Gesù il fedele |
B278-A1
Gesù il Fedele, Maestro di Fede: verso il Padre, è fedele, a morire verso i Fratelli, è fedele, a vivere: verso Se stesso, è fedele, a essere il Risorto.
Gesù il Fedele,in gracili forme con grazia e con pace dal Padre l'Erede mandato ad assumere peso dell'universo che grava, fino al sangue, per ogni verso, di Colui che è, che era, e che è per venire; Gesù il Testimonio fedele, che ci ha amati e lavati dei nostri peccati e ci ha col Sangue rifatti Regno e Sacerdoti a Dio, Padre Suo: Alfa e Omega, Principio e Fine, Colui che è, che era, e.che è per venire l'Onnipotente l'Erede di tutto, Egli che sulle nubi verrà - il tempo è vicino - ogni occhio Lo vedrà, anche coloro che Lo hanno trafitto: Egli, il Bimbo diritto, venuto a rapire quel che c'è di materno nel cuore di pietra nell'uomo, a farlo di plebeo superno, se avvenga che irrompa e prorompa dal segreto dello Spirito Santo, come Figlio, unicamente amato, il conoscimento del Padre.
Gesù il Fedele, e il Verace, che giudica e combatte, giusto: Re dei re e Signore dei dominanti; Gesù il Fedele, il Verace che monta, su tutti, un candido cavallo, bianco cavallo ove son fuse in pace la Tuttasanta Madre degli Amanti, il Santo Padre guida degli erranti, l'Eucaristia che chiama al Cielo i Santi: troneggia il cavallo che in candido velo è redimito di Sangue, e il suo nome si chiama il Verbo di Dio: formidabilmente vittorioso contro il male che tenta e ritenta d'ogni parte, e si riversa esangue; Gesù il fedele che entra con giusto dolore nel Regno dell'Amore, trionfalmente entra nel Cielo in tripudio acclamante: Alleluja!
È entrato nel Regno il Signore Dio nostro Onnipotente!
Festanti esultiamo, alleluja!
A Lui dando ogni gloria, perché ha meritato le Nozze, son venute le Nozze, le Nozze dell'Agnello: Alleluja!
E piange su Lui ogni tribù della terra: piange su Lui con gioia contrita: finito ogni lutto, finita ogni guerra, la morte assorbita in vittoria!
Nel bello radiante splendore ogni uomo è fratello, ogni cuore è ruscello del bell'Amore Regale: Beati coloro che sono i segnati, alla Cena Nuziale dell'Agnello!
Gesù, il Fedele, il Verace, è il Giudice che prese a esprimere visibile nel giorno del Santo Natale l'inesprimibile misericordia del Padre:
prese a raggiar malvisto nel volto sublime la bellezza divina e materna compiendo:
e nuovo incanto di beltà pervase con intimo fremito l'universo fra linee terrene presagio di Cielo per educarsi lassù, al Paradiso;
ma prima ancora la Bontà rifulse, accese d'esser buono il gran tormento, accese d'esser buono un vasto incendio che a somiglianza divina cresce e arde per ogni cuore in carità di Dio trasfigurato:
cura d'una vita monda, sete d'innocenza anelito di vergine scienza, e devota attenzione presso il Bimbo, attenzione devota ai Fanciullo fatto emblema d'ogni cosa pura, sciolto problema d'ogni vita piena;
e infine salvifico effetto sopra l'intero creato a salvare già qui tutto l'uomo, ciò che è nato nel mondo perituro e portarlo sicuro al giudizio;
Gesù il Fedele, il solo punto fermo nel moto dei tempi in sterminata serie di eventi:
il solo Santo che non manca mai, che trascende dove ci comprende e si fa dono in cima ai nostri guai e pareggia la grazia col perdono:
vero Dio trasumanante e a Deità aperto vero Uomo:
Egli, il Fedele per sempre, Maestro vivente di Fede, Egli che viene a Natale in peccato per meritarci in maestà di gloria, continuo avvento al termine segnato:
se non invano passiamo il breve tempo come luce del Figlio Incarnato, come frutti di dolce consiglio, impegno amoroso di vita, di vita del singolo unanime nel segno, vita raggiunta infinita, in beata circolazione dove l'impeto la porta che ineffabilmente ovunque va non ritorna, ma in desio del padre universalmente procede, nel fulgore del fuoco tutti insieme gloriando quali figli di Dio, alleluiando al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo che universalmente procede, tutti insieme in gioco giocondo festando quali in gaudio rapiti figli di Dio nell'impeto che procede , su per la multanime fiamma di fratelli nella Mamma Celeste, i Fratelli di Gesù il Fedele
Stresa, il S.S. Nome di Maria ( 12 settembre ), 1956 Per il s. Natale del 1956. Dal letto della sua infermità. Clemente Rebora