Riflessioni su Gesù Crocifisso attraverso l'Adorazione |
B278-A10
Ti adoro, Dio Creatore e Padre. E tutto hai creato per noi, umili creature.
Ogni cosa nel ciclo e sulla terra è stata predisposta per amore delle tue creature: per questo, oltre ad adorarti, Ti amo.
Perché, per le nostre prevaricazioni ed in violazione alle Tue leggi, non abbiamo ricambiato l'atto di amore per Tè, dimostrando irriconoscenza.
Perciò hai inviato il Tuo Verbo per noi per opera dello Spirito Santo.
Hai donato all'umanità, tramite Gesù la buona novella e ci hai concesso la possibilità di redimerci.
Tu Signore Gesù, per rendere più efficace e richiamare la nostra attenzione, distratta, hai scelto la morte sulla Croce, tra tanti dolori, perché venissero rimessi i nostri peccati, ed hai dato ai Tuoi Apostoli ed ai loro successori, di concedere il perdono e, per la Tua Grazia di incorporarci in Tè.
Seppure indegno, accetta il mio pentimento e l'offerta di ogni mia sofferenza perché chi ha bisogno della Tua misericordia riceva la Tua Grazia, e riconosca che Tu solo sei Verità, Via e Vita.
Mio Dio, mi rivolgo a Tè con Maria perché, tramite Lei hai iniziata l'opera di redenzione: con il Sì da Lei pronunziato al Tuo Messaggero, che le chiedeva di diventare Madre del Redentore, perché era da Tè considerata piena di Grazia.
Perché Lei, con Elisabetta, ha magnificato Tè come suo Signore.
Perché ricevette l'annunzio da Simeone: "Questo Bambino è designato ad essere causa di rovina e di resurrezione di molti in Israele e diventare un segno di contraddizione; a tè stessa una spada trapasserà l'anima e così saranno rivelati i pensieri di molti cuori." ( Lc 2,34-35 ).
Un annuncio che la rende consapevole delle sofferenze che l'attendevano.
Non possiamo rivolgerci a Gesù se non a mezzo di Maria perché, tra i molti atti di amore compiuti da Gesù Crocifisso, vi è quello immenso, della donazione della sua Madre.
"Presso la croce di Gesù stavano la Madre e la sorella della Madre, Maria di Cleofa, e Maria Maddalena. Gesù, vedendo la Madre e vicino a Lei il discepolo che amava, disse alla Madre: Donna ecco tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco tua Madre". ( Gv 19,25-27 ).
È l'estremo atto di amore di Gesù che ci ha donato la Madre sua.
Se poi ci soffermiamo su altri episodi, è sufficiente considerare e comprendere il significato del primo miracolo di Gesù alla nozze di Cana.
"Vi furono nozze in Cana di Galilea ed era quivi la Madre di Gesù. E fu invitato anche Gesù con i suoi discepoli.
Ed essendo venuto a mancare il vino, disse a Gesù la Madre: "Non hanno più vino", e Gesù le disse: "Che ho io da fare con tè, donna? Non ancora è venuta la mia ora".
Dice sua Madre a coloro che servivano: "Fate quello che vi dirà". Ora, vi erano sei idrie di pietra preparate per la purificazione, le quali contenevano ciascuna due o tre metrete.
E Gesù disse loro:"Riempite d'acqua le idrie". Ed essi le riempirono fino all'orlo. Gesù disse loro: "Attingete ad esse e portate al maestro di tavola. E appena quegli assaggiò l'acqua convertita in vino …." ( Gv 2,1-12 )
Ecco un episodio significativo che conferma la necessità di essere uniti a Maria, perché a Gesù si giunge per Maria alla quale Lui ci ha affidati.
Potrebbe avere anche un altro significato: se la coscienza si trova in imbarazzo a rivolgersi a Gesù, o vuole rafforzare la sua preghiera a Gesù, si rivolge a Maria.
