La centralità salvifica di Cristo Signore nella fede …

B270-A2

Contributi per i lavori del Sinodo Diocesano

Orientamenti di base

1. Occorre riaffermare la centralità salvifica di Cristo.

È necessario un punto di riferimento forte, onnicomprensivo.

Occorre ritrovare una presenza capace di autenticare ogni presenza, di dare nuovo e compiuto significato a tutta la vita dell'uomo, alla quotidianità e alle grandi imprese.

Il nostro tempo non è senza analogia con il tempo di Giovanni.

Gesù è presentato da Giovanni come colui senza il quale non possiamo fare nulla, con Lui invece possiamo portare molto frutto.

Gesù è manifestato nelle sue autodefinizioni salvifiche.

« Io sono la luce del mondo », « Il Pane di vita », « la porta », il « buon Pastore », « la resurrezione e la vita », « la Via, la Verità, la Vita » …

Affermazioni queste che manifestano ad un tempo l'identità e il disegno di Dio che salva, le necessità dell'uomo che Dio vuole salvare.

Oggi, come afferma don Savarino nella sua relazione, si fa sempre più impellente l'esigenza di riscoprire, di vivere la centralità di Gesù Cristo in ordine all'evangelizzazione e alla vita dell'uomo.

2. La centralità di Cristo si manifesta massimamente in riferimento al suo mistero di morte e risurrezione.

« Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono » ( Gv 8,27 )

« Io quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me » ( Gv 12,32 ).

La centralità del mistero pasquale di Cristo è la manifestazione dello Spirito e della sua potenza, ( 1 Cor, 2,4 )

3. Il Dio di Gesù, crocifisso risorto, è il Dio carità.

E il Dio fecondo in se stesso, nel suo donarsi infinito, nella sua unità d'amore.

Nel mistero pasquale di Cristo si contiene la manifestazione più piena del Padre che da il Figlio per la salvezza del mondo, del Figlio che adempie amorosamente la volontà del Padre, dello Spirito Santo che, promesso nell'imminenza della Croce, ci conforma secondo Cristo.

4. L'identità e la dignità dell'uomo, la grandezza della sua libertà e, insieme, la manifestazione della sua miseria, che cosa Dio vuole essere per lui: tutto è potentemente illuminato dal mistero pasquale di Cristo.

Specialmente la volontà d'amore di Dio nei confronti dell'uomo, il suo voler essere per l'uomo, con l'uomo, nell'uomo, affinché l'uomo viva nella sua intimità e nella sua gioia.

5. Il Cristo, crocifisso risorto, è il cuore di tutta la Rivelazione.

La comprensione approfondita dei contenuti della fede, del fondamento della speranza e della carità è resa in pienezza in rapporto con il mistero pasquale di Cristo.

L'onnipotenza e la sapienza di Dio, la realtà dell'Incarnazione, la Vergine, Immacolata per i meriti del Figlio crocifisso e, ai piedi della Croce, madre della Chiesa e dell'umanità redenta, la Chiesa nata dal costato trafitto di Cristo, la vita dell'uomo come unione con Dio e in Dio, unione per la quale Gesù ha pregato nell'imminenza del suo sacrificio, il perdono dei peccati, i sacramenti per il nostro morire e risorgere con Cristo, l'amore con cui dobbiamo amarci.

In Cristo, crocifisso risorto, è la luce per tutti i rapporti umani: con Dio, con l'uomo, con il prossimo, con la storia, con l'amore, con la gioia, con il dolore, con il peccato, con la morte, con la vita.

6. In Cristo Crocifisso glorioso occorre riaffermare il rinnovamento e ricapitolazione di tutte le cose ( Ef 1,10 ), la loro riconciliazione con Dio e la riappacificazione e il rinnovamento universali.

Cristo crocifisso glorioso: « Colui che ci ama », « l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine » ( Ap 22,13 ).

Il riconoscimento-ricostruzione dell'identità dell'uomo, del senso della vita e delle cose alla luce di Dio-amore non è ininfluente rispetto alla ricerca, alla scoperta e all'impiego delle realtà secolari, nella loro consistenza entitativa, nella loro autonomia fondata dall'atto creativo, liberata e rinnovata dall'atto redentivo.

7. La fede adulta è segnata dall'apertura al mistero pasquale di Cristo, dal « cibo solido » di cui parlano Pietro e Paolo.

Lo sviluppo progressivo della Fede è in ordine al conoscere e vivere la realtà di Cristo nel suo mistero pasquale.

