Necrologi |
B270-A5
( * 17.12.1919 + 27.7.1996 )
Dopo oltre dieci anni di infermità, in seguito ad una paresi progressivamente aggravatasi, il Catechista consacrato Attilio Marietta ha lasciato questa terra per volare in Cielo, dove l'attendevano l'amabilissimo nostro Signore, Maria SS. Immacolata, gli Angeli e i Beati, Fr. Teodoreto e Fra Leopoldo, i parenti e tutti gli amici che lo hanno preceduto nella Casa del Padre.
Per noi che l'abbiamo conosciuto da tanti anni, questa morte e separazione è stata un momento di dolore, ma nello stesso tempo di gaudio spirituale e di pace.
Tutti ci rendevamo conto che per lui era già iniziata quella festa che non finirà mai, alla quale anche noi siamo invitati; quella festa alla quale partecipano e parteciperanno tutti coloro che sono fedeli al loro Signore.
Di temperamento gioioso, Attilio sapeva infondere anche negli altri la gioia del suo spirito.
La sua era una letizia diffusiva; con il suo consueto buon umore sapeva sdrammatizzare, quando era il caso, situazioni difficili, facilitando il ritorno alla serenità e alla pace.
Nacque a Torino il 17 dicembre 1919 e fu allievo dell'Istituto Artigianelli dei PP. Giuseppini del Murialdo.
Prestò il servizio militare in guerra nell'aviazione.
Al ritorno fu assunto, come falegname, presso la Ditta Fonti.
Successivamente fu alle dipendenze della Fiat Mirafiori, dopodiché avviò un laboratorio lavorando in proprio, come falegname artigiano e restauratore.
Dopo la guerra conobbe Fr. Teodoreto, che fu per lui come un padre.
Entrò a far parte dell'Unione; ed emise i primi voti come Catechista consacrato nel 1948.
Il suo apostolato fu vario, e diverse furono le sue attività.
Fin dal primo dopoguerra partecipò alla Messa del Povero in un periodo in cui era diffusa la povertà e moltissimi erano i poveri privi pressoché di tutto, e perseverò in tale impegno fin quando lo colpì la malattia.
Partecipò come barelliere a diversi pellegrinaggi dell'UNITALSI e della S. Maria, sia a Lourdes che a Loreto.
Svolse l'attività catechistica presso la parrocchia Nostra Signora della Divina Provvidenza e nel suo ambiente di lavoro.
Nel 1969 entrò a far parte del gruppo di Catechisti che iniziarono il Convitto in via Campiglia, ivi residendo con il Catechista Cordiale.
Conclusa la attività in proprio di artigiano, collaborò come volontario al Cottolengo nella legatoria interna.
Quando fu colpito da paresi, dopo le cure ospedaliere, venne ricoverato sempre al Cottolengo, al reparto S. Vincenzo e successivamente a quello Don Anglesio, assistito e curato amorevolmente.
Anche da ammalato partecipò a diversi pellegrinaggi, a Lourdes, Loreto, Oropa, Martassina.
La malattia lo fece soffrire molto, ma egli sapeva celare con il sorriso la sua sofferenza.
Specialmente negli ultimi tempi aveva una notevole difficoltà di esprimersi e di ingerire qualsiasi cibo o bevanda.
Ciononostante non si lamentò mai, ma si notavano in lui, sempre più di frequente, gli occhi lucidi.
Ci ha lasciato la sera del 27 luglio 1996.
Due settimane prima, in carrozzella, accompagnato da un Catechista, aveva reso omaggio alla salma di Fr. Gustavo, composta nella camera mortuaria del Cottolengo.
Ora lo pensiamo già nella gioia di Dio e con volto sorridente, mentre con il gesto della mano ci invita a guardare in alto, verso il Cielo, dove la luce, la bellezza, l'armonia, l'amore e la vita di Dio saranno la gioia dei suoi figli per tutta l'eternità.