Proprio per quella intesa che vi è sempre stata, e vi è, tra Gesù e Maria.
Su questo argomento ci sarebbe molto da scrivere.
Così ci esprimiamo prima di compiere l'atto di adorazione di ciascuna delle Cinque Piaghe.
Con gli Angeli che sono la corona di gloria a Dio.
I Santi sono tutti coloro che sono stati accolti da Dio misericordioso per essere vissuti nella fedeltà al suo amore, o per essersi convertiti nell'umile richiesta di perdono delle loro colpe.
La nostra fragilità ci espone spesso a trascurare i nostri doveri e a cedere a qualche tentazione.
Dio, nella sua misericordia, per il sacrificio di Gesù, accoglie chi si converte.
In particolare ricordiamo quanti, nel corso della nostra vita, sono stati per noi motivo di edificazione.
Per noi Catechisti il pensiero corre a Fra Leopoldo e Fratel Teodoreto, il primo ispiratore, per incarico di Gesù e Maria, dell'Unione Catechisti e della Casa di Carità, l'altro fondatore dell'Unione, e apostolo delle opere che ne sono seguite.
Pensiamo inoltre ai Catechisti che sono giunti alla Casa del Padre, che si sono consacrati, nel corso della loro vita, con spirito di apostolato e sono stati motivo di edificazione per molti.
E quante altre persone, consacrate e non consacrate sono state esemplari!
Con i santi, intendiamo tutti questi e quanti, nella storia dell'umanità, si sono dedicati a Dio, hanno operato con amore, così come Lui vuole.
L'intenzione di questa adorazione è per la Chiesa, popolo di Dio.
Non è sufficientemente diffuso il concetto che la Chiesa non è solo la gerarchia, ma è la Comunione dei Santi, comprensiva dei fedeli.
Chiedendo a Gesù Crocifisso la Sua benedizione, la chiediamo appunto per tutto il popolo di Dio.
Lo dice Gesù: "E prego non solamente per essi, ma anche per quelli che, mediante la loro parola, crederanno in me, affinché siano tutti uno, come Tu Padre sei in me e io sono in Tè; così, anch'essi siano uno, con noi …" ( Gv 17,20-21 ).
Vi è quindi un'espressa menzione per il Papa.
Talvolta per la nostra disattenzione non cogliamo certi principi che sono il fondamento della Chiesa.
Come è noto Gesù diede mandato a Pietro quando gli disse: "Tu sei Pietro e su di tè fonderò la mia Chiesa."
Il Papa è il legittimo successore di Pietro e a Lui incombe il mandato di eseguire il messaggio di Cristo, tramandare ai popoli la sua dottrina, trasmettere il suo amore per l'umanità.
Lo disse agli Apostoli: "Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni con gli altri come io vi ho amato, così voi amatevi a vicenda" ( Gv 13,34 ).
Limitando l'attenzione anche solo agli ultimi pontefici, abbiamo avuto modo di constatare come il loro magistero sia stato mirato a formulare l'immutabile patrimonio della Rivelazione, secondo i segni dei tempi, tenuto conto delle mutazioni della società, delle scoperte scientifiche e dei progressi culturali e tecnologici.
Il Concilio Vaticano II ha sancito quanto già avveniva precedentemente, circa la partecipazione dei laici all'opera di evangelizzazione della Chiesa nell'ambito dei compiti a loro assegnati.
Un forte segno a questo riguardo lo si è avuto all'inizio del secolo, quando Leone XIII, con la Enciclica " Rerum Novarum", rompeva quell'isolamento dei cattolici dalla vita pubblica conseguente al noto "Non expedit".
Le intenzioni espresse con l'adorazione della mano destra comprendono anche l'opera dei laici che affiancano i Pastori, sotto la loro guida.
Si invoca una grazia particolare per quanti si dedicano alla missione di fare conoscere il Vangelo a coloro che lo ignorano, che non hanno mai sentito parlare di Gesù, aiutandoli a uscire dalle tenebre e conoscere la vera luce, perché invada il loro cuore.
