Mons. Severino Poletto, arcivescovo di Torino |
B278-A2
Candida Virano
Il 5 settembre ha fatto l'ingresso in Diocesi l'Arcivescovo Mons. Severino Poletto.
La stampa ha già dato ampio risalto alla sua figura, ai dati biografici nonché al suo curriculum pastorale.
Ci limitiamo qui pertanto ad evidenziare alcuni aspetti direttamente connessi all'Unione Catechisti ed ai settori del nostro apostolato.
Mons. Severino Poletto è nato il 18 marzo 1933 a Salgareda, in provincia di Treviso, ultimo di nove figli, da una famiglia dedita al lavoro agricolo, che nel 1952 ha lasciato il Veneto per trasferirsi in Piemonte a Rosignano Monferrato, poi successivamente a Terranova Casale.
Mons. Poletto frequenta il Seminario Maggiore di Casale, e viene ordinato sacerdote da mons. Giuseppe Angrisani.
Viene nominato vescovo di Possano, ove esercita il suo ministero per dieci anni, quindi viene chiamato a dirigere la diocesi di Asti, ove ha prestato il suo servizio sino alla recente nomina di Arcivescovo della nostra diocesi.
Al riguardo, viene spontaneo un parallelismo con i luoghi di origine del servo di Dio fra Leopoldo M. Musso, nato a Terruggia Monferrato nella Diocesi di Casale, e del ven. Teodoreto, nato a Vinchio d'Asti.
Sarà un accostamento puramente estrinseco, ma ci piace pensare che il nostro nuovo Arcivescovo è vissuto ed ha operato nelle diocesi di Casale e di Asti, in cui sono nati il nostro ispiratore e il nostro fondatore.
Ma a parte questi riferimenti territoriali, vediamo di ricavare da alcuni atti ed insegnamenti di mons. Poletto precisi suggerimenti e stimoli per la nostra attività catechistica e apostolica.
Circostanza singolare, e di grande rilievo, è stato che il suo primo incontro con la Diocesi avvenisse con i giovani al Colle Don Bosco, per sottolineare l'attenzione che la Chiesa deve riservare alle nuove generazioni.
Infatti Lui stesso dichiara: "Non è pensabile una comunità matura e significativa se non c'è una consistente presenza di giovani al suo interno", rendendosi così pienamente disponibile verso i giovani, affinché possano vedere in Lui la guida di un amico che li conduce per la via che porta a Gesù.
A conferma di questa sua attenzione pastorale, ricordiamo la "Missione Giovani" da Lui svolta ad Asti, che ha rappresentato un impegno significativo per i giovani astigiani, coinvolti, per un anno intero, in un cammino di preghiera, sotto la guida pastorale del vescovo.
Per l'Unione Catechisti, l'apostolato giovanile è stato sin dall'origine, e lo è tuttora, uno dei settori di particolare missione e dedizione, nell'attività catechistica, nell'apostolato verso i giovani lavoratori attraverso la Casa di Carità Arti e Mestieri, e nell'assistenza e nel catechismo ai ragazzi, come nella Colonia climatica Pio XII in Perù, a Camanà.
Anche con riguardo a questo settore apostolico nel quale, come detto sopra, l'Unione Catechisti è impegnata fin dai suoi primi tempi attraverso la Casa di Carità Arti e Mestieri, da mons. Poletto ci viene luce e testimonianza.
Ci limitiamo a riportare un passo del saluto rivolto al Sindaco di Torino, relativo anche alla formazione professionale: "Torino deve guardare avanti, deve essere orgogliosa dei suoi numerosi Santi, chiamati santi sociali, i quali hanno saputo far sorgere delle centrali educative dove le persone si sono formate e sono state in questa città portatrici di quei valori che hanno costituito il tessuto sociale e cristiano della Torino di questi ultimi secoli."
Significativo è stato l'incontro che ha avuto con i sofferenti del Cottolengo, ove è emersa la sua grande sensibilità per chi soffre, attestando quanto sia importante per noi cristiani esercitare la carità verso gli ammalati, i poveri, gli anziani soli e bisognosi, non soltanto con aiuti materiali, ma altresì con una grande generosità e bontà d'animo ispirata a Gesù Crocifisso.
