo ardente nell'apostolato catechistico.
Peraltro egli sente e capisce che l'Unione deve crescere nutrendosi della spiritualità lasalliana, perché la sua anima, fedelmente devota alla Regola di San Giov. Batt. de La Salle, non avrebbe potuto concepirla diversamente.
"Siamo tutti figli di San Giov.Batt. de La Salle" diceva, "egli si è trovato nelle stesse nostre difficoltà.
Offriamo a lui tutte le nostre preghiere, noi desideriamo di essere Catechisti, di esercitare cioè quella missione per cui egli ha speso tutta la sua esistenza."
"Coltivate la divozione a San Giov.Batt. de La Salle, dal quale, per mezzo del suo Istituto, ha avuto origine il vostro Istituto Secolare.
Tutta la dottrina esposta in questi anni di formazione è stata dottrina del Santo Fondatore.
Ripetete sovente con affetto: San Giovanni Battista de La Salle, pregate per noi."
Asmara ( Eritrea ) Il Presidente generale, con il Presidente locale sig. Habtesllassié Abraha, visita le fondamenta del nuovo Centro di Carità, nel 1993 |
"Il Signore vi ha posti a fianco di una congregazione dedita alla gioventù perché possiate svilupparvi."
"Guardate allo spirito e trattate con affetto i Fratelli, che vi potranno aiutare molto per le vocazioni."
E quanto più alti si videro i marosi delle difficoltà, con fermezza esplicita dichiarava così ai suoi figli: "Le molteplici incomprensioni reciproche fanno pensare a più di uno che le due istituzioni siano fatte per vivere separatamente.
È una vera tentazione del demonio.
L'Unione deve restare coi Fratelli, del resto cade.
Troppi reciproci impegni li legano."
Avvicinando con molto rispetto la personalità del Servo di Dio, per approfondire un poco la conoscenza del modello che in lui ci viene proposto a imitare, ci pare di scorgere in rilievo anzitutto una grande saggezza e poi una ferma coerenza, un impegno totale e una dedizione piena agli ideali abbracciati.
Saggezza e impegno: due caratteristiche della personalità del Fr. Teodoreto.
Il giovane Giovanni Garberoglio si distingue subito fra i suoi coetanei per il suo buon senso e il suo buon spirito, ed è notevole che quando sarà Fondatore dei Catechisti stabilirà tra le condizioni richieste ai postulanti buon senso pratico, retto giudizio, carattere buono, aperto e fermo.
Egli ha un carattere allegro e socievole, ma in lui non c'è alcuna manifestazione di leggerezza.
La saggezza illumina tutta la sua vita orientandola verso la perfezione e sostenendolo nel conseguimento di essa fra mille insidie, quelle sottili e tenaci insidie della natura e del mondo, contro le quali la più parte degli aspiranti alla perfezione fa miseramente naufragio.
Arequipa ( Perù ). Un gruppo di Catechisti e di Catechiste rinnovano la loro consacrazione 1992 | |
Camanà ( Perù ). Giochi e sport sulla sabbia alla colonia climatica. |
Anche nell'ambiente rurale di Vinchio i ragazzi avevano davanti a sé l'alternativa tra lo spirito del mondo e lo spirito di Dio, che nella sua sostanza, benché in mille modi diversi, si pone sempre a tutti gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo.
Giovannino Garberoglio si oriente subito verso il bene: badò a quelle massime, le prese sul serio, le gustò, le trovò vere.
Al giovane Giovannino Garberoglio si possono applicare le parole di Salomone: "pregai e mi fu dato il senno, l'invocai e venne in me lo spirito della Sapienza …, stimai un nulla le ricchezze in confronto di lei …, mi venne con essa ogni bene … la imparai senza finzione e senza invidia la comunico …" ( Sap 7,7-1 3 ).
Per un aspirante alla missione dell'educatore, quale dote più essenziale della sapienza?