Assistiamo spesso al penoso spettacolo di quanti, abbacinati dal piacere, dall'avidità, dall'ansia di conquistare potere, non ascoltano la voce di Dio, non cercano la pace della coscienza, rifiutano di comprendere quale atto di amore è stato quello di Gesù Crocifisso, che ha sofferto ed è morto per amore anche per quelli che lo rinnegano, lo rifiutano, spesso lo insultano.
Ecco cosa vuole Gesù Crocifisso da noi: che proprio a questi annunziamo il suo amore, come fanno molti missionari, sacerdoti e laici che soffrono per il compimento della loro missione e spesso affrontano il martirio.
Volgiamo la nostra attenzione a Gesù Crocifisso perché ci ha donato pastori e persone consacrate, nonché tanti fedeli che si dedicano ad opere di apostolato e di carità.
Invochiamolo perché il suo Spirito li sostenga nei momenti di debolezza, quando pare ci sovrasti la delusione, perché molti sentano viva la vocazione per amarlo e servirlo, perché nelle famiglie e nella società si diffonda l'amore che scaturisce dalle sue Piaghe santissime.
Sono molte le occasioni ed i motivi che ci distraggono, che ci tentano in particolari situazioni per adeguarci alla società presente, magari nel tentativo di portare un valido contributo a questa società secolarizzata.
Emerge però il pericolo di venirne inconsciamente travolti e di addivenire a compromessi che non sono compatibili con la coscienza di cristiani, meno ancora di consacrati.
È una preghiera più che necessaria per i tempi in cui viviamo, e per le attrattive che ci offre il mondo, da cui molti, particolarmente i giovani, si sentono avvinti.
Il problema della famiglia è grave ed è stato affrontato con tanta energia dalla Chiesa, così come il problema della vita, che è connesso con quello della famiglia.
Si è scritto e parlato molto di questi argomenti, che sono fondamentali perché la società sia sana e dia buoni frutti.
Rifacciamoci all'insegnamento di Gesù, che spesso faceva allusioni e comparazioni con gli alberi.
Se osserviamo l'albero che vive della linfa della sua radice, esso si rinvigorisce e produce buoni e sani frutti.
Ma se i suoi rami subiscono gli effetti dell'inquinamento, le foglie si seccano ed i frutti sono più rari e meno gradevoli.
Anche le vocazioni risentono del clima che vi è in famiglia e nella società.
Ripetiamo quanto Gesù disse, di pregare il Padre perché mandi molti operai per la sua messe, molti pastori per difendere gli agnelli dai lupi.
Si eleva qui la preghiera per i defunti.
Tutti abbiamo famigliari, parenti, amici, persone care che hanno attraversato la strada della nostra vita; taluni ci hanno arrecato benefici, anche spirituali, altri magari ci hanno fatto soffrire.
A Gesù Crocifisso li affidiamo con la nostra preghiera perché li accolga tutti nel suo regno, premiando, e perdonando chi è in attesa della sua misericordia.
Questa adorazione ci induce a meditare sulla resurrezione dei morti, e giova ricordare l'insegnamento di S. Paolo: "Vi rammento, o fratelli, il Vangelo che vi ho annunziato, e che voi avete accolto, e in cui rimanete saldi, per il quale siete salvati.
Ora, se si predica Cristo che è resuscitato dai morti, perché alcuni tra voi dicono che non ha luogo la resurrezione dei morti?" ( 1 Cor 15,1,12 )
L'adorazione è pertanto anche una catechesi sulle verità della fede che inseriscono profondamente nella nostra vita.
Tornando alla preghiera per i defunti si ricordano quelli che non hanno conosciuto Cristo e soprattutto le vittime dell'odio e della violenza.
Vi è la certezza che Dio, giusto e misericordioso, accoglie nel suo abbraccio di Padre tutti coloro che a Lui accorrono fiduciosi e desiderosi del perdono.