Per noi Catechisti questo insegnamento è di incentivo a perseverare nei settori in cui siamo impegnati per una catechesi ed un aiuto ai sofferenti, segnatamente nella Messa del Povero e nella Crociata della Sofferenza.
Anche in questo settore in cui da decenni l'Unione Catechisti è impegnata nei Gruppi Familiari, ci viene un'alta testimonianza da mons. Poletto, per la sua costante attenzione con scritti e con iniziative per la pastorale familiare, ricordando tra l'altro che nella Conferenza Episcopale Piemontese mons. Poletto ha avuto l'incombenza di incaricato regionale per la famiglia.
Ci piace ricordare al riguardo questa sua lapidaria espressione: "Dovremmo avere il coraggio di considerare la famiglia come la cassaforte della vita".
Ma il punto focale dell'apostolato di mons. Poletto è l'impostazione cristocentrica, per la quale ci limitiamo a due citazioni dalla sua omelia nell'ingresso episcopale in Torino:
"Desidero professare davanti al Signore e a voi che io intendo vivere il mio servizio episcopale come un'offerta totale della mia vita, fino all'ultimo respiro, per annunciare Gesù Cristo, per cercare esclusivamente di esservi guida ed esempio, per aiutarvi a camminare nella sequela di Cristo, unica condizione per raggiungere la salvezza".
"Solo in Gesù, e in nessun altro, c'è salvezza".
Incentrare in Cristo ogni attività e discorso implica anche l'intercessione di Maria, e al riguardo ricordiamo che il nostro arcivescovo ha affidato la sua persona e il suo ministero alla Vergine Consolata e Ausiliatrice, nella certezza che la Mamma dolcissima gradisca la nostra offerta al suo Figlio Gesù.
Da questi semplici rilievi emerge come la nostra Unione Catechisti, che ha per titolare Gesù Crocifisso e Maria Immacolata, trovi nel nuovo Pastore la conferma e il rilancio del suo impegno apostolico.
"Il mio cuore è per voi"
Mons. Poletto si è presentato alla Diocesi con un prezioso regalo, il suo libro "Il mio cuore è per voi", da cui stralciamo alcune frasi che ci invitano a riflettere:
Lo spirito con il quale viene in mezzo alla gente: "Sarò tra di voi come un padre ed un fratello, con gli stessi sentimenti che sono in Cristo Gesù, che ha dato la vita per tutti noi.
Verrò per annunciarvi il Vangelo, per darvi speranza e per celebrare con voi l'Eucaristia e gli altri sacramenti".
Messaggio alle famiglie, vere casseforti dei valori più grandi: "Nella famiglia deve nascere il primo annuncio della fede; occorre educare i figli al sacrificio, abituarli a condurre una vita semplice, incoraggiarli nel dialogo, stimolarli alla preghiera familiare ed infine educarli alla responsabilità ed alla partecipazione alla vita sociale".
"La famiglia deve prendere coscienza di ciò che è, cioè Chiesa domestica".
Gli anziani nelle famiglie: "La famiglia deve sentire la presenza dell'anziano come un dono, come un impegno; gli anziani devono essere educati a vivere un ruolo di protagonisti della carità, orientandosi ad una vita di gruppo che dia sostegno ed amicizia".
Ai giovani, speranza del nostro futuro: "Ai giovani bisogna saper dare solo quello che essi si aspettano da noi: la conoscenza di Dio, l'educazione alla preghiera, la gioia del donarsi agli altri, il gusto di impostare la vita sulla generosità e nella rettitudine".
Messaggio ai sacerdoti affinché acquistino autorevolezza coltivando i valori essenziali: "Dobbiamo essere uomini di Dio; ci deve essere coerenza tra ciò che predichiamo e come viviamo; dobbiamo essere distaccati dalle cose di questo mondo; dobbiamo essere capaci di messaggi nuovi di speranza".