La stessa Chiesa e l'appartenenza ad essa, il mistero dell'amore e delle sue molteplici manifestazioni, la sua rilevanza suscitatrice e salvifica, tutto viene illuminato dal Cristo crocifisso risorto.

La stessa identità dell'uomo da scoprire e da confermare nel cambiamento, nell'essere in qualche modo cambiamento, diventa possibile in riferimento al mistero che fa nuove tutte le cose.

Il progetto culturale della Chiesa in Italia, che ha come suo nucleo la « continuità dell'immagine cristiana dell'uomo in Gesù Cristo » riceverà luce più intensa e risolutiva dalla centralità salvifica del mistero pasquale di Cristo.

La vita cristiana, concepita come morire e risorgere con Cristo, comporta la trasformazione di una religiosità fatta soprattutto di osservanze, in una religiosità fatta di rapporti d'amore.

8. È necessario guardare a « Colui che è stato trafitto » e contemplare le Piaghe del Signore per le quali « siamo stati sanati » ( 1 Pt 2,25, Is 53,5 ) per essere introdotti nell'intimità con Cristo e rimanere in Lui, nel suo amore.

Le prossime estensioni della Sindone, previste per la celebrazione del Giubileo del duemila, costituiscono una provvidenziale occasione per aiutare a penetrare e a vivere il mistero pasquale di Cristo.

E auspicabile che proprio in riferimento alle Piaghe sanguinanti, trionfanti e gloriose del Signore Gesù, alle quali così eloquentemente ci richiama la Sindone, si sviluppino i fermenti di conversione e di rinnovamento che pure sono presenti nel mondo di oggi, nel mondo attuale.

Lo sviluppo della informazione e della comunicazione in senso costruttivo rispetto al farsi dell'uomo e dell'umanità abbisogna di un fondamento e di un adeguato dinamismo relazionale.

Il mistero pasquale di Cristo consente di illuminare e di animare la relazionalità che è fondamento di ogni informazione e comunicazione: di Dio con il mondo, e del mondo con Dio, dell'uomo con l'uomo, dell'uomo con il mondo e con la storia.

Il relativismo che oggi sfida la fede è un assurdo concettuale, è un blocco esistenziale.

La relazionalità dinamica è certamente uno dei riferimenti dell'uomo contemporaneo, relazionalità che va penetrata e sviluppata non solo in senso strumentale e operativo, ma anche in senso rivelativo dell'uomo e dei suoi rapporti, per l'esercizio della sua libertà responsabile, per lo sviluppo integrale e solidale.

Proposte

9. In ordine alla « nuova evangelizzazione » promuovere e organizzare incontri intesi ad approfondire in modo interrelato e coordinato la centralità e il mistero pasquale di Cristo considerato nei suoi aspetti biblico, teologico, pastorale, antropologico.

La « nuova evangelizzazione » appare legata al rinnovamento dei catechisti.

I laici sono particolarmente chiamati a partecipare all'ufficio profetico di Cristo con il loro linguaggio, con la loro testimonianza resa nei vari ambienti di vita e di lavoro, con la loro esperienza di vita cristiana orientata alla perfezione della carità, con il loro impegno per la promozione umana e l'inculturazione della fede.

Se è vero che è irrinunciabile la catechesi come fatto didattico, ciò non è sufficiente.

Occorre una catechesi permanente orientata in senso educativo, intesa cioè a stimolare, nello Spirito di Gesù, il discernimento e le scelte responsabili di cose, di comportamenti e di vita in rapporto al conseguimento della pienezza della carità.

Ciò è tanto più necessario di fronte ad una realtà sempre più caratterizzata da continui cambiamenti.

Assumere le preannunciate estensioni della Sindone come punto di riferimento per sviluppare nella comunità diocesana una mentalità, una conversione di vita centrata sulla contemplazione e partecipazione al mistero pasquale di Cristo, all'adorazione delle piaghe per le quali siamo stati sanati.

Valorizzare le espressioni di pietà popolare più orientate a riconoscere e celebrare la centralità salvifica del mistero pasquale di Cristo.

Se è vero che per il Battesimo tutti i cristiani sono catechisti, è pure necessario affrontare il problema dei cosiddetti « catechisti qualificati », così definiti dal Documento dei Vescovi sul rinnovamento della catechesi in Italia.

Non tanto per stabilire delle categorie, quanto per delineare profili di vita e di impegno catechistico che diano progressione e sviluppo a tutta la catechesi.

Domenico Conti