( * 21.11.1913 + 15.7.1996 )
Il 15 luglio 1996 il Signore ha chiamato nella sua casa in cielo il Catechista associato geom. Decio Gaj.
Un catechista passato tra noi lasciando ovunque il profumo delle sue squisite virtù umane e cristiane e segnatamente l'umiltà, la generosità, la mansuetudine e l'impegno.
Venuto a contatto con l'Unione Catechisti, orientò tutta la sua vita all'amore a Gesù Crocifisso e alla Vergine Immacolata, dai quali trasse lo slancio e la forza per intraprendere e svolgere con spirito di servizio e grande carità fraterna le molte attività che caratterizzarono tutto l'arco della sua vita terrena.
Decio fu un valido catechista ed un esemplare sposo e padre di famiglia, allietata dalla nascita di 4 figlie.
In lui si realizzò perfettamente il detto di Gesù del 17-3-1919 in cui è dichiarato: « Dalla Pia Unione verranno santi padri di famiglia ».
Non nascose i talenti ricevuti da Dio, ma li mise a servizio degli altri con il rispetto per tutti e la semplicità di cui era adorno.
Fece della sua casa una « chiesa domestica », nella quale circolava un profondo e scambievole amore.
La sua attività professionale la svolse con serietà e impegno come disegnatore tecnico alla Fiat.
Svolse il suo apostolato alla Casa di Carità, dove fu insegnante nei corsi Festivi in via Feletto.
Prestò la sua azione di apostolato alla Messa del Povero, nella sede di via Cibrario, insieme al Cat. Pietro Valetti, per circa 45 anni, fino alla chiusura di questa succursale.
Svolse inoltre, in casa, attività di segreteria per l'Unione e lo fece, come sempre, con molta delicatezza, sensibilità e precisione.
Gravemente ammalato, accettò dalle mani di Dio la dura prova con vero spirito di apostolato.
Fu curato amorevolmente dalla moglie e dai suoi familiari per tanti anni, sia in casa che in ospedale.
Il suo funerale, celebrazione del suo incontro con Cristo, è stato un momento forte di fede che ha lasciato in tutti un profondo senso di serenità e di pace.
Ora ci attende in Cielo e siamo certi che continuerà ancora a pregare per noi.
Rinnoviamo le più sentite condoglianze alla vedova e alle figlie.
( * 26.2.1910 + 25.9.1996 )
Catechista dell'Unione sin dai quattordici anni, la frequentò attivamente per oltre un ventennio, inserito pertanto in quel provvidenziale gruppo iniziale di giovani che ebbe nel ven. fr. Teodoreto la guida spirituale, il maestro di vita e il modello da imitare.
Si dedicò assiduamente all'insegnamento del catechismo nelle parrocchie, e fu docente in materie umanistiche alla Casa di Carità Arti e Mestieri.
Inoltre frequentò per anni, come solerte collaboratore e generoso benefattore, la Messa del Povero.
Si considerò aderente all'Unione anche dopo questo lungo periodo di attività, secondo quanto Egli stesso dichiara in un breve scritto: « Idealmente dopo vi appartenni ancora con la recita giornaliera della preghiera alle Cinque Piaghe ».
Continuò la sua collaborazione per la Casa di Carità, con l'assunzione di responsabilità, essendo membro del consiglio di amministrazione negli anni settanta.
Ha perseverato per tutta la vita, sino a quando le forze l'hanno sostenuto, nell'impegno in gruppi di apostolato e di testimonianza cristiana.
Di alta qualifica nella sua attività professionale, ha operato nel settore assicurativo.
Nella famiglia e verso i suoi congiunti ha riversato la delicatezza dei suoi affetti, ispirati all'amore di Gesù Crocifisso, con particolare tenerezza verso la moglie, sig.ra Anita, e il figlio ing. Lorenzo.
Ai suoi familiari rinnoviamo le nostre più sentite condoglianze, ripromettendo suffragi, riconoscenti per la sollecitudine con cui essi hanno attuato le generose disposizioni del carissimo Gian Maria per la Casa di Carità.