Giacché educare significa appunto rivelare il senso della vita e far conoscere i valori delle cose nella loro gerarchia, dissipare le illusioni, preservare dalle vertigini del male e orientare verso il bene, correggere gli errori e insegnare a fare la verità nella carità.
La sapienza, dono altissimo dello Spirito Santo, venne largamente infusa nell'anima del Fr. Teodoreto, gli comunicò lo spirito di fede e lo guidò in tutte le cose, facendogli scegliere lo stato di consacrazione a Dio, insegnandogli a viverlo in pienezza e a renderlo fecondo di frutti.
Espressioni genuine di questo dono furono la sua profonda umiltà, la vivissima pietà, la devozione a Gesù Crocifisso e alla SS. Vergine, lo zelo apostolico e la soave affabilità dei modi.
"Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo.
L'uomo che lo ha scoperto, pieno di gioia, vende tutto quello che possiede e compra quel campo." ( Mt 13,44 ).
Il tesoro nascosto che il Fr. Teodoreto aveva scoperto nella vita religiosa era la santità.
Egli aveva 22 anni quando scriveva a suo nipote Fr. Bonaventura: "Sia la santità l'unico nostro scopo.
Chiediamo a Dio le grazie e le virtù di cui abbiamo bisogno e allora conosceremo quanto sia dolce e soave servire Dio nella santa religione.
Il nostro unico intento sia piacere a Gesù e a lui solo; la carità e l'umiltà, come le dissi altre volte, l'aiuteranno a fare grandi progressi nella perfezione."
Al conseguimento della santità, scopo essenziale della vita religiosa, il Fr. Teodoreto si dedicò con tutte le energie, vi si lanciò come un alpinista entusiasta a scalarne la vetta, senza mai stancarsi, né lasciarsi deviare.
E qui in modo particolare apparve l'uomo deciso, risoluto, tenace, pur sotto apparenze ordinarie.
Torino, 18 febbraio 1991. Fr. John Johnston, Superiore generale, con fr. Vincent Rabemahafaly, Consigliere generale, visita la Casa di Carità Arti e Mestieri. |
La fortezza del Fr. Teodoreto era come quella di Dio, calma e serena, evitava i contrasti e sapeva aspettare, ma nulla poteva deviarla o fermarla, perché non appoggiata sull'uomo, ma sulla grazia divina.
Chi avvicinava il Servo di Dio rimaneva rapito dalla sua affabilità e dalla sua carità radiosa e non poteva immaginare quanta energia spirituale si celasse sotto quelle amabili apparenze.
Ricorrono spesso nei discorsi del Fr. Teodoreto gli avverbi "davvero" e "veramente", che malgrado ogni sua diversa intenzione acquistano sapore polemico, ma soprattutto indicano l'uomo che prendeva le cose sul serio.
Infine non è forse qui la radice della mediocrità umana, il non prendere la vita abbastanza sul serio?
Nessuno più di lui è consapevole dell'ammonimento di Gesù: "Senza di me non potete fare nulla" e l'umiltà fu una delle note dominanti nella sua vita spirituale, ma non un atteggiamento passivo e rinunciatario, bensì un impegno di tutte le energie al dominio di sé e a quel rinnegamento totale che Gesù pone come condizione a coloro che lo vogliono seguire.
Qui siamo ad un bivio decisivo.
Molti intimoriti dalla richiesta di sacrifici e scoraggiati dalla difficoltà del cammino si perdono d'animo e desistono dall'impresa.
Invece il Fr. Teodoreto ebbe coraggio e fu generoso.
Abbracciò la croce ed accettò di esservi crocifisso.
Un altro momento della visita del Superiore generale alla Casa di Carità |
La mortificazione dei sensi e dello spirito e l'abnegazione richiesta dalla vita cristiana e dalla professione religiosa furono da lui praticate per davvero e in profondità, e non qualche volta, ma durante tutta la vita.