In questa adorazione si considera la dedizione di quanti credono nell'amore di Gesù, nell'offerta personale, e nell'impegno apostolico perché questo amore sia conosciuto, perché gli uomini comprendano che la salvezza la si può trovare nel Cuore di Gesù trafitto, trafittura che ci aiuta a intendere quanto Lui ha sofferto per la nostra salvezza.
La conclusione finale alla preghiera alle cinque Piaghe prevede l'offerta al Padre, nello Spirito Santo, delle Piaghe sanguinanti e gloriose.
Sanguinanti per comprendere la Sua sofferenza, gloriose perché il Suo sacrificio ha reso gloria al Padre in quanto nella Sua umanità ha attirato a sé tante creature.
Lo dice Gesù stesso: "Padre, l'ora è venuta; glorifica il Tuo Figliuolo, affinché il Tuo Figliuolo glorifichi Tè." ( Gv 17,1 ).
Possa vedere in Tè Crocifisso il volto di Dio!
Ancora questa invocazione, per confermare ciò che all'inizio si è ricordato rispetto alla professione di fede: Gesù Crocifisso è Figlio di Dio perché è Dio che si è fatto uomo.
Vi è quindi la certezza e la manifestazione che quell'Uomo trafitto in Croce è Dio che si è fatto uomo e si è offerto al Padre.
È un atto di amore che attrae e genera amore, e ci induce a vivere nell'amore sempre, in ogni nostro atto, perché nel mondo, in tale spirito, si lavori con generosità e sacrificio alla realizzazione della giustizia, del rispetto del diritto, della pace vera, così come spesso Dio ci chiede fin dal Vecchio Testamento.
Non si può terminare che con l'invocazione a Maria Immacolata alla quale è dedicata, con Gesù Crocifisso, l'Unione Catechisti.
Concludiamo queste considerazioni riportando un'antica preghiera, attribuita all'età apostolica, per la consonanza di tematiche con l'adorazione a Gesù Crocifisso.
"Cado alle Tue ginocchia per adorarti, Signore; Ti rendo grazie, o Dio di bontà.
Ti imploro Dio di bontà; davanti a Tè, Dio di bontà, piego le mie ginocchia, Dio di santità.
Tu ami gli uomini ed io Ti glorifico, o Cristo, Figlio unico e Signore di tutte le cose.
Tu solo sei senza peccato. Hai voluto subire la morte, e la morte in croce.
In tal modo hai voluto liberare gli uomini dai lacci del male.
Che Ti darò in cambio, o amico degli uomini, per tanta bontà, o Signore?
Gloria a Tè, amico degli uomini, gloria a Tè misericordioso, gloria a Tè longanime, gloria a Tè che assolvi i peccati, gloria a Tè che sei venuto per salvare le nostre anime, gloria a Tè, che Ti sei fatto carne nel seno della Vergine.
Gloria a Tè che fosti legato, gloria a Tè che fosti flagellato, gloria a Tè che fosti schernito, gloria a Tè che fosti inchiodato alla Croce, gloria a Tè che fosti seppellito e sei resuscitato, gloria a Tè che fosti predicato agli uomini ed in Tè essi hanno creduto. Gloria a Tè che sei salito al cielo, gloria a Tè che sei seduto alla destra del Padre.
Ritornerai con la maestà del Padre per giudicare in quell'ora, maestosa e terribile, le anime che hanno disprezzato la Tua santa passione.
Le potenze del Cielo saranno scosse, tutti ammireranno la Tua gloria. Le potenze della terra vacilleranno.
Tutto ciò che ha un'anima sarà ammirato della Tua maestà sovrana.
In quell'ora il Tuo amore per le Tue creature conceda la salvezza alle anime di noi peccatori e ci salvi dalle tenebre e dalle lacrime eterne.
Possiamo glorificarti cantando: gloria a Colui che si è degnato di salvare il peccatore, nella Sua misericordiosa bontà!"