Era il prezzo del viaggio per giungere alla mèta, la condizione indispensabile per l'unione con Dio ed è la prova di quanto lo amasse.
Però la sua ascesi fu sempre sorridente e bisognava fare attenzione per accorgersi del sacrificio che gli costava il suo tratto gentile ed incoraggiante, specialmente nella seconda metà della vita, dopo l'incontro con Fra Leopoldo, che decisamente ebbe molta influenza su di lui, inclinandolo sempre di più alla soavità dell'amore in Gesù Crocifisso.
Arequipa ( Perù ). Fr. Benito Campo, Assessore dell'Unione, con un gruppo di catechisti e di allievi nel 1992. |
La forte personalità ( nessuno davanti a lui si sarebbe permesso un atto meno che degno ) e il tratto amorevole e gentile sono la spiegazione umana del fascino che esercitava sulla gioventù e dell'attaccamento profondo dei suoi catechisti, i quali intuivano anche l'arcano della santità che irradiava dalla sua vita e dai suoi insegnamenti.
Fr. Teodoreto fu un uomo di fede e visse in pienezza quello spirito di fede che S. Giov. Battista de La Salle pone a fondamento del suo Istituto; anzi tutta la sua vita fu animata da quello spirito di fede, di umiltà e di zelo che, come un sole dai molti raggi, egli pose in capo alla regola dei suoi catechisti ad illuminare la loro via alla perfezione.
Nessuno lo ha mai sentito discutere un ordine dei suoi superiori, nonché una direttiva della Chiesa.
In questo ( e non solo in questo ) rassomigliava a S. Francesco d'Assisi: sine glossa.
E nessuno lo ha mai sentito criticare.
Si sarebbe tentati di dire che non era del nostro tempo, mentre invece non era semplicemente della nostra pasta.
Il fondo risoluto della sua natura lo portava a vivere di fede, come il giusto.
Ma quando un uomo raggiunge queste altezze, fatalmente rimane solo.
E poiché nell'attuazione delle opere ha bisogno della cooperazione altrui, corre il rischio di non essere capito e di non avere cooperazione, la contraddizione è fatale.
Anche il Fr. Teodoreto ebbe a sentire contraddizione, benché morbida e velata a motivo del prestigio di cui godeva e ne soffrì assai, come ne aveva sofferto Fra Leopoldo.
Ma egli seppe tacere e attendere e ora forse è venuto il tempo della sua affermazione.
Nella seconda metà della sua vita non si trattò più di attingere semplicemente i motivi del proprio agire dalla S. Scrittura, ma di interpretare la volontà di Dio, dai segni delicati della Provvidenza per cui occorrono delle antenne molto sensibili.
Egli poté diventare fondatore di un nuovo Istituto e precursore di una nuova forma di vita consacrata che rappresenterà una grande conquista nella storia della Chiesa perché il suo organismo spirituale si era raffinato e la luce soprannaturale lo aveva investito.
Saggezza naturale e animo risoluto costituirono il substrato sul quale la grazia poté edificare quel capolavoro di fede, di tenerissima pietà e di ardente zelo che fu l'anima del Servo di Dio e che si manifestò in opere feconde.
La fama di santità raggiunta da Fratel Teodoreto risultò chiaramente per il largo concorso di autorità e di popolo che si ebbe durante i suoi funerali.
La città di Torino volle onorare la sua memoria decretandone i funerali a spese del Comune.
Così pure per la traslazione della salma dal Cimitero Generale alla Casa di Carità Arti e Mestieri.
Ora egli riposa in mezzo a quei giovani per i quali ha offerto tutta la sua vita.
Il 3 marzo 1990 il Santo Padre ha riconosciuto con suo decreto che Fratel Teodoreto ha praticato in vita le virtù cristiane in grado eroico e pertanto lo ha dichiarato Venerabile.
Arequipa ( Perù ). Fr. Manuel Olive con un gruppo di allievi catechisti nel 1992. |